di Eugenio Capozzi

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IL SOGNO DISPERATAMENTE ROMANTICO DEL TIMIDO ASPIRANTE DEEJAY SOTTOPROLETARIO, DESTINATO ALLA GRANDEZZA E AL NAUFRAGIO

“Mixed by Erry” è un po’ il nostro “The wolf of Wall street”: il racconto di un’epoca di furia vitale sregolata, irresponsabile, creativa, desiderante, sospesa tra costruzione e distruzione dissipatrice.

Intendiamoci: qui manca l’epica esistenziale di Scorsese in bilico tra farsa e tragedia. Sidney Sibilia è un abile regista di commedia all’italiana aggiornata all’epoca dei social, di Youtube e delle “piattaforme”, con un debole per le storie di outsider libertari “fuorilegge” loro malgrado, già raccontate efficacemente in “Smetto quando voglio” e ne “L’isola delle rose”.

La messa in scena dell’incredibile vicenda dei fratelli Frattasio, “falsari originali” di Forcella venuti dal nulla e diventati negli anni Ottanta la prima “casa discografica” italiana, è ingentilita, “vintage”, ammiccante quanto basta, e usa con intelligenza, senza troppo calcare la mano, qualche stereotipo su una “napoletanità” fatta di genio e sregolatezza. Sfiorando, senza cascarci, l’oleografia “turistica” della città oggi imperante.

Ma quello sguardo puntato con curiosità su un momento folle e irripetibile smuove i cuori e le menti. Ci ricorda una città ferita ma ancora capace di volere tutto, di concepire l’impossibile e l’inedito, di creare una sua cultura e una sua estetica, di essere modernissima con la forza della sua eredità ancestrale.

Un discorso che vale per Napoli, ma anche per l’Italia intera. E che spinge inevitabilmente a un confronto impietoso tra quegli anni, con i loro grandi eccessi e squilibri, e un presente addormentato, gregario, impaurito, rassegnato.

Il sogno disperatamente romantico del timido aspirante deejay sottoproletario, destinato alla grandezza e al naufragio, non può non turbare chi quel tempo e quei luoghi a modo suo li ha vissuti, e non può non risvegliare la “nostalgia del futuro” in chi non c’era.