Quell’individuo che tanto disturba: il concepito
di Maria Bigazzi
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IL MONDO ABORTISTA INORRIDISCE DI FRONTE ALLA PROPOSTA DI RICONOSCERE LA CAPACITÀ GIURIDICA DEL CONCEPITO, DALL’ALTRA PARTE PERÒ EGLI PUÒ PRENDERE PARTE A DETERMINATI ATTI GIURIDICI. MA ALLORA PERCHÉ NON DOVREBBE ESSERE MODIFICATO L’ARTICOLO 1 DEL CODICE, ATTRIBUENDOGLI PER LEGGE TALE CAPACITÀ?
Il 27 gennaio di ogni anno viene celebrato il Giorno della Memoria, giornata che in realtà ha assunto un significato tutto politico e propagandistico.
In Germania quest’anno, il Parlamento ha onorato le vittime della persecuzione nazista “a causa della loro identità di genere o orientamento sessuale”.
Siamo arrivati al punto di fare distinzioni anche all’interno di un’azione malvagia come è stata quella nazista, per battere ferro sul solito chiodo.
Si legge che il parlamento tedesco ha accolto con piacere l’iniziativa richiesta da anni dalle comunità omosessuali. Sarebbe invece opportuno che venisse accolta con così tanto entusiasmo un’altra proposta che vede il ricordo di tutte quelle innumerevoli vittime uccise quotidianamente attraverso l’aborto, di cui peraltro Hitler era un sostenitore.
Ma nella maggior parte dei Paesi come in Italia, la soppressione di un essere umano innocente non conta nulla, anzi, la nostra Camera non ha avuto nessuno scrupolo nel confermare che una legge liberticida come la 194 non deve essere toccata.
Eppure, nonostante il concepito non venga considerato come avente capacità giuridica, ci sono alcuni elementi della Legge Italiana che invitano a riflettere e che sono contraddittori.
Di ciò ci accorgiamo in ben tre articoli dello stesso Codice Civile in cui viene nominato esplicitamente quell’individuo che tanto disturba.
Se all’articolo 1 cc del Libro primo “delle persone fisiche” troviamo scritto che “la capacità giuridica si acquista al momento della nascita”, con il riferimento all’articolo 22 della Costituzione, si rimane stupiti leggendo invece l’art. 462 del Libro secondo riguardante le successioni, dove si apprende che “sono capaci di succedere tutti coloro che sono nati o concepiti al tempo dell’apertura della successione”.
Per la Legge italiana, la capacità giuridica che è l’attitudine ad essere titolari di poteri e doveri giuridici, si acquista nel momento in cui il feto si stacca dal grembo materno, escludendo in questo modo il concepito; allo stesso tempo però afferma che esso è in grado di succedere e quindi di partecipare all’attività giuridica. Non solo, può anche ricevere donazioni, infatti all’art. 784 si legge che “la donazione può essere fatta anche a favore di chi è soltanto concepito”.
Ci troviamo di fronte a un paradosso: il mondo pro-choice inorridisce di fronte alla proposta di riconoscere la capacità giuridica del concepito, dall’altra parte però egli può prendere parte a determinati atti giuridici. Ma allora perché non dovrebbe essere modificato l’articolo 1 del Codice, attribuendogli per legge tale capacità?
Per ideologia, perché affermando che il concepito ha capacità giuridica significa andare a contestare (ovviamente) qualsiasi atto contro di esso, a cominciare dalla tanto difesa legge 194, di cui abbiamo difensori intrepidi da una parte e pavidi venduti dall’altra…
Finché la Vita non verrà considerata nella sua interezza e per la sua dignità, non potremo avere alcun progresso sociale, al contrario ogni azione diventerà scusabile, accettabile e quindi legale.
Scriveva Erich Kaufman nel Die Gleichheit vor dem Gesetz (1927), “Lo Stato non crea diritto, lo Stato crea leggi, e Stato e leggi stanno sotto il diritto”.
Se lo Stato propone e attua una legge iniqua, è dovere opporvisi e fare in modo che il diritto compia il suo dovere effettivo che non è quello di sancire la morte di un essere umano.
A che serve allora celebrare una giornata della memoria se nel frattempo si continuano a compiere gli stessi crimini appoggiando la cultura della morte e portando avanti un genocidio che non ha fine, nel silenzio e ad armi impari nei confronti di chi non può difendersi.
Quanta paura fa il concepito, e quanta ne fa la Vita!