Il tomismo non è un approccio “tradizionalistico” ma filosofia e teologia perenne
di Daniele Trabucco
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SAN TOMMASO COSTITUISCE IL PORTO SICURO E “PERENNE” CUI ATTINGERE DI FRONTE ALLE PROVOCAZIONI DELLA REALTÀ
Il Papa Pio XI (pontefice dal 1922 al 1939), nella Lettera Enciclica “Studiorum ducem” del 29 giugno 1923 scritta in occasione del VI centenario della canonizzazione di san Tommaso d’Aquino (1225-1274), metteva in luce come, rispetto ad altri filosofi e pensatori dediti a trasmettere il “proprio” insegnamento, l’Aquinate cercò sempre di “oscurare se stesso perché splendesse di per sé la luce della verità divina”.
L’umiltà e la centralità della Rivelazione costituiscono, dunque, le fondamenta del pensiero tomista, baluardo contro le filosofie “anti-metafisiche” e aperto a cogliere ogni sviluppo del reale.
La grandezza di Tommaso e la sua perdurante attualità si rilevano non solo nei contenuti, ma anche e soprattutto nel modo e nei motivi con i quali li ha espressi nella sua produzione filosofica e teologica.
Tommaso é un realista, accetta la Verità rivelata dall’essere, dalla realtà delle cose e della fede, la accoglie con piena disponibilità interiore ed é consapevole che é sempre in crescita non in se stessa, ma in rapporto con l’uomo, sviluppandosi nella storia del singolo, dell’umanità intera e della Chiesa. É la Verità che si rivela nella storia, ma al contempo la trascende.
Ha ragione mons. Antonio Livi (1938-2020), indimenticato ed indimenticabile maestro del pensiero tomista, quando afferma che la grandezza del “Doctor humanitatis” risiede nella sua cattolicità, cioé nel fatto che “il suo metodo naturaliter cattolico della mente umana nella ricerca, perseverante e disinteressata, della Verità” é la “stella polare” del pensare e dell’agire in antitesi alle filosofie storicistiche, immanentistiche, positivistiche ed idealistiche.
Purtroppo, la lettura pastorale post-conciliare, che significa lettura fenomenologica dove il trascendente é contenuto nel tono del κήρυγμα e non del pensiero, ha offuscato il pensiero di san Tommaso, relegandolo ad una sorta di “approccio tradizionalistico” del cattolicesimo.
L’uomo, invece, ha bisogno di essere aiutato da un pensiero, sia filosofico sia teologico, attento ai problemi reali e non arroccato nei vuoti giochi di parole e negli ossimori cui la filosofia e la teologia sembra abbiano affidato le loro ultime carte. Tommaso, allora, costituisce il porto sicuro e “perenne” cui attingere di fronte alle provocazioni della realtà.