È la realtà della Pasqua ad essere manifestata nella Trasfigurazione

È la realtà della Pasqua ad essere manifestata nella Trasfigurazione

di Giuliva di Berardino

LA LUCE DELLA GLORIA CHE TRASFIGURA LA VITA TERRENA

Il Vangelo di oggi ci presenta la Trasfigurazione di Gesù sul Monte Tabor in presenza degli apostoli Giovanni, Giacomo e Pietro. Un evento che resterà nel cuore e nei ricordi di questi apostoli e che, loro stessi metteranno in legame con il Mistero della Passione, anche perché è avvenuto dopo il primo annuncio della passione da parte di Gesù.

È quindi la realtà della Pasqua ad essere manifestata nella Trasfigurazione come in anticipo, proiettando su questa terra quella luce nuova, la luce della gloria, che trasfigura la vita terrena, rifulgendo sulla terra e illuminando la storia degli uomini. Dio aveva già visitato la storia umana attraverso il dono della Legge e dei Profeti, ma il Vangelo ci mostra che è in Gesù la realizzazione luminosa e raggiante della Parola eterna di Dio.

Gesù appare al centro, tra Mosè ed Elia, la Legge e i Profeti, perché Egli è il Signore della storia, Colui che non solo accompagna la storia umana, ma la compie rendendola gloriosa! Interessante è anche la forte presenza profetica e simbolica di Elia, il grande “profeta di fuoco” che per la letteratura rabbinica tornerà alla fine dei tempi, per annunciare la venuta del Messia.

Allora ringraziamo il Signore oggi che possiamo anche noi accogliere la luce che ci mostra il compimento di ogni cosa in Gesù!

San Giovanni della Croce, nel suo libro “Salita al monte Carmelo” (Lib.2, cap.22, III-V) scrive: ”Chi volesse ancora interrogare il Signore e chiedergli visioni o rivelazioni, non solo commetterebbe una stoltezza, ma offenderebbe Dio, perché non fissa lo sguardo unicamente in Cristo e va cercando cose diverse e novità. Dio infatti potrebbe rispondergli: “Questi è il mio Figlio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo!” (Mt 17, 5). Se ti ho già detto tutto nella mia Parola ch’è il mio Figlio e non ho altro da rivelare, come posso risponderti o rivelarti qualche altra cosa? Fissa lo sguardo in Lui solo e vi troverai anche più di quanto chiedi e desideri: in Lui ti ho detto e rivelato tutto. (…) Dal giorno in cui sul Tabor discesi con il mio Spirito su di Lui, dicendo: “Questi è il mio Figlio diletto nel quale mi sono compiaciuto, ascoltatelo”, cessai di istruire e rispondere in queste maniere ed affidai tutto a Lui: ascoltatelo perché ormai non ho più materia di fede da rivelare e verità da manifestare. Prima parlavo, ma unicamente per promettere Cristo e gli uomini mi consultavano solo per chiedere e aspettare Lui nel quale dovevano trovare ogni bene, come ora tutta la dottrina degli evangelisti e degli apostoli fa capire. Se vuoi che io ti dica qualche parola di conforto, guarda mio Figlio, obbediente a me e per amor mio sottomesso ed afflitto, e sentirai quante cose ti risponderà. Se  desideri che io ti sveli alcune cose o avvenimenti occulti, fissa in Lui i tuoi occhi e vi troverai dei misteri molto profondi, la sapienza e le meraviglie di Dio le quali, secondo quanto afferma il mio Apostolo, sono in Lui contenute: Nel quale Figlio di Dio sono nascosti i tesori della sapienza e della scienza di Dio, tesori di sapienza che saranno per te profondi, saporosi e utili più di tutte le cose che vorresti sapere“.

Buona giornata con il VANGELO DEL GIORNO (Mc 9, 2-13)

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elìa con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro. Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti. E lo interrogavano: «Perché gli scribi dicono che prima deve venire Elìa?». Egli rispose loro: «Sì, prima viene Elìa e ristabilisce ogni cosa; ma, come sta scritto del Figlio dell’uomo? Che deve soffrire molto ed essere disprezzato. Io però vi dico che Elìa è già venuto e gli hanno fatto quello che hanno voluto, come sta scritto di lui».

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