In Spagna si sta diffondendo la follia dei “battesimi” civili

In Spagna si sta diffondendo la follia dei “battesimi” civili

di Angelica La Rosa

LA CHIAMANO “CERIMONIA DI BENVENUTO ALLA CITTADINANZA CIVILE”. PRETENDE DI SOSTITUIRE IL SACRAMENTO DEL BATTESIMO

Come riporta il quotidiano “Levante”, la Giunta degli Enti Locali della Comunità di Valencia ha approvato una mozione per lanciare quella che tecnicamente si chiama «cerimonia civile di benvenuto alla cittadinanza», nota anche come “battesimo civile”. In questo modo Valencia segue le orme della città di Alicante di Elche.

La mozione include il diritto per le persone di celebrare un atto che formalizza la nascita di un bambino o di una bambina “indipendentemente dal fatto che i genitori o i tutori professino o meno una fede”. Di conseguenza, il “rito” prevede una cerimonia pubblica “di carattere formale e protocollare, priva di effetti giuridici”. E affinché ciò sia possibile, i servizi comunali offriranno sia la presenza delle autorità all’evento sia uno spazio dove poterlo svolgere.

Come ha spiegato il sindaco di Valencia Joan Ribó, “una nascita è l’inizio di una traiettoria vitale in cui si incontrano sentimenti, circostanze e momenti unici. E dalle pubbliche amministrazioni dobbiamo garantire la libertà e l’uguaglianza di ogni nuova vita, che deve includere il diritto di celebrare un atto che ufficializza la nascita, indipendentemente dal fatto che i genitori o i tutori professino o meno una fede”.

“Le cerimonie civili di benvenuto alla cittadinanza sono un modo per sostenere e celebrare ufficialmente l’inserimento di una persona nella vita sociale, per accogliere in modo pubblico un bambino o una bambina nella nostra comunità, e per promuovere, fin dalla tenera età, il senso di appartenenza alla comunità”, ha spiegato il sindaco.

Il sindaco ha voluto ricordare che la tutela della persona che viene al mondo è un tema fondamentale che è inserito nella Costituzione spagnola e nella Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo. Inoltre, ha sottolineato, “la possibilità di compiere atti di natura formale e protocollare, privi di effetti giuridici, da parte dei Comuni si fonda sulla promozione delle attività culturali, sullo sviluppo della partecipazione cittadina e sullo sviluppo dei valori civici nel campo della comunità di quartiere, come affermato nella legge 7/1985, del 2 aprile, che regola le basi del regime locale”.

Valencia non sarà l’unica città della Comunità Valenciana a celebrare questo tipo di cerimonie. Si svolgono anche a Elche, provincia di Alicante, dall’inizio del 2021. Tuttavia, il fatto che il consiglio comunale di Elche addebiti la stessa cifra per un “battesimo civile” che viene chiesta per la celebrazione di un matrimonio civile, circa € 125, ha causato il fatto che poche famiglie abbiamo richiesto la cerimonia.

Il lancio del “battesimo civile”, peraltro sostenuto dalle comunità politiche locali e pubblicizzati come eventi socialmente importanti e altre belle parole, in realtà rappresenta l’ennesima parodia (e dunque presa in giro) di un sacramento cristiano. In questo caso del primo dei sacramenti: il battesimo.

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