Conto alla rovescia per la commissione d’inchiesta sulla pandemia
di Pietro Licciardi
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ZAFFINI (FDI): «IL TEMPO DI VAGLIARE LE PROPOSTE DEPOSITATE E DECIDERE CHI DOVRÀ PRESIEDERE POI LA COMMISSIONE SI FARÀ»
La Commissione d’inchiesta parlamentare sulla gestione della emergenza pandemica si farà, così come promesso anche dalla premier Giorgia Meloni nel programma del suo partito. A dirlo è il senatore Francesco Zaffini, presidente della decima Commissione permanente agli affari sociali, sanità, lavoro e previdenza sociale di Palazzo Madama. Proprio Zaffini, intervistato da InFormazione cattolica lo scorso Gennaio, quando eravamo ancora in piena emergenza sanitaria, disse che già allora Fratelli d’Italia avrebbe voluto insediare una commissione per fare luce sulla gestione politica della pandemia, che già aveva palesato gravi incongruenze e causato non pochi danni all’Italia, prostrata dai ripetuti lockdown, con un Pil in caduta libera, numerose attività produttive e commerciali chiuse. Allora la sinistra ritenne di non dover procedere ad una indagine di questo tipo, data la situazione, ma adesso i tempi sembrano maturi, poiché al governo non ci sono più coloro che potrebbero risultare i responsabili delle scelte inopportune e sbagliate sulle quali si andrebbe ad investigare.
«Occorre ancora un po’ di pazienza», dice il senatore Zaffini, «il tempo di vagliare le proposte depositate, una delle quali ha me come primo firmatario, per poi decidere se la commissione dovrà essere della Camera, del Senato o bicamerale. Altro punto delicato sarà la scelta di chi la dovrà presiedere». Di prassi tale compito spetta ad un esponente dei partiti di opposizione ma si dà il caso che a passare il vaglio degli “inquirenti” – ricordiamo che una commissione di inchiesta parlamentare ha gli stessi poteri della magistratura, alla quale poi trasmette le evidenze raccolte – saranno proprio quei partiti che espressero e sostennero i governi chiamati a gestire la pandemia. Il senatore di Fratelli d’Italia ha però assicurato che se non ci saranno garanzie certe sul fatto che la commissione d’inchiesta potrà svolgere il proprio lavoro con trasparenza e libertà l’attuale maggioranza è pronta allo scontro politico scegliendo lei a chi affidare la presidenza.
Come ha sottolineato Francesco Zaffini l’intento è di valutare l’operato dei precedenti governi da un punto di vista politico ma c’è da aspettarsi che nel cercare i motivi che hanno portato l’esecutivo a prendere determinate decisioni dovranno essere prese in considerazione le scelte effettuate in campo scientifico e sanitario. Allora finalmente capiremo perché, ad esempio, è stata imposta una vaccinazione a tappeto quando i vaccini hanno dimostrato di essere inefficaci nel prevenire il contagio o di essere addirittura pericolosi se iniettati in persone che avevano già sviluppato anticorpi propri. Stesso discorso per l’accanito ostracismo nei confronti di chi andava dicendo che il Covid si poteva curare mentre invece si insisteva sulla famigerata “Tachipirina e vigile attesa”.
Tuttavia l’istituzione di una commissione è solo un primo passo. Sempre il senatore, Zaffini, citando Papa Francesco, ha detto che il danno più grande del Covid sarebbe la sua inutilità. Questo vuol dire che il governo di Giorgia Meloni è determinato, anche in base ai risultati dell’inchiesta parlamentare, a mettere mano ad una riorganizzazione della sanità, che proprio durante la pandemia ha rivelato tutta la sua debolezza. Quindi riordino della spesa, migliore coordinamento col settore privato, razionalizzazione dei servizi. «Per questo possiamo contare anche sull’opera del ministro Orazio Schillaci», ha concluso il senatore Zaffini, «il quale ha già dimostrato di avere una responsabilità e una competenza molto diversa dal suo predecessore Speranza».