La gioia pasquale non può essere tolta

La gioia pasquale non può essere tolta

di Jozef Mikloško

NON C’È ALTRA SCALA PER SALIRE AL CIELO SE NON LA CROCE

Il Giovedì Santo, e nella notte tra il Giovedì e il Venerdì Santo, Nostro Signore Gesù Cristo ha vissuto l’ansia e la preghiera cruenta, il tradimento per trenta monete d’argento, la negazione del futuro successore, la codardia di coloro che gli erano più vicini, l’indifferenza della folla, la falsa testimonianza, la fustigazione crudele, la coronazione di spine, il referendum violento, un tribunale truccato e il verdetto ingiusto.

Il Venerdì Santo Gesù ha vissuto il Calvario, l’aiuto di Simone l’Africano, la compassione delle donne, la barbara crocifissione, il dolore, la disperazione, la solitudine, una madre che piange e una morte crudele. Agli occhi della gente, tutto è finito in un fiasco. Solo poche donne e Giovanni rimasero sotto il Calvario.

L’oscurità della notte prevalse brevemente, ma fu dissipata dall’alba del mattino di Pasqua. Maria non ha dormito Sabato notte, ha aspettato e aspettato. I raggi del sole indoravano la tomba, che diceva: “Non aver paura! È risorto dai morti, non è qui!”.

Il sepolcro vuoto è l’argomento principale della fede, è anche una promessa della nostra risurrezione, ha dato inizio a una nuova era dell’umanità. Il Cristo risorto non ricorda più coloro che lo tradirono e lo crocifissero. Guarda avanti e in alto, dove ha preparato tante dimore presso il Padre.

La sua vita, morte e risurrezione, è un messaggio gioioso, che ha mostrato che la vita non finisce con la morte, cambia solo. Ci incoraggia a vincere la paura e ci invita a prendere la nostra croce, a rinnegare noi stessi e a seguirlo. Lui solo è la via, la verità e la vita. La croce era, è e sarà un simbolo del cristianesimo. Appartiene alla vita, come diceva S. Rosa da Lima nel XVI secolo: “Non c’è altra scala per salire al cielo se non la croce”.

Attraversiamo la vita, lottiamo, lottiamo, cadiamo, ci rialziamo e cadiamo ancora, e alla fine ci aspetta la morte, ma anche la mattina di Pasqua. Può essere raggiunto principalmente attraverso il sacrificio e l’abnegazione. Solo un seme che perisce dà un raccolto centuplicato, solo attraverso la sofferenza si può raggiungere le stelle.

Dopo la morte di Cristo, la gente si affrettava a casa per non perdere la cena pasquale. Solo nel crudele centurione romano pagano, il futuro santo Longino, che assistette alla crocifissione, nacque la fede quando disse: “Era veramente Figlio di Dio!”. Poco dopo le rosse albe del mattino indoravano la tomba vuota.

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