L’attenzione al tema dell’acqua viva ci ricorda la grazia del battesimo
di Giuliva di Berardino
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IL CAMMINO INTERIORE DI UNA DONNA CHE PARLA CON GESÙ
In questa terza domenica di Quaresima troviamo il lungo racconto del dialogo tra Gesù e la donna di Samaria, il cammino interiore di questa donna che parla con Gesù, nonostante egli sia un giudeo e lei una samaritana e, come ben scrive Giovanni, tra giudei e samaritani non c’era un buon rapporto ed era difficile che persone provenienti da queste due regioni parlassero tra loro. Eppure Gesù, scrive Giovanni, “doveva passare” in Samaria per incontrare questa donna che, venuta in un’ora insolita per non essere vista, presso l’antico pozzo che porta la memoria del patriarca Giacobbe, si trova davanti Gesù assetato.
La donna ha di fronte a sé un giudeo assetato e Gesù a di fronte a sé una donna in ricerca del senso della sua vita, una vita frammentata tra le trame di tante relazioni spezzate, che però non si rassegna a cercare il senso profondo delle cose che la circondano, delle tradizioni che la soffocano, degli interrogativi che la riguardano e che hanno come oggetto Dio e il suo culto. Ecco allora che Gesù parla con questa donna e si rivela a lei come il Messia. Gli apostoli comprendono che Gesù è il Cristo perché lo seguono e vedono i suoi prodigi, ascoltano le sue parabole e le spiegazioni di queste, ma qui troviamo Gesù stesso che si rivela alla donna di Samaria, che subito corre e annuncia a tutti gli abitanti del villaggio che il salvatore del mondo stava lì, in mezzo a loro.
La cosa che ci meraviglia è che alla fine non è scritto che Gesù abbia potuto bere l’acqua che quella donna stava tirando su dal pozzo, ma sicuramente la donna ha potuto bere l’acqua viva che Gesù le ha proposto di bere, quell’acqua viva che è diventata in lei sorgente per dissetare non solo il suo cuore, ma quello di tanti altri. L’attenzione al tema dell’acqua viva ci ricorda la grazia del battesimo che abbiamo ricevuto ed è il motivo per cui questo Vangelo è proclamato in questa domenica, che riprende il percorso delle catechesi battesimali fatte ai catecumeni che in antichità ricevevano il battesimo la notte di Pasqua. È quindi un elemento che ci fa riflettere in questo percorso di Quaresima, in questo cammino verso questa Pasqua, nell’anno 2023.
Ancora oggi ci è annunciato questo Vangelo perché possiamo camminare verso questa Pasqua col cuore pieno di gratitudine per aver ricevuto anche noi il dono della salvezza che ci è stata data attraverso l’acqua viva della fede, un dono che anche noi, come la donna anonima che viveva in Samaria, oggi riceviamo in modo nuovo, perché, come lei, possiamo correre verso tutti coloro che incontriamo e parlare della salvezza che ci è venuta incontro in Gesù, l’unico che su questa terra può darci l’acqua viva e dissetare profondamente il cuore umano. Con gioia e gratitudine, oggi, ripetiamo le parole dell’acclamazione al Vangelo che la liturgia ci propone: Signore, tu sei veramente il salvatore del mondo; dammi dell’acqua viva, perché io non abbia più sete.
Buona terza domenica di Quaresima con il Vangelo di oggi (Gv 4, 5-42)
In quel tempo, Gesù giunse a una città della Samarìa chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c’era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani. Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest’acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?». Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna». «Signore – gli dice la donna –, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua». Le dice: «Va’ a chiamare tuo marito e ritorna qui». Gli risponde la donna: «Io non ho marito». Le dice Gesù: «Hai detto bene: “Io non ho marito”. Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero». Gli replica la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta! I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». Gesù le dice: «Credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma viene l’ora – ed è questa – in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità». Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». Le dice Gesù: «Sono io, che parlo con te». In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliavano che parlasse con una donna. Nessuno tuttavia disse: «Che cosa cerchi?», o: «Di che cosa parli con lei?». La donna intanto lasciò la sua anfora, andò in città e disse alla gente: «Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia lui il Cristo?». Uscirono dalla città e andavano da lui. Intanto i discepoli lo pregavano: «Rabbì, mangia». Ma egli rispose loro: «Io ho da mangiare un cibo che voi non conoscete». E i discepoli si domandavano l’un l’altro: «Qualcuno gli ha forse portato da mangiare?». Gesù disse loro: «Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera. Voi non dite forse: ancora quattro mesi e poi viene la mietitura? Ecco, io vi dico: alzate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura. Chi miete riceve il salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché chi semina gioisca insieme a chi miete. In questo infatti si dimostra vero il proverbio: uno semina e l’altro miete. Io vi ho mandati a mietere ciò per cui non avete faticato; altri hanno faticato e voi siete subentrati nella loro fatica». Molti Samaritani di quella città credettero in lui per la parola della donna, che testimoniava: «Mi ha detto tutto quello che ho fatto». E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase là due giorni. Molti di più credettero per la sua parola e alla donna dicevano: «Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo».