Il più grande eremita di sempre, capace di intercedere per guarire dalle malattie più gravi

Il più grande eremita di sempre, capace di intercedere per guarire dalle malattie più gravi

di Mariella Lentini*

ECCO CHI È SANT’ANTONIO ABATE

Considerato il più grande eremita di sempre, capace di guarire le malattie più gravi, vive oltre cent’anni. Antonio nasce a Coma, in Egitto, sulle rive del Nilo, intorno al 250, in una famiglia di cristiani, ricchi agricoltori. A vent’anni rimane orfano. Colpito dalle parole del Vangelo ascoltate in chiesa, vende tutti i suoi beni, dà la metà del ricavato alla sorella e regala la sua parte ai poveri. Poi va a vivere da eremita in mezzo al deserto dell’Egitto per ascoltare meglio la voce di Dio. Antonio è sempre solo e prega tutto il giorno.

Occupa il tempo anche lavorando: coltiva un orticello e intreccia canestri. Così gli suggerisce un angelo: «Con la preghiera e il lavoro si tengono lontano noia, tentazioni e spiriti del male». Regola a cui si ispirano in seguito i benedettini: ora et labora (“prega e lavora”). La sua vita solitaria dura vent’anni, fino a quando la sua fama di grande saggio attira persone che desiderano seguire il suo esempio. Sant’Antonio abate accoglie filosofi, imperatori, semplici pellegrini; consiglia il Bene, mette pace tra i litiganti, conforta, consola, guarisce malattie del fisico e dell’anima, soprattutto una patologia della pelle molto dolorosa: l’herpes zoster, nota come “fuoco di Sant’Antonio”.

Ai suoi discepoli chiamati “Padri del deserto”, diventati numerosi, insegna l’ascetismo. Ogni tanto va a trovarli. Essi vivono da soli in grotte, casupole o ruderi abbandonati: pregano, meditano, svolgono lavori manuali, coltivano la terra e allevano animali, si cibano del poco necessario per sopravvivere. Nel 311 il santo si reca ad Alessandria d’Egitto per sostenere i cristiani perseguitati. Grazie alla sua notorietà gli viene risparmiata la vita: i soldati romani hanno timore di lui e lo rispettano. Nel 312 si sposta definitivamente in una grotta sul Monte Coltzum, vicino al Mar Rosso.

Sant’Antonio abate vive fino a 106 anni in ottima salute. Si spegne il 17 gennaio del 356. È protettore di animali domestici, bestiame, cavalli, stalle, agricoltori, allevatori, macellai, salumieri e fabbricanti di spazzole. È invocato quando si subisce un’ingiustizia, viene rubato qualcosa, per farci riappacificare, per trovare l’amore e far tornare l’armonia in famiglia. Protegge contro gli incendi, le malattie contagiose, le varici, il prurito e le malattie della pelle come l’herpes zoster, i foruncoli e le eruzioni cutanee in genere. È anche patrono dei dermatologi. Viene raffigurato anziano e con una lunga barba bianca.

 

* Autrice del libro
“Santi compagni guida per tutti i giorni”

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