La Commissione UE vuole affossare la produzione vinicola italiana
a cura di Angelica La Rosa
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I VERTICI DELL’UE VOGLIONO GLI ALERT SANITARI IN ETICHETTA CHE METTERANNO VINO E ALCOLICI SU UN PIANO ANALOGO ALLE SIGARETTE…
L’ok di Bruxelles per gli alert sanitari in etichetta che metteranno vino e alcolici su un piano analogo alle sigarette “è gravissima per due ragioni: di merito, visti i tremila anni di storia del vino che dimostrano che, se utilizzato in modo moderato, è un alimento sano: non ci risulta che le popolazioni che utilizzano e producono vino sono tra quelle in cui in la vita è più breve; ma anche istituzionale, il Parlamento Ue ha dato un indirizzo che va in senso ben diverso”.
Lo ha detto all’ADN KRONOS il ministro dell’Agricoltura e della sovranità alimentare Francesco Lollobrigida.
Secondo il Ministro il Parlamento europeo “è espressione dei cittadini europei ed è quello che dà indicazioni, se questa assise vuole mantenere serietà e rispettabilità delle attività economiche e culturali. Crediamo che, dietro questa scelta, un’altra volta si miri non a garantire la salute ma a condizionare i mercati, e che la spinta in questo senso viene da Nazioni che non producono vino e dove si abusa di superalcolici”, e dove si tende dunque ad “equiparare il vino ai superalcolici”.
Ha fatto sentire la sua voce anche l’europarlamentare di Fratelli d’Italia-ECR, Nicola Procaccini, componente della Commissione agricoltura di Bruxelles.
“La Commissione UE non sia complice del caos nella regolamentazione del commercio e del tentativo di affossare la produzione vinicola europea, con il suo inammissibile silenzio assenso alla richiesta dell’Irlanda di applicare alle bottiglie di vino etichette allarmistiche sui danni provocati dall’alcol. Equiparando una bottiglia di vino a un pacchetto di sigarette si rischia di discriminare un prodotto che definisce l’identità culturale europea, oltre fondamentale per l’export italiano. Si genera un pericoloso precedente per il mercato europeo, smentendo quanto approvato dalla stessa Commissione UE, che in una sua risoluzione ha escluso sistemi di etichettatura di carattere sanitario per prodotti quali il vino. Quella irlandese è una richiesta assurda e insensata che apre la strada ad una doppia etichettatura, pesantemente onerosa per i nostri produttori”.