Il Risorto è sempre con noi, anche quando non ce ne accorgiamo
di Giuliva di Berardino
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IL VANGELO DEL GIORNO COMMENTATO DA UNA TEOLOGA LITURGISTA
Nel racconto di risurrezione che oggi la liturgia ci propone, in questo terzo giorno dell’ottava di Pasqua, ci troviamo sempre nel primo giorno della settimana, quando le donne portano l’annuncio della risurrezione agli Undici. Il Vangelo ci mostra che c’erano anche due discepoli lì con gli Undici, e che essi non avevano creduto alle donne. Così, profondamente delusi, si allontanano da Gerusalemme per dirigersi sulla strada verso Emmaus, discutendo animatamente sulle vicende accadute in quei giorni. Lungo il cammino appare loro Gesù: “Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?“. Così i due si fermano, col volto triste.
Il Vangelo rivela solo a noi che leggiamo il fatto che questo sconosciuto è proprio Gesù, ma i due protagonisti della storia non lo riconoscono. E’ una scelta di Luca che ci racconta questo episodio, per dirci che in realtà il Risorto è sempre con noi, anche quando non ce ne accorgiamo: il Risorto cammina con noi. E allora i due discepoli non si accorgono di Gesù proprio a causa della loro grande delusione, della tristezza che ha preso i loro cuori a causa della morte del Maestro. Anche questo è un particolarmente interessante: per credere che il Risorto è con noi, abbiamo bisogno di speranza, di una luce che ci pervade la mente e anche di una gioia profonda che consola il cuore e che ci apre alla vita nuova.
Ed è lo stesso Gesù Risorto che porta la luce della Pasqua nel buio delle menti, riordinando tutti i dati che i discepoli conoscevano già sulla Scrittura, ma che non sapevano interpretare, come ad esempio la figura del Messia sofferente che i Profeti avevano già annunciato, ma che loro non avevano preso in considerazione. Tutto cambia: la luce della Pasqua ha dissipato le tenebre della loro tristezza:”Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?“.
Le Scritture possono illuminare la nostra vita, ma solo se prima la luce pasquale le illumina, perché Gesù ha dato una risposta a tutte le speranze di Israele! E’ Lui stesso la fonte dell’interpretazione delle Scritture. Il racconto continua, si fa sera, e, secondo il costume orientale dell’ospitalità, i due discepoli costringono amichevolmente Gesù a rimanere con loro.
La situazione è simbolica: quando la notte della prova si avvicina, solo il Risorto può portarci la pace nella mente e nel cuore. Gesù quindi resta con loro. Ed ecco giunti al momento culminante del racconto: Gesù “spezza il pane“, compiendo i gesti del rituale di un pasto giudaico normale. Però il lettore cristiano, ne coglie i gesti della celebrazione eucaristica! E solo adesso i due discepoli riconoscono Gesù. Ma, colpo di scena, non appena riconosciuto, Gesù scompare, a dire che nell’eucaristia possiamo riconoscere il Risorto.
Ecco, dunque, la luce della Pasqua illumina la mente e risana il cuore, così che noi possiamo riconoscere il Risorto nella concretezza della nostra quotidianità. Anche in questo Vangelo c’è un movimento di conversione pasquale: prima i discepoli si allontanano da Gerusalemme, poi, quando hanno capito che il Risorto è con loro, tornano indietro, si voltano, si convertono!
Preghiamo allora che anche oggi tante persone che si sono allontanate, possano tornare alla comunione che il Risorto verrà ad offrire ai loro cuori: la fede dei testimoni e della comunità iniziale, come anche la nostra fede, non poggia sul “sentito dire“, ma sull’incontro reale col Risorto. E Gesù Risorto ci ama, ci perdona e ci riunisce tutti nella sua comunione.
Buona Pasqua con il Vangelo di oggi (Lc 24, 13-35)
Ed ecco, in quello stesso giorno, [il primo della settimana], due [dei discepoli] erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto.
Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto».
Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?». Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.