Ideologia gender¨: che ne pensa Papa Francesco?
di Diego Torre
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IL DOVUTO RISPETTO E LA GRANDE ATTENZIONE ALLE PERSONE CON TENDENZE OMOSESSUALI, COSIDDETTE LGBTQI+, DERIVA DALLA DIGNITÀ DI OGNI PERSONA, CREATA DA DIO. DIVERSA E’ PRATICA OMOSESSUALE E L’IDEOLOGIA GENDER
Papa Francesco ha più volte denunciato che siamo in presenza di «… vere colonizzazioni ideologiche. E una di queste, lo dico chiaramente con “nome e cognome”, è il gender». Secondo il Pontefice oggi «ai bambini, ai bambini!, a scuola si insegna questo: che il sesso ognuno lo si può scegliere. E perché insegnano questo? Perché i libri sono quelli delle persone e delle istituzioni che ti danno i soldi. Sono le colonizzazioni ideologiche, sostenute anche da Paesi molto influenti. E questo è terribile» (27.7.2016).
Il Papa aveva già affrontato il tema, cogliendone l’aspetto distruttivo nei confronti della famiglia. «Un’altra sfida emerge da varie forme di un’ideologia, genericamente chiamata gender, che “nega la differenza e la reciprocità naturale di uomo e donna. Essa prospetta una società senza differenze di sesso, e svuota la base antropologica della famiglia. Questa ideologia induce progetti educativi e orientamenti legislativi che promuovono un’identità personale e un’intimità affettiva radicalmente svincolate dalla diversità biologica fra maschio e femmina. L’identità umana viene consegnata ad un’opzione individualistica, anche mutevole nel tempo».
E’ inquietante che alcune ideologie di questo tipo, che pretendono di rispondere a certe aspirazioni a volte comprensibili, cerchino di imporsi come un pensiero unico che determini anche l’educazione dei bambini…Non cadiamo nel peccato di pretendere di sostituirci al Creatore. Siamo creature, non siamo onnipotenti. Il creato ci precede e dev’essere ricevuto come dono» (Papa Francesco, Amoris Laetitia n. 56).
Quest’ultimo aspetto è il meno compreso ed il più pericoloso. Risponde alla mentalità gnostica di “ricreare” l’uomo, evidentemente “fatto male” da Dio. Papa Francesco lo approfondisce nel libro-intervista “San Giovanni Paolo Magno” del febbraio 2020. Alla domanda di don Luigi Maria Epicoco: “in questo momento storico qual è la modalità più specifica attraverso cui il male si fa presente e agisce?”, così il Papa risponde: “Una di queste è la teoria del Gender. Voglio però subito precisare che dicendo questo non mi sto riferendo a coloro che hanno un orientamento omosessuale… Il mio riferimento è più ampio e riguarda una pericolosa radice culturale. Essa si propone implicitamente di voler distruggere alla radice quel progetto creaturale che Dio ha voluto per ciascuno di noi: la diversità, la distinzione. Far diventare tutto omogeneo, neutrale. È l’attacco alla differenza, alla creatività di Dio, all’uomo e la donna. Se io dico in maniera chiara questa cosa, non è per discriminare qualcuno, ma semplicemente per mettere in guardia tutti dalla tentazione di cadere in quello che è stato il progetto folle degli abitanti di Babele: annullare le diversità per cercare in questo annullamento un’unica lingua, un’unica forma, un unico popolo. Questa apparente uniformità li ha portati all’autodistruzione perché è un progetto ideologico che non tiene conto della realtà, della vera diversità delle persone, dell’unicità di ognuno, della differenza di ognuno… Il cristianesimo ha sempre dato priorità al fatto più che alle idee. Nel Gender si vede come un’idea vuole imporsi sulla realtà e questo in maniera subdola. Vuole minare alle basi l’umanità in tutti gli ambiti e in tutte le declinazioni educative possibili, e sta diventando un’imposizione culturale che più che nascere dal basso è imposta dall’alto da alcuni Stati stessi come unica strada culturale possibile a cui adeguarsi”.
Il dovuto rispetto e la grande attenzione alle persone con tendenze omosessuali, cosiddetti LGBTQI+ è un altro discorso. Ciò deriva dalla dignità di ogni persona, creata da Dio a Sua immagine e somiglianza. Ma la distinzione fra tendenze ed atti è nettissima. Recita infatti il Catechismo della Chiesa Cattolica, al numero 2357: “Appoggiandosi sulla Sacra Scrittura, che presenta le relazioni omosessuali come gravi depravazioni, la Tradizione ha sempre dichiarato che “gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati. Sono contrari alla legge naturale. Precludono all’atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati”».
E se è vero che Dio ci ama per quello che siamo, è altrettanto vero che Egli ci chiama alla santità, ovvero ad una condizione in cui, tra l’altro, la Sua grazia suppone la natura e la porta a compimento, ha spiegato san Tommaso d’Aquino, nella Summa Theologiae. “Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste” (Mt. 5,48).