Le persone con Sindrome di Down non sono persone di serie B

Le persone con Sindrome di Down non sono persone di serie B

di Maria Rachele Ruiu

È INQUIETANTE UNA SOCIETÀ CHE CON UNA MANO CELEBRA LA GIORNATA DELLE PERSONE CON LA SINDROME DI DOWN E CON L’ALTRA INVITA LE MAMME A ELIMINARLI

L’aborto oltre la 12sima settimana è vietato a meno che al figlio non sia, per esempio, rilevata la presenza della Sindrome di Down. È inquietante e discriminatoria una società che permette l’uccisione di una vita a causa di una sua condizione. Le persone con Sindrome di Down non sono persone di serie B e hanno il diritto di essere riconosciute e custodite al pari di tutte.

È evidentemente inquietante una società che con una mano celebra la Giornata di queste persone e con l’altra invita le mamme a eliminarli. Per questo, in occasione della Giornata Mondiale della Sindrome di Down del prossimo 21 marzo abbiamo lanciato – a Roma e nelle principali città italiane – la nostra campagna di affissioni con lo slogan “Facciamoli nascere – #StopAborto”, per l’accoglienza incondizionata di tutti.

La politica si impegni a offrire a quelle mamme e a quei papà che vengono a conoscenza della presenza della trisomia 21 per il loro bambino, tutti gli aiuti e le rassicurazioni per superare paure e difficoltà: le persone con Sindrome di Down, possono andare a scuola, lavorare, avere successo nella vita, raggiungere finanche l’indipendenza, ma soprattutto condurre una vita felice!

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