Gesù non ci abbandona nella prova, si fa carico della nostra fame di giustizia e pace
di Angelica La Rosa
–
NEL VANGELO DI OGGI CI VIENE ANNUNCIATO COME GESÙ ABBIA COMPASSIONE DELLA FOLLA
Nel Vangelo di oggi ci viene annunciato come Gesù abbia compassione della folla: “ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare”, dice ai discepoli. Gesù percepisce la fame di tutta quella gente. Questa fame che percepisce il Signore non è solo fame di pane, ma questa una fame di un bisogno di essere nutriti interiormente, profondamente. Ce ne accorgiamo dalla domanda dei discepoli che ci colpisce: “come riuscire a sfamarli di pane qui, in un deserto?”.
I discepoli vedono un deserto, ma in realtà, quel luogo non era deserto, perché c’era tanta gente! È evidente che qui ci si riferisce non tanto al luogo fisico in cui Gesù stava insegnando, ma a una situazione interiore che si era provocata dopo tre giorni dall’ascolto di Gesù e che aveva scaturito la prova nel cuore di quelle persone.
Il deserto nella Bibbia è un luogo simbolico, non è solo simbolo della solitudine che porta alla tristezza, ma anche della prova, di tutte quelle situazioni che ci capitano addosso senza che le scegliamo. Se ci è capitato di stare in un luogo affollato, ma di sentirsi soli dentro, e se si è passati la prova, capiamo bene quello che viveva quella folla, perché è un’esperienza umana. Per questo Gesù dice “sento compassione per questa folla”.
Gesù non è indifferente alla situazione di quella folla, perché Lui non è indifferente ai nostri deserti interiori. E qui Gesù compie la Sacra Scrittura, che annuncia, attraverso il profeta Osea, come Dio parlerà al cuore del suo popolo, proprio nel deserto (Os.1-2). Gesù non ci abbandona nella prova, ma si fa carico della nostra fame di giustizia e di pace, perché il Vangelo ci annuncia che, alla fine, tutta quella folla mangiò a sazietà. Ecco allora che comprendiamo una verità importante: sembrava che i discepoli fossero in un deserto, e invece, alla domanda di Gesù: “quanti pani avete?” si trovano ben sette pani, e poi anche qualche pesce. E quello che maggiormente stupisce di tutto questo episodio, è proprio questo: i discepoli erano davvero certi di non poter far nulla per tutta quella gente. E invece non è stato così! Questo ci insegna non solo che, nel bisogno, qualcosa si trova sempre, perché, come dicevano gli antichi, “Mater artium necessitas”, cioè “La necessità crea virtù”, quindi invece di scoraggiarci possiamo sempre ingegnarci per trovare una soluzione, ma oggi impariamo anche una verità più profonda, un annuncio di fede: nel bisogno, il pane che ho per me, cioè ciò che sfama me nel mio desiderio di bene e di pace, può diventare un mezzo per partecipare alla compassione che Gesù prova per tutti. Questo vuol dire che ciascuno di noi è importante per sfamare i bisogni di pace, di amicizia, di attenzione che tutti ci portiamo dentro, gli uni verso gli altri, possiamo sfamarci a vicenda. Quanta fame di bene, di pace, di verità e di amicizia esiste nelle nostre città? Pensiamoci! E chiediamo a Dio Padre di donarci la capacità che Gesù ha avuto di sentire la fame di quella folla, quel giorno, perché, se davvero abbiamo a cuore il bene di chi ci vive accanto, non possiamo rassegnarci a vederlo soffrire! Non possiamo non rispondere anche noi alla fame spirituale che ci circonda, come hanno fatto i discepoli, quel giorno. Non si tratta di fare tanti sforzi, ma di vedere nel deserto non quello che non c’è, ma quello che c’è. Fosse solo la nostra presenza, lo sappiamo, fosse pure di un piccolo sorriso per qualcuno che incrociamo per strada, potrebbe bastare a far sì che, nel deserto di tanti cuori, torni quella gioia che fa crescere la speranza, la fiducia e che può rinnovare le forze, nel cuore di chi ci sta vicino. E anche le nostre.
Buona giornata con il Vangelo di Sabato 11 febbraio 2023
Mc 8,1-10
In quei giorni, poiché vi era di nuovo molta folla e non avevano da mangiare, Gesù chiamò a sé i discepoli e disse loro: “Sento compassione per la folla; ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Se li rimando digiuni alle loro case, verranno meno lungo il cammino; e alcuni di loro sono venuti da lontano”. Gli risposero i suoi discepoli: “Come riuscire a sfamarli di pane qui, in un deserto?”. Domandò loro: “Quanti pani avete?”. Dissero: “Sette”. Ordinò alla folla di sedersi per terra. Prese i sette pani, rese grazie, li spezzò e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero; ed essi li distribuirono alla folla. Avevano anche pochi pesciolini; recitò la benedizione su di essi e fece distribuire anche quelli. Mangiarono a sazietà e portarono via i pezzi avanzati: sette sporte. Erano circa quattromila. E li congedò. Poi salì sulla barca con i suoi discepoli e subito andò dalle parti di Dalmanutà.