L’allarme sui bloccanti della pubertà sia da monito per la Carriera Alias
di Jacopo Coghe
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LA SOCIETÀ PSICOANALITICA ITALIANA HA ESPRESSO PREOCCUPAZIONI SULL’USO DI FARMACI BLOCCANTI DELLA PUBERTÀ
La Società Psicoanalitica italiana ha espresso preoccupazioni – indirizzandole alla Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni – sull’uso di farmaci bloccanti della pubertà. (QUI la lettera integrale).
È fondamentale trattare l’argomento con la complessità e la delicatezza che merita, soprattutto considerando le controindicazioni che hanno i trattamenti che vogliono provocare un arresto dello sviluppo puberale in ragazzi a cui è stata diagnostica la “disforia di genere”.
Sono, infatti, decine i casi drammatici che ci arrivano dall’estero, dei cosiddetti “detransitioner”, giovani che hanno portato avanti queste procedure e che si sono poi pentiti e che ora si trovano nel dramma di non poter più tornare indietro, con conseguenze quindi irreversibili dal punto di vista fisico e psicologico.
Ci auguriamo che l’allarme di una realtà così specializzata come la Spi faccia riflettere soprattutto i presidi delle scuole italiane, che troppo spesso adottano la cosiddetta “Carriera Alias”, che permette addirittura una transizione sociale soltanto sull’auto-percezione di se stessi, rischiando di convincere i più giovani che si può cambiare se si pensa di essere “nel corpo sbagliato”, magari sulla base di mode o debolezze passeggere.
La comunità scientifica italiana – e internazionale – si è detta più volte scettica o addirittura contraria a questa vera e propria sperimentazione con i farmaci che va immediatamente interrotta.
Come è accaduto nel Regno Unito con la chiusura della Tavistock, la clinica specializzata per la riattribuzione di genere dei minori, e il conseguente avvio delle indagini commissionate dal Ministro della Salute britannico Sajid Javid. In ballo c’è la vita dei nostri figli!