Attenti ai falsi buoni!
di Matteo Castagna
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I LUPI TRAVESTITI DA AGNELLI RESTANO LUPI
Quando una società è corrotta e priva di principi sente il bisogno di far vedere alle masse che è buono.
I motivi possono essere tanti. Il primo è certamente la paura di una reazione dalla portata incontrollabile. Così, la “bontà” distrae e intenerisce.
Occorre fare delle osservazioni preliminari, come dice S. Bernardo nel mirabile De diligendo Deo. L’amore, in generale, è un movimento, una tendenza della nostra anima verso il bene.
Il bene può essere sensibile se percepito come gradevole, onesto cioè degno di stima e, quindi, razionale, mentre se il bene è soprannaturale e percepito per mezzo della fede, l’amore è cristiano. Quest’ultimo è soprannaturalizzato nel suo principio per mezzo della virtù della carità che risiede nella volontà: questa virtù, messa in opera dalla grazia attuale, trasforma l’amore onesto e lo eleva a grado superiore.
Secondo S. Tommaso d’Aquino, la carità aggiunge all’amore l’idea di una certa perfezione proveniente da una grande stima per l’oggetto amato. Così, ogni carità è amore, ma ogni amore non è carità. (Sum. Theol., II° IIae, q.27,a.2).
Possiamo definire la carità una virtù teologale che ci fa amare Dio nella maniera in cui Egli si ama, al di sopra di tutte le cose, per Se stesso e il prossimo per amore di Dio. San Tommaso insegna: “Sic enim proximus caritate diligitur, quia in eo Deus est vel ut in eo Deus sit” (amiamo il prossimo perché Dio è in lui o almeno perché sia in lui; Qq.disp. de Caritate, a. 4).
San Paolo dice che “ora dunque rimangono queste tre cose: la fede, la speranza e la carità. Ma la più grande di tutte è la carità!” perché non è buonismo, umanitarismo o filantropia ma la sublimazione dell’amore di Dio e del prossimo assieme, con quest’ultimo in subordine a Lui.
Moltissimi istituti religiosi, in nome della vera carità, hanno compiuto e compiono azioni di autentica virtù cristiana, i cui frutti sono soprattutto le tante conversioni e le santificazioni, che vanno ben oltre il necessario e indispensabile ristoro naturale.
Purtroppo, però, viviamo in un mondo in cui l’uomo si è sostituito a Dio, ha eliminato ogni dimensione trascendentale della carità, in nome dell’uguaglianza e della fratellanza predicata nelle Logge e accettata dai più, ad ogni livello, con consapevolezza o senza. Così l’amore del prossimo, meramente umano, non è carità – come direbbe S. Tommaso. E’ degradato e sgradito a Dio perché è il Grande escluso.
In epoca di secolarizzazione anche in molti istituti religiosi si confonde la carità cristiana con la filantropia. Fatalmente, in alcuni casi, gli esiti sono disastrosi. Così accade che i responsabili della onlus Suor Rosina La Grua di Castelbuono, in provincia di Palermo trattavano i ventitré disabili con insulti, calci, torture. Il GIP, disponendo l’arresto di diciassette “buoni” della onlus, il 7/12/2021 aprì l’ordinanza con questa frase: “I fatti emersi lasciano senza fiato”.
Nelle intercettazioni si sente una delle responsabili paragonare il centro di Castelbuono ai “lager nazisti”. Naturalmente, la “cura” dei disabili ha portato nelle casse della onlus 6,2 milioni di euro, elargiti dalla Regione Sicilia che sono, in realtà, serviti per le spese folli del presidente Gaetano Di Marco e della sua famiglia: una Mercedes di lusso, gioielli, vacanze, alberghi, ristoranti, cibi raffinati, champagne e regali per il dirigente pubblico che chiudeva un occhio sui controlli.
Quanta carità anche in don Francesco Spagnesi! Si tratta del più giovane religioso di Prato, colto, preparato, amatissimo dai parrocchiani, molto preso dal suo ruolo di buono, dall’animo candido, in perfetta sintonia con la nuova Chiesa di Francesco. A prima vista, c’è da rimanere stupiti da tanta rettitudine, purezza e amore.
Nel settembre 2021 don Francesco viene arrestato con l’accusa di rubare le offerte dei fedeli per organizzare festini a base di sesso e droga. Fra il 2019 e il 2021 avrebbe dilapidato almeno 400.000 euro. Chiedeva soldi per aiutare le famiglie bisognose e poi li usava per finanziare orge, cui partecipavano il suo compagno e altre persone trovate sui siti per incontri. Impressiona l’omertà delle Gerarchie, come se la vera bontà fosse nascondere la cattiveria sotto il tappeto…
E qui veniamo al caso di don Giuseppe Rugolo di Enna. Sembrava un gran trascinatore, carismatico, pieno di fedeli. Nell’aprile 2021 viene arrestato con l’accusa di violenze sessuali su minori. La cosa più grave è che il suo vescovo Rosario Gisana era a conoscenza delle sue debolezze ben prima dell’intervento dei magistrati, ma ha taciuto e l’ha trasferito a Ferrara, senza dire il motivo al nuovo vescovo, che gli ha assegnato una nuova parrocchia ove il religioso ha continuato a frequentare giovani e ad avere occasioni per commettere reati. Vien da chiedersi se nella formazione di queste persone vi sia stato il chiarimento su cosa sia la vera carità?
Poi c’è Mimmo. “Mimmo il Santo” – lo chiamavano in paese. Si tratta del noto Domenico Lucano, detto Mimmo, sindaco modello di Riace, beatificato in vita per anni. Ha trasformato il paese in un grande centro accoglienza immigrati. I giudici l’hanno condannato in primo grado a 13 anni di carcere per associazione a delinquere, truffa, falso e peculato. avrebbe sfruttato l’accoglienza per arricchirsi.
Il suo mondo “è privo di idealità”, scrivono i magistrati, “soggiogato da calcoli politici, dalla sete di potere e da una diffusa avidità”. Tre giorni dopo l’articolo celebrativo del “Santo” da parte di Roberto Saviano sul Corriere della Sera del 14/12/21, escono le motivazioni della sentenza. Secondo i giudici, dietro l’immagine di “politico illuminato” che Mimmo si era abilmente costruito, c’erano “falsificazioni dei rendiconti” e “distrazione di denaro pubblico”. E, con buona pace di Saviano, i soldi venivano utilizzati “per fini di interesse privato”. Nelle 904 pagine di motivazioni fa impressione la descrizione minuta del “sistema Riace”, sebbene si tratti solo del primo grado e tutto possa essere ribaltato.
Infine, accogliamo tutti (così facciamo soldi e beviamo champagne!) La ONG Mediterranea Saving Humans si presenta come il tempio della solidarietà, dell’amore, della bontà e della disinteressata umanitarismo. L’unica cosa che li spinge ad agire nel girare il mare per raccogliere migranti è “il rispetto della vita umana che viene sopra ogni cosa”. Così il leader no global Luca Casarini e l’ex assessore di Venezia Giuseppe Caccia, si sono messi “generosamente a disposizione”. Nel marzo 2021 la ONG di Casarini e Caccia viene indagata dai pm di Ragusa con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina..
I due si sarebbero fatti pagare 125.000 euro per prendere a bordo 27 migranti ospitati su una nave dell’armatore danese Maersk e per portarli in Italia. Dunque almeno in questo caso, la ONG avrebbe fatto business con un armatore, un lavoro da taxi con un armatore. Dalle intercettazioni della procura si capisce che tutti i responsabili della ONG più che mettersi “generosamente a disposizione”, stanno sfruttando il “filone d’oro” (parole loro!) per trovare un lavoro ben retribuito che, altrimenti, non avrebbero. E Casarini ammette: “senza queste attività dovrei andare a lavorare in un bar”. (fatti tratti liberamente dal libro di Mario Giordano: “TROMBONI, tutte le bugie di chi ha sempre la verità in tasca”, ed. Rizzoli extra, 2022 € 19,00).
Bisogna stare attenti ai “buoni”. I lupi travestiti da agnelli restano lupi. La carità è altro, come abbiamo visto e molti la praticano con onestà e trasparenza ma il Vitello d’Oro è una brutta bestia, che, purtroppo, finisce per colpire anche costoro, che con vero amore vedono nel prossimo il Volto di Cristo. Continueranno comunque, sull’esempio di Gesù.