Aumentano gli attacchi “Price tag” degli estremisti ebrei contro i cristiani
di Angelica La Rosa
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I FRANCESCANI DI TERRA SANTA DENUNCIANO UN CLIMA DI ODIO CONTRO I CRISTIANI
Un ebreo statunitense di 40 anni (poi arrestato dal personale della chiesa e consegnato alla polizia) ha fracassato con un martello una statua di Gesù Cristo conservata presso la Cappella della Flagellazione di Gerusalemme, all’inizio della Via Dolorosa. I frati francescani hanno pubblicato un comunicato in cui denunciano una “catena” di eventi “diretti” contro la comunità, legati a un clima di odio nell’opinione pubblica.
“Continuiamo con preoccupazione e condanniamo fermamente questa escalation di gravi atti di odio e violenza contro la comunità cristiana in Israele”, hanno sottolineato dalla Custodia di Terra Santa Fra’ Francesco Patton e Fra’ Albero Joan.
Mentre in un primo tempo si era parlato di “gruppi di estremisti ebrei”, dai dati attuali sembra essere chiaro che si trattava di un unico aggressore, circostanza che però non rende meno grave quanto accaduto, legato ad un clima generale di odio ebraico contro i cristiani.
La Custodia di Terra Santa ha ricordato come “non è un caso che la legittimazione della discriminazione e della violenza nell’opinione pubblica e nell’attuale scena politica israeliana si traduca anche in atti di odio e violenza nei confronti della comunità cristiana. Il governo israeliano e le forze dell’ordine agiscano con determinazione per garantire la sicurezza di tutte le comunità, assicurare la protezione delle minoranze religiose e sradicare il fanatismo religioso, questi gravi fenomeni di intolleranza, questi crimini d’odio e atti di vandalismo diretti contro i cristiani in Israele”.
Alla spirale di violenza tra israeliani e palestinesi (alimentata anche dalla camminata di Ben-Gvir verso la Spianata delle Moschee) si sono aggiunti da settimane numerosi episodi di natura confessionale. Almeno cinque contro i cristiani, afferma la Custodia, avvenuta dopo l’attacco di religiosi ebrei contro i turisti della scorsa settimana, la scritta “morte ai cristiani” sui muri di un monastero e l’assalto al centro maronita della città settentrionale di Ma’alot.
Questo vandalismo nella città vecchia di Gerusalemme, infatti, è solo l’ultimo di una lunga serie di attacchi intimidatori, alcuni dei quali sono firmati “price tag” (l’etichetta del prezzo da pagare) e possono essere attribuiti a coloni o estremisti ebrei. All’inizio di quest’anno, estremisti ebrei hanno profanato un cimitero cristiano sul Monte Sion e in precedenza avevano attaccato diversi altri obiettivi, tra cui la chiesa vicino al Cenacolo, la Basilica di Nazareth e altri edifici cattolici e greco-ortodossi.
Sotto i riflettori ci sono anche moschee e luoghi di culto musulmani. “Price tag” è uno slogan usato dagli estremisti israeliani, che minacciano cristiani e musulmani di “portare via la loro terra”. Un tempo il fenomeno era diffuso solo nelle zone di confine della Cisgiordania e di Gerusalemme, ma oggi si è esteso a gran parte del territorio israeliano.