L’emergenza per intervenire in Ucraina l’hanno dichiarata subito, su Turchia e Siria invece…
di Daniele Trabucco e Filippo Borelli
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STATO DI EMERGENZA PER INTERVENTO ALL’ESTERO SINO AL 24 MAGGIO 2023 PER LA REPUBBLICA D’UCRAINA: L’ITALIA SI DIMENTICA DELLA TURCHIA E DELLA SIRIA?
L’anno scorso, in occasione dello scoppio del conflitto tra Federazione Russa e Repubblica d’Ucraina, l’allora Esecutivo presieduto dal Prof. Mario Draghi fu assai sollecito nel deliberare il 25 febbraio 2022 ai sensi dell’articolo 29 del Decreto Legislativo n. 1/2018 e successive modificazioni (c.d. Codice della protezione civile) “lo stato di emergenza per intervento all’estero” fissato allora in tre mesi.
Lo stato di emergenza venne poi prorogato, con delibera del Consiglio dei Ministri del 12 maggio 2022, dallo stesso Esecutivo sino al 31 dicembre 2022 e dall’attuale esecutivo sino al 24 maggio 2023 (deliberazione del Consiglio dei ministri del 28 dicembre 2022).
L’obiettivo era quello di consentire alla Protezione civile, i cui interventi in questa ipotesi rientrano all’interno delle attività del Meccanismo di Protezione Civile dell’Unione Europea, di compiere operazioni in ambito internazionale.
Il Meccanismo di Protezione Civile dell’Unione Europea è stato istituito nel 2001 per promuovere e coordinare le singole autorità nazionali di protezione civile e dalla sua istituzione è stato attivato più di 300 volte alle emergenze verificatesi in Europa e nel mondo.
Con la prima deliberazione del Consiglio dei Ministri del 25 febbraio 2022 vennero stanziati 3.000.000,00 di Euro, importo, poi integrato di € 12.000.000,00, con deliberazione del Consiglio dei Ministri del 17 marzo 2022 a valere sul Fondo per le emergenze nazionali.
Si legge sul sito https://italy.representation.ec.europa.eu/n che l’Unione Europea avrebbe mobilitato 1.180 soccorritori attraverso il meccanismo della protezione civile ed, a questo punto, a fronte delle immagini di devastazione che provengono dalla Turchia e dalla Siria viene da chiedersi perché, pur essendoci lo strumento normativo ed appunto il precedente rappresentato dalla crisi Russo – Ucraina, l’attuale esecutivo non deliberi lo stato di emergenza per intervento all’estero nei territori di Turchia e Siria, stanziando anche i relativi fondi.