Scandalo tra gli Scout, Agesci apre all’identità gender
di Jacopo Coghe
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COSA INSEGNERANNO I CAPI A BAMBINI E ADOLESCENTI? CHE OGNUNO POTRÀ PERCEPIRSI DI QUALSIASI GENERE A PRESCINDERE DALLA PROPRIA REALTÀ BIOLOGICA MASCHILE E FEMMINILE? I GENITORI LO SANNO?
L’associazione cattolica Agesci parla apertamente di identità di genere, nonostante il Magistero della Chiesa e lo stesso Papa Francesco abbiano denunciato a più riprese il rischio educativo, in ultimo qualche giorno fa, quando il Papa in un’intervista a La Nacion ha definito l’ideologia gender “una delle colonizzazioni ideologiche più pericolose”.
Ebbene ora l’Agesci, con una mail agli associati inviata qualche giorno fa, promuove un “percorso di raccolta di riflessioni e testimonianze di esperienze di capi ed ex-capi” sul tema “dell’identità di genere e dell’orientamento sessuale”, approvato già lo scorso giugno, anche con la possibilità di avvalersi di “esperti” esterni.
Cosa insegneranno i capi a bambini e adolescenti? Che ognuno potrà percepirsi di qualsiasi genere a prescindere dalla propria realtà biologica maschile e femminile? I genitori lo sanno? Le famiglie sanno che pensano di mandare i propri figli in una realtà formativa e cattolica, ma poi quest’ultima vara progetti sull’identità di genere?
Siamo in attesa di capire le direttive e le conclusioni che usciranno fuori da questo “percorso”, ma è un’iniziativa che rischia di tradire la fiducia delle famiglie sugli insegnamenti impartiti a migliaia di bambini che, dagli 8 anni in sù, frequentano gli scout.
Titolo altisonante, articolo bugiardo e fuori luogo.
E, dopo le Coccinelle, arrivano i Coccinelli…