È stato un Festival di Sanremo di sinistra, dunque relativista
di Diego Torre
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I PARTECIPANTI AL FESTIVAL CON LE TASCHE PIENE DEI SOLDINI SCUCITI DA MAMMA RAI HANNO PORTATO AVANTI LA “RIVOLUZIONE SESSUALE”
Sanremo è stato un festival al bacio. Anzi ai baci. Fra coniugi, colleghi, amici e conoscenti. Baci al calor rosso e mimica di rapporti (omosessuali) e quant’altro. Cosa vogliamo di più e di meglio?
È il nuovo che avanza! E’ quella rivoluzione sessuale, nel 68 ancora alla fase di avanguardia e che ora ambisce a diventare fenomeno di massa. E ha buone speranze di diventarlo se 2 italiani su 3 sono rimasti incollati allo schermo in obbedienza ai dettami di mamma RAI.
Prima si inorridiva dinnanzi a simili scene, ora si ride e ci si diverte. Così almeno pare guardando il pubblico sanremese. E’ questa la fotografia del popolo italiano?
Eppure tutto era iniziato così garbatamente, con la presenza impeccabile di Mattarella e le declamazioni elogiative della Costituzione in salsa antifascista fatte dal comico di corte. Il selfie del Presidente della Repubblica e figlia, con Amedeus, Morandi e Ferragni lasciava sperare in una limitazione di eccessi.
Fin qui lo spettacolo teneva, ma dallo strano abito-nudo della esangue Chiara in poi è stata tutta una progressione.
C’è chi ha sfasciato il palco.
C’è stata la donna vestita da uomo (originalissimo) “per dimostrare che….” ; ma chi se ne frega?
C’è stato l’appello angosciato e sofferto al presidente del consiglio: «Giorgia, legalizzala» (la droga ovviamente).
E poi la collana d’oro a forma di utero “per ricordare che …”; e ovviamente l’esaltazione del “diritto d’aborto”, ovvero quello di una madre di sopprimere il proprio figlio finchè lo porta in grembo (e perché dopo no?).
E come non indignarci dinnanzi alle denunce di una povera ragazza di colore, che nasce, cresce, fa carriera, diventa una star mondiale della pallavolo, si arricchisce, è portabandiera olimpica italiana alle Olimpiadi di Tokyo, viene nominata Cavaliere Ordine al merito della Repubblica …. il tutto in un Italia tanto razzista?
E ovviamente tanti richiami alla libertà di sesso (loro lo chiamano amore), in tutti i modi e secondo tutte le mode. Fallo come vuoi e con chi vuoi! Gli anabattisti di Munster lo applicarono già nel ‘500, imponendo la poligamia per legge… ma non concepivano ancora le piacevolezze del fluid.
Qualcuno ha detto che è stato il festival della sinistra. Lo scrive anche Repubblica che lo ritiene il «Festival della Nuova Resistenza, l’opposizione più allegra e decisa a Giorgia Meloni», guidata dal «mite presentatore», «diventato più potente di qualsiasi potere politico italiano».
Ed è vero, non tanto perché è servito da passerella a tante vecchie glorie da sempre schierate a sinistra, quanto perché quella parte politica meglio rappresenta e promuove, con sempre maggior forza, il relativismo dal quale ci aveva messo in guardia il card. Ratzinger il giorno prima di essere eletto Papa. E’ l’ultima frontiera del marxismo, quella nebulosa anarchia universale profetizzata dal barbuto filosofo, che avrebbe “concluso” la storia dopo la dittatura del proletariato. Ed essa non procede tanto sulle onde del pensiero e della politica quanto sul fronte della degradazione, anzi della dissoluzione, dei costumi. Ed in tal senso, spettacolo artificiali quanto banali come Sanremo, amplificati dai media, hanno un peso determinante nel corrompere i popoli, abituandoli alla “normalità” di tutti gli eccessi. Il mite presentatore non ha avuto difficoltà ad annunciare candidamente: ”Ai bambini va spiegato che esiste un uomo che ama un uomo e una donna che ama una donna, che è normale e che questo va portato ovunque, in televisione e nello spettacolo”. Chiaro? Ipse dixit! Per rassicurare i moderati basta il suo volto bonario, e, quest’anno per la prima volta, addirittura quello del Presidente della Repubblica.
Però alla fine vince Marco Mengoni, della cui vita sentimentale non si sa alcunché, che ama tanto la sua famiglia d’origine e che sa cantare. Si è dichiarato dispiaciuto dell’assenza di donne nei primi 5 posti e nessuno potrà così dire che è machista. Ma soprattutto ha chiamato subito, per rallegrarsi con lei, la donna che più conta per un italiano vero: la mamma.
E fu così che vissero tutti felici e contenti.
I partecipanti al festival con le tasche piene dei soldini scuciti da mamma RAI, ovvero dal canone pagato da tutti, e gli italiani contenti di aver dimenticato fatture, inflazione, guerra in Ucraina etc.