Se volete vivere più sereni e liberi: buttate la Tv!
di Pietro Licciardi
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COME LIBERARSI DELLA TELEVISIONE IN DUE MOSSE. ISTRUZIONI PER L’USO
Il recente Festival di Sanremo ha riacceso le polemiche tra il pubblico sempre più deluso da una televisione che propone a getto continuo contenuti scadenti, diseducativi, che trasudano ideologia e fanno sospettare – anzi, i più avveduti ne sono ormai certi – che sia in atto un vero e proprio lavaggio del cervello per fare accettare alle “masse” quello che certe elite hanno deciso debbano essere i nuovi “valori” e il nuovo modello di società: multirazziale, omosessualista, green e pagana. Non c’è più spettacolo, film, pubblicità o sceneggiato che non mostri coppie omosessuali, famiglie “aperte”, sesso spacciato per amore… Per non parlare dei personaggi sessualmente ambigui che ormai sono ospiti fissi in quasi tutti gli show o degli spot dove non manca l’interprete africano o asiatico – come se l’Italia fosse già una nazione multiculturale – Perfino le canzonette esaltano o propongono esperienze di sesso e droga.
Insomma quello che tracima dagli schermi è ormai una Sodoma e Gomorra senza soluzione di continuità e l’unico svago decente sembrano essere ormai solo i vecchissimi film che le reti, anche quelle nazionali, tirano fuori da qualche fondo di magazzino, provenienti da un’altra epoca e un ormai un altro mondo. Anche se sono talmente infarciti di pubblicità da farli sembrare un mero riempitivo tra uno spot e l’altro.
Sembra quindi proprio essere arrivato il momento in cui se si ha a cuore la salute dell’anima propria e dei propri cari è letteralmente necessario buttare la tv nella pattumiera. E sottolineiamo buttare, perché spengerla o cambiare canale, nell’illusione di poterne fare un uso intelligente non serve proprio a nulla. Per come è fatto l’Auditel, il sistema che misura gli ascolti di un determinato programma, infatti è probabile che i responsabili della programmazione televisiva neppure si accorgano se avete l’apparecchio spento o sintonizzato da un’altra parte.
Disfarsi dell’apparecchio televisivo, a nostro modesto avviso, ha tre vantaggi. Innanzitutto, come appena detto, se ne ha un enorme beneficio sulla salute psicologica e spirituale, basti pensare a quanto ha contribuito la Tv durante la pandemia a diffondere terrore e confusione tra le persone e quanto odio ha generato nella società. In secondo luogo si smette di pagare quell’odiosa tassa chiamata Canone Rai che appesantisce le già esose bollette elettriche. In terzo luogo smettendo di pagare il canone e facendo diminuire gli introiti pubblicitari in virtù dei diminuiti ascolti si rende più difficile alle aziende, Rai e Mediaset, in primis, di finanziare i loro programmi e personaggi spazzatura.
Ma come fare a rinunciare alla televisione, si chiedono in molti, se, appunto, il canone è obbligatorio e incluso nella bolletta?
Ebbene, secondo il Ministero dello sviluppo economico l’apparecchio televisivo «è un apparecchio in grado di ricevere, decodificare e visualizzare il segnale digitale terrestre o satellitare, direttamente (in quanto costruito con tutti i componenti tecnici necessari) o tramite decoder o sintonizzatore esterno»; pertanto una tv priva di decoder o con la scheda interna disabilitata cessa di essere tale per diventare un semplice monitor, come quelli in uso ai computer da tavolo e dunque è esente dal pagamento della tassa.
Ottenere lo storno dell’importo relativo dalla bolletta è relativamente semplice. Basta infatti collegarsi al sito della Agenzia delle entrate dove in una apposita sezione sono le istruzioni per presentare la dichiarazione di non detenzione dell’apparecchio televisivo. La dichiarazione deve essere presentata entro il 31 gennaio di ogni anno solare recandosi di persona al proprio ufficio territoriale della Agenzia oppure inviando il modulo scaricato e compilato all’agenzia mediante posta certificata. Un’altra possibilità, per chi ci riesce e ha la pazienza di cimentarsi con le trappole telematiche dell’amministrazione pubblica, è utilizzare l’applicazione web, disponibile sul sito internet della Agenzia delle Entrate, utilizzando le credenziali Fisconline o Entratel.
Come si vede basta poco per passare dal mugugno e dalle inutili e vacue chiacchiere sui social all’azione, esercitando nei fatti il nostro sacrosanto diritto di scelta senza subire passivamente le sconcezze che altri vogliono propinare a noi e ai nostri figli.
A chi è preoccupato per come trascorrerà le proprie serate senza mamma Rai o sorella Mediaset suggeriamo un buon libro, una telefonata, magari una visita a qualche amico o conoscente che i nostri molteplici impegni ci hanno fatto perdere di vista. Per i videodipendenti, come chi scrive, c’è sempre il computer, questa sorta di scatola magica che ci fa scegliere quale film guardare, a quale concerto assistere, che dibattito seguire; perfino con la possibilità di partecipare in diretta con le proprie considerazioni o domande.