I vescovi di Spagna contro il gender: “è ideologia e antropologia atea”
di Emanuela Maccarrone
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LA CONFERENZA EPISCOPALE SPAGNOLA DENUNCIA I PERICOLI DELLA “CULTURA INDIVIDUALISTA E STERILE”
Monsignor Luis Argüello, Arcivescovo di Valladolid, ha presentato in conferenza stampa nei giorni scorsi il documento intitolato Il Dio fedele mantiene la sua alleanza’ (Dt 7,9).
Il testo, che è stato approvato da più di 40 vescovi nell’Assemblea Plenaria della Conferenza Episcopale Spagnola dello scorso novembre del 2022, è uno strumento di pastorale sulla persona, sulla famiglia e sulla società e si propone non solo per la società spagnola, ma per tutta la Chiesa, nella prospettiva del bene comune.
Come si legge nella presentazione, questo documento è un invito alla riflessione “in una situazione nota come ‘cambiamento dei tempi’ (cambiamenti economici, sociali, politici e culturali) che influenza in modo interconnesso l’essere (antropologia), l’amare (famiglia), il fare (lavoro) e il nostro modo di situarci nel tempo (storia). È opportuno affrontare le questioni congiuntamente, a partire dalla riflessione, per poter rispondere adeguatamente”.
Di particolare interesse è la terza sezione del testo dedicato alle “cause culturali, legislative e sociali che decostruiscono la famiglia, riducono la persona a individuo e ostacolano il bene comune. Carenze ecclesiali che lo favoriscono”, nella quale la Conferenza episcopale spagnola (CEE) ha analizzato le questioni sociali che minacciano la famiglia e l’individuo, in quella che la Cee ha definito “cultura materialista e idealista, individualista e sterile“.
Secondo gli alti prelati di Spagna viviamo in una società dominata dalla cultura dell’individualismo. Questa concezione sociale, narcisistica e volta all’esaltazione dell’individuo e dei suoi desideri, incide negativamente sulla sfera delle relazioni affettive. Per esempio la famiglia, come hanno spiegato i vescovi, è considerata come la “privazione di opportunità per il futuro“.
Coerentemente con quanto era stato denunciato da Benedetto XVI, riguardo il pericolo dell’affermazione nelle società contemporanee di una dittatura del relativismo, i vescovi spagnoli hanno criticato il fenomeno “contraddittorio che tende a presentare la verità come il più grande nemico della libertà. Non è possibile conoscere una verità oggettiva e non è possibile stabilire principi etici universali. Non esiste una verità assoluta, esiste solo la verità di ciascuno: il soggettivismo“.
In questa prospettiva Dio, che è Verità per eccellenza, è visto come l’impedimento all’affermazione dell’io e della sua libertà, così come il matrimonio “tende a essere visto come una mera forma di gratificazione affettiva che può essere costituita e modificata in qualche modo in base alla sensibilità di ognuno“.
La CEE ha posto l’attenzione anche sulla questione dell’ideologia gender che cerca di destabilizzare l’istituzione della famiglia naturale.
«Un altro elemento chiave dell’ambiente cultura che influenza l’essenza della famiglia è l’ideologia di genere che, come tutte le ideologie, cerca di creare la realtà e di imporla irrazionalmente. Ebbene, l’ideologia di genere, basata sull’autocreazione, impone un’antropologia virtuale che risponde alla visione dell’uomo esclusivamente come “cultura” genere) annullando così la natura (sesso)».
I vescovi spagnoli hanno spiegato che l’ideologia di genere vorrebbe scollegare l’identità dell’uomo dalla sua totalità bio-psico-spirituale, della quale il sesso biologico ne è parte essenziale, poiché secondo tale visione il sesso sarebbe un imposizione culturale che limita la libertà dell’individuo nell’identificarsi in ciò che sente, in base ai suoi desideri.
Come aveva già affermato Benedetto XVI, la CEE ha ribadito che in “questa ‘antropologia atea’ che vuole un uomo privato della sua anima, e quindi di una relazione personale con il Creatore, tutto ciò che è tecnicamente possibile diventa moralmente lecito, qualsiasi esperimento diventa accettabili, tutte le politiche demografiche consentite e qualsiasi manipolazione legittima“.