La vita viene disprezzata anche con la sua manipolazione
di Maria Bigazzi
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FECONDAZIONE ASSISTITA, MATERNITÀ SURROGATA, SPERIMENTAZIONE SU EMBRIONI, E MOLTO ALTRO, SONO TUTTI ATTACCHI ALLA SACRALITÀ DELLA VITA UMANA
Ieri, Domenica 5 febbraio, si è celebrata la 45esima giornata per la Vita, occasione importante per la difesa della Vita, per l’approfondimento di tale argomento e per ribadire i valori fondamentali che riguardano l’uomo dal concepimento fino alla morte naturale.
In questa giornata, infatti, si è invitati a vivere ciò che deve accompagnare ogni giorno, ovvero la testimonianza ferma e sincera della cultura e del Vangelo della Vita, che si traduce nella consapevolezza del valore e della dignità di ogni persona, principi oggi completamente stravolti nel loro vero significato.
Pratiche come l’aborto, l’eutanasia e la manipolazione della vita, dipendono tutte dal non considerare più la persona nella sua interezza, ma esclusivamente nell’ottica consumista ed egoista: esisti finché servi e non crei un ostacolo al vivere sociale, nel momento in cui la tua vita diventa un “peso”, vieni emarginato e accompagnato a porre fine alla tua esistenza.
Nel messaggio del consiglio Episcopale permanente della Cei per la 45esima giornata per la Vita, titolato “La morte non è mai una soluzione”, si legge come oggi “il produrre la morte stia progressivamente diventando una risposta pronta, economica e immediata a una serie di problemi personali e sociali. Tanto più che dietro tale “soluzione” è possibile riconoscere importanti interessi economici e ideologie che si spacciano per ragionevoli e misericordiose, mentre non lo sono affatto”.
“Quando un figlio non lo posso mantenere, non l’ho voluto, quando so che nascerà disabile o credo che limiterà la mia libertà o metterà a rischio la mia vita… la soluzione è spesso l’aborto.
Quando una malattia non la posso sopportare, quando rimango solo, quando perdo la speranza, quando vengono a mancare le cure palliative, quando non sopporto veder soffrire una persona cara… la via d’uscita può consistere nell’eutanasia o nel “suicidio assistito” (ibidem).
Questo è ciò che offre il mondo che presenta la vita come qualcosa da vivere in modo spensierato, egoistico e consumista, secondo il carpe diem, e proprio per questo motivo la disprezza riducendola a un qualcosa fine a sé stesso, che si può possedere, comprare, eliminare…
La giornata per la Vita si propone di richiamare e risvegliare le coscienze su un tema tanto discusso e allontanato dal pensiero comune sempre più aperto alla cultura della morte al punto di legiferare la morte procurata per i bimbi non voluti e per gli anziani considerati un peso. Ma la vita viene disprezzata anche con la sua manipolazione: fecondazione assistita, maternità surrogata, sperimentazione su embrioni utilizzati per ricerche scientifiche e mediche, al fine di produrre prodotti come quelli cosmetici e molti altri.
Eppure, tutto questo viene accettato come normalità, come diritto addirittura fondamentale e “umano” (sic!), espressione di libertà, quella di uccidere un indifeso che esiste ma che non viene tutelato nel suo primo diritto.
La stessa ragione porta a comprendere l’illogicità che sta alla base dell’ideologia pro-choice. Come scrisse G. Chesterton in Odissea, “tutto il mondo moderno è in guerra con la ragione”, e ben sappiamo che “il sonno della ragione genera mostri”.
Ci troviamo infatti a ribadire ciò che dovrebbe essere alla base della conoscenza dell’uomo e della sua esistenza. La scienza stessa, in questi ultimi anni elevata a unica fonte di autorevolezza, dimostra chiaramente come dal momento del concepimento abbia inizio la vita e come il concepito entri in una relazione unica con la madre e anche con il mondo esterno che lo circonda e che passo dopo passo comincia a conoscere.
Cosa può rimanere di una società che permette di uccidere i suoi figli, e che cerca di stravolgere la natura dell’uomo, distruggendo la vera famiglia formata da un uomo e una donna per portare avanti valori e principi contrari alla dignità dell’uomo stesso?
La Dottrina Sociale della Chiesa definisce peccati sociali tutti quei peccati commessi contro la giustizia nei rapporti tra persona e persona, tra la persona e la comunità, e ancora tra la comunità e la persona; ovvero “ogni peccato contro i diritti della persona umana, a cominciare dal diritto alla vita, incluso quello del nascituro, o contro l’integrità fisica di qualcuno; ogni peccato contro la libertà altrui, specialmente contro la libertà di credere in Dio e di adorarlo; ogni peccato contro la dignità e l’onore del prossimo” e ancora “ogni peccato contro il bene comune e contro le sue esigenze, in tutta l’ampia sfera dei diritti e dei doveri dei cittadini”.
Uno dei grandi pericoli di oggi è quello che molti che si dicono cattolici sono sostenitori dell’aborto, e non si accorgono dell’errore grave in cui vivono, e di quanto queste due cose siano assolutamente antitetiche.
È dunque necessario riscoprire il valore della Vita, dal concepimento fino alla sua fine naturale, senza mai stancarsi di ribadire la verità, non scendendo a compromessi, perché se non si considera la vita come inviolabile, ogni genere di violenza diventa lecita, ogni atto contro il prossimo può essere scusato, cadendo davvero nell’ “Homo homini lupus” di Hobbes.
Il cambiamento si può operare da subito, mettendo in pratica il Vangelo della Vita e utilizzando la ragione per contrastare la cultura della morte che avanza portando tenebre e distruzione, ma che come ben sappiamo, non può nulla contro la forza della Verità.