Quante volte, anche noi, abbiamo ragionato come Pietro? (Secondo gli uomini e non secondo Dio!)
di Giuliva di Berardino
–
NON SI PUÒ CAPIRE CHI È GESÙ SE PRIMA NON SI HA L’ESPERIENZA DI SALIRE CON LUI SULLA CROCE
Nel Vangelo di oggi Gesù chiede ai discepoli qualcosa sulla sua identità, come gli altri avvertono la sua presenza. Ma questa richiesta provoca in modo costante anche noi, oggi. Nel Vangelo percepiamo quasi come se Gesù stesso desideri che la sua presenza ci inquieti, che provochi qualcosa nella nostra esistenza.
In un certo senso aspetta anche da noi una reazione simile a quella di Pietro che interpreta proprio la reazione profonda di ogni uomo, stupito e scandalizzato davanti alla manifestazione di Dio che si rivela in modo completamente sorprendente.
Quante volte, infatti, anche noi, come Pietro, abbiamo ragionato secondo gli uomini e non secondo Dio! Sappiamo che Gesù è il Figlio di Dio, sappiamo che è il Cristo, cioè l’inviato dal Padre per salvarci dal peccato, però dimentichiamo troppo spesso che la salvezza che Cristo ci ha procurato è l’offerta della vita, dimentichiamo che la via di Cristo è dono totale di sé, abbraccio del peccatore, bacio del lebbroso, cura delle ferite, parola di fede, oltre ogni speranza.
La questione dell’identità di Gesù, allora, ci riguarda perché ci inquieta, e se non ci inquieta dovremmo stare lì sotto la croce, per vedere quanto di Gesù crocifisso c’è nelle nostre vite, quanto la nostra fragile umanità accoglie la salvezza di Cristo in quel modo, nella croce.
Non si può capire chi è Gesù se prima non si ha l’esperienza di salire con Lui sulla croce. Solo chi vive la croce, cioè la dimensione del dono, del sacrificio, solo questa situazione può aprirci alla gioia di conoscere davvero la sua identità di Figlio di Dio. Gesù infatti è Figlio di Dio perché è anche figlio dell’uomo, perché ha vissuto la condizione del dolore umano, della sofferenza, della prova, del rifiuto, come tutti noi.
Questo è Gesù: Colui che ci ha fatto gustare l’esagerazione dell’amore, un amore talmente forte che arriva fino alla sofferenza, fino al dono totale di tutto se stesso. Allora solo chi conosce l’amore così, sa chi è veramente Gesù, sa che Lui è la Risurrezione e la vita, sa che Lui solo può essere la speranza dell’umanità. Preghiamo allora oggi perché tante persone possano conoscere Gesù così.
Buona giornata con il Vangelo di oggi: Mc 8, 27-33
In quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa e altri uno dei profeti». Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno. E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere. Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».