L’attenzione su ciò che avverrà alla fine dei tempi

L’attenzione su ciò che avverrà alla fine dei tempi

di Giuliva di Berardino

AVVERTIAMO OGGI LA PROSSIMITÀ DEL SIGNORE, LA SUA VICINANZA, CONTEMPLANDO LA BELLEZZA DI CIÒ CHE SARÀ DI TUTTI NOI ALLA FINE DEI TEMPI

Oggi siamo invitati dalla liturgia a mettere l’attenzione su ciò che avverrà alla fine dei tempi, in relazione a quello che viviamo nel nostro presente. Tutta la liturgia ci insegna, proprio attraverso la preghiera e le azioni rituali, ad avvertire nell’oggi la prossimità del Signore, la sua vicinanza, contemplando la bellezza di ciò che sarà di tutti noi, alla fine dei tempi. Così la liturgia ci mostra, oggi in particolare attraverso la proclamazione di questo Vangelo, che Gesù ci è vicino su questa terra attraverso gli ultimi, i poveri, i bisognosi. È lui stesso che ce lo dice: “tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.  La Chiesa, attraverso la Quaresima ci offre la possibilità di vivere un cammino di luce che converte il cuore, e che si può attuare attraverso tre precisi atteggiamenti: digiuno, preghiera e carità. Bene. Oggi il Vangelo ci presenta come vivere la carità. Nel testo leggiamo che la carità opera senza che noi ce ne accorgiamo. Le parole di Gesù ci fanno capire che in alcune categorie di persone è Lui stesso che si nasconde, perché ciascuno di noi possa verificare l’autenticità e la qualità della propria fede. Possiamo essere cristiani da “messa della domenica”, e questo va bene perché compiamo un dovere, ma se cercassimo, almeno in questa Quaresima, di impegnarci per diventare almeno un po’ di più cristiani “di carità”, andrebbe ancora meglio, perché acquisteremmo il diritto alla vita e alla felicità eterna! E sicuramente saremmo cristiani felici anche su questa terra! Poveri, ma felici. Per questo San Paolo ci insegna che la carità, è la più grande delle virtù, perché è la virtù che ci assicura la felicità. Infatti sembra essere anche quella meno razionale, perché chi la compie, avverte uno svuotamento del proprio io per assecondare il movimento dello Spirito Santo, ma una volta fatto il gesto di carità, tutto il vuoto che ha procurato questo svuotamento, viene riempito da una grande gioia e da una pace vera.  La carità, il Vangelo ce lo annuncia, è l’unico tesoro che porteremo con noi quando partiremo da questa terra, perché solo la carità attesta la verità della nostra fede, non ci sono altre vie! Ogni giorno, quindi, se lo vogliamo, possiamo accumulare tesori per il Regno di Dio e crescere nella fede, nella grazia. Che in questo primo giorno della seconda settimana di Quaresima possa il Signore darci la grazia di porre almeno un piccolo atto di bene verso qualcuno. E che nel nostro cuore, ogni atto di bene, porti felicità e faccia risuonare la  pace.

Buona giornata con il Vangelo di oggi (Mt 25, 31-46)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”. Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”. E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».

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