Quante ne hai passate, carissimo Papa Benedetto!
di Patrizia Stella
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IN MEMORIA DI PAPA BENEDETTO XVI NEL TRIGESIMO DELLA SUA DIPARTITA AL CIELO (31 DICEMBRE 2022 – 31 GENNAIO 2023)
Carissimo Santo Padre Papa Benedetto, mi hanno detto che quando si è partiti per il cielo, ci si può dare del TU come per tutti i Santi e le Sante che troveremo a condividere la nostra gioia per essere finalmente approdati in luogo sicuro e bello dopo tante battaglie e tribolazioni su questa terra.
E quante non ne hai passate anche tu, carissimo papa Benedetto! La tua vita esemplare ed eroica ha dato così tanto fastidio al diavolo che ti ha voluto sferrare degli attacchi continui, contundenti, gravissimi, non solo sulla terra ma perfino adesso che sei passato certamente a miglior vita, come si suol dire.
Sei stato attaccato sempre da tutti, non dai soliti nemici del papato e della Chiesa, ma soprattutto dagli amici di casa tua, dai tuoi figli sacerdoti, Vescovi, Cardinali, fedeli laici di destra e di sinistra, sia da certi tradizionalisti duri e superbi come demoni, che da progressisti per i quali eri solo un pastore tedesco intransigente mentre eri tenerissimo, rispettosissimo e delicatissimo con tutti, perfino nell’accettare l’umiliazione di vederti rifiutare la stretta di mano dai tuoi più vicini collaboratori, gli indegni tuoi Vescovi tedeschi in occasione di uno dei tuoi viaggi nella tua terra.
L’ignoranza unita alla superbia e al disprezzo per l’altissima tua cultura in tutti gli ambiti, soprattutto teologica, era tale in coloro che avrebbero dovuto accoglierti come docente di alto livello nelle varie università, che hanno preferito abbassarsi a livello dei peggiori barbari e chiuderti le porte in faccia, forse perché temevano la tua altissima preparazione e non erano in grado di competere col tuo livello culturale, umano, ascetico, altissimo sia pure umilissimo.
E quando quel miserabile tuo maggiordomo, indegno di starti vicino, ti ha voluto sottrarre documenti importanti quasi per farti apparire agli occhi del mondo come un povero demente o peggio (Dio mi perdoni), tu non ti sei accanito contro di lui, ma lo hai perdonato come non avrebbe mai fatto neppure un padrone con l’amministratore infedele che gli ha rovinato perfino la reputazione.
E che dire del fatto tristissimo dello scisma di mons. Lefebvre che vogliono far passare per santo? Quanta sofferenza ha provocato nel tuo cuore mentre eri Prefetto della Congregazione per la Fede oltre che nel cuore di San Giovani Paolo II.
Entrambi gli avevate concesso numerose udienze e aperture a tutte le sue arroganti pretese (come se la situazione drammatica della chiesa dopo il Vaticano II fosse stata provocata da voi due, Papa e Prefetto, e non dai peggiori nemici della chiesa, tra cui loro stessi!) a tal punto da concedergli la piena approvazione della loro “Fraternità S. Pio X”, con regolari sacerdoti, con la possibilità di celebrare la loro tanto agognata Messa Vetus Ordo e istituendo perfino un’apposita Commissione, la “Ecclesia Dei” per tenere sempre vivo e aperto un dialogo fraterno con loro.
Eppure quante spade hanno trafitto il vostro cuore quando mons. Lefebvre, non contento di queste concessioni straordinarie, avanzò la pretesa di ordinare quattro Vescovi del loro gruppo.
Ho seguito anch’io da vicino a quel tempo tutta questa triste vicenda, documentandomi su tutto e partecipando al vostro dolore, soprattutto quando mons. Lefebvre rifiutò caparbiamente di obbedire al suo legittimo Papa, Giovanni Paolo II, che gli intimò di non ordinare i quattro Vescovi perché i tempi non erano ancora maturi e c’era il pericolo di uno scisma. E quando Giovanni Paolo II, viste inutili le sue suppliche, pensò come ultimo tentativo, di inviare te, carissimo Papa Benedetto, a supplicare Lefebvre per l’ennesima volta di fermarsi e di accontentarsi delle concessioni avute dal Papa, come farebbe un buon padre con il figlio arrogante e testardo, tu hai accettato con umiltà eroica il suo ennesimo rifiuto mentre venivi accompagnato alla porta con gesto di disprezzo per questa tua insistenza nei confronti delle loro “nobili” e inderogabili decisioni.
Eppure, nonostante tutti questi precedenti dolorosi che hanno costretto San Giovanni Paolo II a comminare loro la scomunica, tu, una volta diventato successore del Papa col nome di Benedetto XVI, non ti sei vendicato di questa genia di ribelli senza cuore, anzi, sei andato loro incontro con infinito amore e comprensione, togliendo loro la scomunica, invitandoli a riprendere il dialogo con la vera Chiesa cattolica (essendo loro fuori della Chiesa!), e addirittura scrivendo per loro un “Motu proprio” davvero straordinario che è il “Summorum Pontificum” del 7 luglio 2007 con il quale hai dato libertà di poter celebrare il rito antico anche pubblicamente.
Ebbene, come hanno reagito costoro a queste tue attenzioni davvero eroiche e piene di carità? Attraverso il successore di mons. Lefebvre, mons, Fallay, ignorandoti completamente, dimostrando per te – sia in vita che in morte – solo freddezza e indifferenza, per non dire di peggio, perché accusarti da parte di molti di loro di modernismo significa cecità o malafede, a meno che non siano motivi pretestuosi per tacitare la loro coscienza intorbidita.
Caro Papa Benedetto, io ti ringrazio sinceramente di cuore anche a nome dei milioni di cattolici che credono in te e che soffrono per quanto sta accadendo nella Chiesa cattolica, e mentre mi faccio da portavoce di tutti coloro che ti hanno voluto da sempre tanto bene, chiedo in ginocchio la tua benedizione dal Cielo su tutta la nostra povera Chiesa martoriata e perseguitata, mentre supplico il Signore che venga alla luce tutta la Verità, facendo risorgere al più presto quel “piccolo resto fedele” per il bene delle anime e di tutta l’umanità.
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In allegato offriamo un link con la raccolta di racconti inediti di persone che hanno avuto la possibilità di trascorrere minuti preziosi con un “uomo” straordinario che ha lasciato per sempre un segno indelebile nella Storia.