“Baby gang”, un fenomeno che sta prendendo piede
di Sabina Righetti
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UN’ANALISI DEI GIOVANISSIMI COLPEVOLI DI GRAVI ATTI DI VIOLENZA
Da Milano a Perugia, da Bologna a Palermo, il libro “BABY GANG” (Edizioni San Paolo 2023, 154 pagine, euro 16), da pochi giorni nelle librerie, approfondisce, a partire da episodi finiti nelle cronache e ascoltando testimoni e operatori, uno dei fenomeni più allarmanti degli ultimi anni: gruppi di giovani, spesso giovanissimi, che, spesso per futili motivi, si rendono protagonisti di gravi atti di violenza.
L’autore del volume è Eugenio Arcidiacono. Torinese, classe 1975, vicecaposervizio a Famiglia Cristiana, Arcidiacono nel 2008, nel 2017 e nel 2022 è stato tra i vincitori del premio Vergani-Cronista dell’anno. Ora, in ogni tappa del viaggio di questo volume, dà voce alle persone coinvolte, da una parte e dall’altra, in queste violenze, per cercare di comprenderne a fondo le radici e per suggerire possibili soluzioni: vittime e aggressori, famiglie, insegnanti, sacerdoti, forze dell’ordine, magistrati.
Al termine del percorso, il lettore scopre di poter guardare oltre i sensazionalismi e comprende la reale entità del fenomeno, le sue implicazioni legali, i pericoli che ci minacciano, gli elementi della condizione giovanile in Italia che rendono possibili queste devianze e chi sono coloro che si stanno impegnando per porre un freno alla degenerazione di tante “vite in cerca di identità”.
Nella prefazione al libro Antonio Ferrara ricorda che da questa indagine emerge “chiaramente (e penosamente) che i nostri adolescenti dopo il Covid sono ancora più disperati, sono ancora più «fragili e spavaldi», come li definisce lo psicologo Gustavo Pietropolli Charmet. Sono ragazzi che camuffano le loro paure manifestando modalità estremamente aggressive. Ma le ragazze e i ragazzi che hanno più bisogno d’amore lo chiedono nei modi meno amorevoli, si sa, e bisogna ricordarselo. Sempre. «Tu sarai amato il giorno in cui potrai mostrare la tua debolezza senza che l’altro se ne serva per affermare la sua forza», affermava Pavese. Questo saggio ci dice che occorrono adulti competenti, autorevoli, ora più che mai. Adulti solidi, in grado di reggere l’urto dell’adolescenza. Gente amorevole e intanto capace di dispensare limiti”.