Hillary Clinton equipara il no all’aborto allo stupro

Hillary Clinton equipara il no all’aborto allo stupro

di Maria Bigazzi 

HILLARY CLINTON EQUIPARA IL DIVIETO O LE RESTRIZIONI ALL’ABORTO ALLO STUPRO CHE SUBISCONO LE DONNE NELLA GUERRA IN UCRAINA

Hillary Clinton, ex Segretario di Stato ed ex candidata alla presidenza degli Stati Uniti, ha paragonato il divieto di aborto allo stupro delle donne in Ucraina.

In un’intervista alla PBS, la politica del Partito Democratico ha assicurato che ci sono stati “molti successi” nei diritti delle donne, ma allo stesso tempo “ci sono venti contrari”.

Secondo la Clinton i diritti delle donne vengono attaccati in paesi come l’Iran, l’Afghanistan o l’Ucraina, “dove lo stupro è una tattica di guerra”. In paesi come gli Stati Uniti, gli “attacchi” verrebbero da forze politiche e culturali che vogliono “limitare e vietare l’aborto”.

Come al solito, come fanno sempre gli abortisti, la Clinton non ha menzionato espressamente la parola aborto, ma ha usato i termini “salute delle donne” e “autonomia corporea”.

La stessa conduttrice della PBS (canale televisivo pubblico negli Usa) ha definito l’aborto un “diritto fondamentale” per le donne ed è rimasta sorpresa dal fatto che non sia ancora garantito per metà della popolazione mondiale nel 2023…

La Clinton ha risposto con una dichiarazione che i sostenitori dell’aborto, i supporter del delitto legalizzato, fanno sempre: “vedremo cosa succede in stati come l’Arkansas, e molti altri, quando affrontiamo problemi reali. Abbiamo già visto come le donne con aborto spontaneo venivano respinte quando volevano cercare assistenza medica. Quando magari una donna muore perché le vengono negate le cure mediche, vedremo”, ha detto testualmente.

Tutti i divieti di aborto esistenti negli Stati Uniti prevedono un’eccezione se la vita della madre è in pericolo. Tutte le ricerche fatte hanno ripetutamente dimostrato che è estremamente raro che sia necessario eseguire un aborto per salvare la madre.

Parlando ad una conferenza delle donne a Little Rock, in Arkansas, la Clinton ha aggiunto che non voterebbe “mai per una donna che ha difeso un divieto di aborto. Non voterò per una donna che toglie i miei diritti, né i diritti di mia figlia, né i diritti di mia nipote”.

Ma la prima a togliere diritti è proprio lei e chi sostiene l’aborto e le altre pratiche contro la Vita. Il primo diritto infatti, è quello alla Vita, senza di esso gli altri non possono nemmeno esistere ed essere attuati.

Il vergognoso e mortifero esempio presentato dalla Clinton vale in realtà al contrario: l’aborto può ed è assolutamente paragonabile a una guerra straziante e senza fine, dove gli oppressi non possono nemmeno difendersi dagli oppressori.

Tutelare quella che gli abortisti definiscono salute delle donne riferendosi all’aborto non ha nulla a che vedere con il vero termine. Rispettare i diritti delle donne (e anche degli uomini) significa anzitutto proteggerle dal concepimento fino alla morte naturale, favorire e aiutare ad accogliere il dono della maternità, proteggerle dalle menzogne omicide e promuovere una cultura della Vita.

Scriveva George Orwell che “Se la libertà significa qualcosa, allora significa il diritto di dire alla gente cose che non vuole sentire”. E no, l’aborto non è segno di progresso, libertà, emancipazione, diritto…

La menzogna che esso evita la morte a tante donne che hanno gravidanze difficili, o che limita quello clandestino, è diventato il cavallo di Troia per chi come la Clinton vuole nascondere la brutalità di un atto dietro un falso buon fine, mentre dal male, e lo vediamo chiaramente, non può che arrivare altro male.

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