L’intelligenza artificiale e un certo quadro distopico ma realistico

L’intelligenza artificiale e un certo quadro distopico ma realistico

di Daniele Trabucco

LA “LUCIDA FOLLIA” DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE

L’intelligenza artificiale, in via approsimativa, possiamo ritenerla l’asservimento tecnologicamente e scientificamente concepito dell’umanità e della natura in vista della possibilità di realizzare qualunque scopo attraverso le molteplici tecnologie guidate dal sapere scientifico.

In questo quadro distopico, ma realistico, l’intelligenza artificiale ha il vantaggio, rispetto all’uomo, di fare esattamente ciò per cui vien programmata: i robot, infatti, non discutono gli ordini, eseguono e basta, lavorano senza rivendicazioni (robota in ceco significa “lavoro serviil”, “lavoro forzato”).

Questo è il fascino dell’automa. Programmabile, controllabile, affidabile, sostituibile, obbediente. I robot si prestano perfettamente a eseguire gli ordini della volontà; che tipo di volontà ci sia a dirigerli non conta.

Sono ideali servitori della volontà di potenza. Sicché se si sostituissero gli umani con i robot o si trasformassero gli umani in robot, cioè in servitori e operatori della tecnica (e il progetto si estende già anche ad animali, insetti, vegetali, batteri, virus, anticorpi), la volontà di potenza potrebbe realizzare i propri piani e progetti di dominio dell’esistente in maniera molto più efficiente ed efficace.

É e resta il sogno di una follia, seppur mostruosamente coerente, reale e “razionale”.

 

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