Il vescovo Mansi: “partorito con faciloneria e populismo, il reddito di cittadinanza va urgentemente rimodulato”
di Bruno Volpe
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MONSIGNOR LUIGI MANSI, VESCOVO DI ANDRIA: “VI SONO TANTE SACCHE DI POVERTÀ NASCOSTE, TANTA GENTE CHE QUASI SI VERGOGNA DELLA PROPRIA POVERTÀ IMPROVVISA”
“Auguriamoci che il 2023 sia migliore di quello che si è concluso e che si arrivi ad una correzione di rotta. Bisogna avere speranza”.
Lo dice in questa intervista a Monsignor Luigi Mansi, vescovo di Andria.
Eccellenza Mansi, che 2023 sarà?
“Francamente ci vorrebbe la sfera di cristallo che io e nessuno di noi ha. Da cristiani siamo chiamati alla speranza, dobbiamo credere che sia possibile invertire la rotta e cambiare marcia. Penso sinceramente che sia difficile fare peggio dello scorso anno. Il mio augurio, in una situazione tanto complicata sia dal punto di vista internazionale che sociale, è che si verifichi una rapida e sostanziosa inversione di tendenza sia nelle cose che nei cuori e che questo mutamento ci salvi dal pericolo di una caduta generalizzata che sarebbe dannosa e drammatica per tutti. Ritengo che sia urgente ritrovare il senso del bene comune, in tutti”.
Come va in archivio il 2022?
“Di fatto si è chiuso male, con tanta, ma tanta preoccupazione, un anno per molti versi drammatico. La situazione maggiormente difficile è il conflitto ra Russia e Ucraina, una guerra insensata che penalizza tanta gente innocente e popoli incolpevoli, perché sia ben chiaro che non è responsabilità né del popolo ucraino, né di quello russo, bensì dell’atteggiamento arrogante ed irresponsabile dei potenti. Il ricorso alle armi non ha mai avuto senso e valore, non lo ha neanche questa volta. Bisogna lasciar parlare la diplomazia”.
Problemi sociali…
“Anche sotto questo aspetto i motivi di preoccupazione non mancano e sono tanti. Il nostro Paese e il sud nel particolare erano usciti malconci dal Covid che aveva causato vittime sia dal punto di vista fisico che economico. Quanti hanno perso lavoro e attività. Oggi notiamo un fattore strano e preoccupante. Vi sono tante sacche di povertà nascoste, tanta gente che quasi si vergogna della propria povertà improvvisa. Molti, penso alla classe media, che prima vivevano oggi sopravvivono o vanno avanti grazie alle attività di volontariato e alla Caritas. Non è un mistero che i refettori della Caritas hanno visto un aumento di presenze, segno di miseria accresciuta. Non sono solo barboni ed extracomunitari a beneficiarne, ma persone che una volta non avresti mai immaginato”.
E si assiste a gravi disuguaglianze sociali…
“Certamente, ma questa non è una novità. Mentre abbiamo gente che vive il dramma di non saper dare che mangiare ai figli, vi è chi nuota nel lusso e non si cura dei deboli, li paragono agli spensierati di Sion che non si curano minimamente dei fratelli che vivono nella tribolazione e di essa si vergognano”.
Legge finanziaria…
“Non me ne sono occupato e da vescovo non amo entrare nelle cose della politica. Da quello che vedo si palpano ancora molte preoccupazioni, questo è certo”.
Reddito di cittadinanza…
“La solidarietà verso i poveri è sacrosanta. Tuttavia questo istituto, partorito con faciloneria e populismo, va urgentemente rimodulato e penso che sia stata compiuta una scelta corretta. In poche parole sia per l’ economia che per lo Stato non è stato un buon affare, ha persino legittimato e favorito situazioni di malaffare e di illegalità. Tra l’ altro trovo diseducativo che trentenni al posto di lavorare stiano sul divano ad aspettare la paghetta di Stato. Sarebbe molto meglio che vadano a cercarsi un lavoro . Inoltre questa misura favorisce il nero, l’evasione e spesso toglie il lavoro a chi lo meriterebbe. Va urgentemente rivisto. Dice San Paolo: chi non lavora, che neanche mangi”.