I vichinghi (cattolici) che per primi sbarcarono in America
a cura di Pietro Licciardi
–
CON BUONA PACE DEI FANATICI DELLA CANCEL CULTURE FURONO COMUNQUE I CATTOLICI A SCOPRIRE E COLONIZZARE L’AMERICA
Rino Cammilleri è un noto scrittore e saggista, nonché autore di innumerevoli articoli di apologetica pubblicati su testate cattoliche e quotidiani nazionali. Di recente ha pubblicato con Fede e Cultura Il cavaliere rammollito, sesta raccolta di articoli pubblicati sulla rivista Il Timone, tra i quali ve ne è uno dedicato alla “scoperta” dell’America.
Come sappiamo c’è chi in sud e nord America ce l’ha parecchio con Cristoforo Colombo, “reo” di aver portato nel Nuovo Mondo i colonizzatori bianchi e soprattutto l’odiata religione cattolica, che ha ben presto soppiantato, specialmente nella parte meridionale del continente, le religioni pagane tradizionali e la “civiltà” indigena, anche se i culti e le usanze là praticate erano di una barbarie abominevole.
E’ per questo motivo che pur di screditare Colombo periodicamente si enfatizza il fatto che a scoprire per primi l’America sarebbero stati cinesi, polinesiani e vichinghi. Anzi, i più gettonati sono proprio questi ultimi, per il semplice fatto che loro da quelle parti ci sono stati davvero. Solo che vi rimasero per poco essendo stati in pratica cacciati dagli skraeling, i barbari nella lingua vichinga, ovvero i nativi americani nel linguaggio politicamente corretto o più familiarmente per noi gli indiani pellerossa.
Ma quello che pochi sanno, compresi i nuovi fanatici della cancel culture, che oltre ad odiare l’uomo bianco europeo e anglosassone, disprezzano la religione specialmente cattolica, è che quei primi colonizzatori vichinghi erano pure loro cristiani, come Colombo e i successivi conquistadores spagnoli che portarono la civiltà in un mondo preda di sulfuree divinità. Chi ancora nutre qualche dubbio su quanto abbiamo appena detto si riveda l’ottimo film di Mel Gibson Apocalypto.
Il primo vichingo a scorgere una terra al di là dell’oceano nell’anno 986 fu Bjarni Herjólfsson, che, riporta la Groenledinga Saga, lo comunicò una volta tornato in Norvegia. La cosa incuriosì il famoso Leif Heriksson, figlio del più famoso Erik il Rosso, a sua volta figlio di Thorvald Asvaldsson, pronipote di Naddoddr, lo scopritore dell’Islanda e fondatore di due colonie vichinghe in Groenlandia. Leif, che era diventato cristiano, comprò la nave di Bjarni e partì giungendo fin sull’Isola di Baffin, che chiamò Helluland: “terra delle pietre piatte”. Poi si spinse fino al Labrador che battezzò Markland: “terra dei boschi”, e infine approdò a Terranova dove trovò molta uva selvatica; per questo Leif chiamò quel luogo Vinland: “terra del vino” o, secondo alcuni studiosi, “terra erbosa”.
A proposito; come spiegano le cassandre del global warming il fatto che adesso al posto delle viti selvatiche, dell’erba e dei boschi c’è solo neve e ghiaccio? Eppure allora non c’erano né ciminiere, né macchine, né fabbriche a riempire l’atmosfera della famigerata CO2.
Ma torniamo ai nostri esploratori vichinghi. Secondo alcuni Leif si sarebbe spinto ancora più a Sud, fino all’attuale Virginia, ma comunque non poté restare a lungo continuamente bersagliato com’era dagli attacchi degli skraeling e probabilmente il motivo per cui la scoperta vichinga delle nuove terre ad ovest dell’Atlantico non fu consegnata alla storia è proprio la breve permanenza e l’impossibilità di stabilirvi delle colonie stabili.
Tuttavia, che piaccia o no, a scoprire l’America furono comunque dei cristiani. Anzi, cattolici dal momento che la rivolta luterana era ben al di là da venire. Tra l’altro, nell’equipaggio di Leif c’era Gudridur Thorbjarnardottir, incinta, che partorì suo figlio Snorri proprio a Vinland. Gudrid la Viaggiatrice o la Santa era cristiana, suo figlio fu vescovo e lei fu addirittura ricevuta dal Papa.