Un messaggio per tutti coloro che intendono mettersi al seguito di Cristo

Un messaggio per tutti coloro che intendono mettersi al seguito di Cristo

di Giuliva di Berardino

UN DISCORSO CHE GESÙ RIVOLGE NON SOLO AI SUOI DISCEPOLI, MA ANCHE ALLA FOLLA

Oggi il testo che la liturgia ci propone è un discorso che Gesù rivolge non solo ai suoi discepoli, ma anche alla folla. Questo vuol dire che il messaggio che la liturgia oggi ci consegna è per tutti coloro che intendono mettersi al seguito di Cristo e che cercano di ascoltare le sue parole. Notiamo allora che le parole di Gesù sono molto dirette, perché mirano a mettere in evidenza l’incoerenza e perciò l’ipocrisia dei farisei. Essi “dicono ma non fanno“, dice Gesù, perciò non sono credibili. È così: una persona che dice tante belle parole ma che poi non vive quello che dice non è meritevole di fiducia e le persone non si fidano più di lui. Le parole di Gesù, quindi, sono, di fatto, una critica all’incoerenza, all’irresponsabilità e alla superficialità con la quale corriamo il rischio di vivere, anche per una sorta di illusione su noi stessi che lasciamo crescere in noi, fino a denigrare gli altri senza rendercene conto, o a declassarli. Lo dobbiamo riconoscere: chi di noi, almeno una volta nella vita, non ha mai cercato di imporre agli altri dei pesi che potevamo portare noi? Chi tra noi non ha mai detto agli altri cosa dovevano fare, mentre noi non abbiamo mosso un dito? Davanti a queste parole di Gesù non possiamo far finta di nulla: anche noi, anche io e te, almeno una volta abbiamo fatto di tutto per essere riconosciuti ed elogiati dagli altri. Oggi la liturgia ci ricorda che in questo tempo di grazia che è la Quaresima, siamo nel tempo giusto per convertirci e dire a noi stessi “basta” con l’incoerenza, basta con le illusioni che raccontiamo a noi stessi per non essere quello che siamo veramente, per giustificarci e per apparire sempre migliori degli altri. Questi atteggiamenti ci fanno solo star male, perché ci costruiscono, senza che ce ne accorgiamo, una barriera dagli altri, ci spengono la vita, perché ci fanno perdere la fiducia di chi ci vive accanto, rendendoci poco credibili, poco affidabili. Se seguire Gesù è un atto di autenticità e di coerenza, allora facciamo come dice Gesù: “Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo”. La cura contro l’illusione, l’incoerenza, l’irresponsabilità e la superficialità è il mettersi a servizio degli altri, rendersi disponibile all’aiuto, alla collaborazione, alla condivisione, all’amicizia, perché questo è l’unico stile di vita che non crea distanze tra le persone e assicura la pace. Il Vangelo, allora, anche oggi ci indica una via d’uscita da noi stessi, dai nostri egoismi, e ci esorta a convertire le nostre incoerenze, le nostre mancanze di disponibilità verso gli altri. Preghiamo insieme lo Spirito Santo, allora, perché ci mostri dove e come siamo incoerenti, come lo siamo stati, non per rattristarci, ma perché così possiamo chiedergli di essere liberati da tutto ciò che la nostra incoerenza, la nostra irresponsabilità ha potuto suscitare in noi e introno a noi. Solo se chiediamo allo Spirito Santo di essere liberati, guariti, cambiati, potremmo metterci al servizio degli altri nella verità e avere la gioia di essere utile a qualcuno. Preghiamo, allora, adesso, con questa preghiera che ho nel cuore in questo momento, poi ciascuno di voi può aggiungere la sua preghiera, nel proprio cuore: Signore Spirito Santo, Tu che sei Signore e doni la vita, ti preghiamo: rompi oggi i muri che noi stessi abbiamo innalzato per apparire migliori degli altri e donaci la gioia semplice di servire gli altri, come fossero nostri fratelli e sorelle. Donaci, in questi giorni di grazia, ma anche così difficili, di aiutarci gli uni gli altri, sostenendoci nelle situazioni precarie e fragili in cui ci troviamo a vivere. Signore, fa che questo tempo di Quaresima ci sia davvero utile per la nostra salvezza, che ci faccia riscoprire l’amore fraterno e sradichi dai nostri cuori ogni ipocrisia.

Buona giornata con il Vangelo di oggi (Mt 23, 1-12)

Allora Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati «rabbì» dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare «rabbì», perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate «padre» nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare «guide», perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo. Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato.

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