Mons. Paglia: “Per Benedetto XVI la verità è un atto di amore, questo lo lega a Francesco”

Mons. Paglia: “Per Benedetto XVI la verità è un atto di amore, questo lo lega a Francesco”

di Bruno Volpe

MONSIGNOR VINCENZO PAGLIA (PRESIDENTE DELLA PONTIFICIA ACCADEMIA PER LA VITA): “LA RINUNCIA AL PAPATO DIMOSTRA QUANTO EGLI TENESSE ALL’IMPORTANZA DI QUESTA ISTITUZIONE”

“Un grande Papa e un grande teologo”: lo dice al nostro sito in questa intervista Sua Eccellenza Monsignor Vincenzo Paglia, Presidente della Pontificia Accademia per la Vita.

Monsignor Paglia, che eredità ci ha lasciato il Papa Emerito Benedetto XVI?

“Ha lasciato a tutti noi una testimonianza del sentire di Dio e della Chiesa straordinarie. Ha lasciato una testimonianza teologica formidabile che comunque affonda le sue radici nella realtà conciliare. Anzi bisogna riconoscere l’importanza di Ratzinger nello svolgimento del Concilio Vaticano II nel quale ha avuto una significativa partecipazione attiva. Tuttavia ha sempre mantenuto, in ogni sua manifestazione, una dimensione semplice ed umile”.

In che senso?

“Al momento della sua elezione disse che egli era un umile lavoratore nella vigna del Signore, intendendo dire che si sentiva servitore. Umile vuole dire che non si sente padrone, tanto meno unico, la stessa sua rinuncia al papato lo dimostra”.

Forse un atto rivoluzionario…

“La rinuncia al papato dimostra quanto egli tenesse all’importanza di questa istituzione, pensava fosse una missione. Quando ha sentito che le forze gli mancavano o che magari si stavano verificando altre situazioni ha rinunciato proprio perché riteneva che il papato non dovesse subire ferite o lacerazioni”.

Quali i punti centrali del pensiero teologico di Ratzinger?

“Credo che uno dei punti centrali, probabilmente il più importante, è il rapporto fede ragione. La sua è una visione aristotelica, è una ragione che ama, tuttavia è stato poco compreso e direi poco tradotto nella pratica e nella struttura pastorale”.

Anche la Verità è stato un punto fermo…

“Sicuramente. Per lui non è quella aristotelica tomistica, ma legata ad Agostino del quale è stato un grande studioso. Per Benedetto XVI la verità è un atto di amore ed è questo che lo lega a Papa Francesco, non a caso la prima enciclica di Francesco completa quella di Benedetto XVI”.

Cosa ci può dire sulla lotta di Benedetto XVI al relativismo…

“A mio avviso la sua ferma lotta al relativismo non è un sistema astratto, ma una lotta contro l’abbandono o la riduzione della verità a mere formule. Benedetto XVI ha compreso che la modernità ha portato il crollo dei grandi sistemi e ha compreso che oggi ci troviamo in una situazione di Chiesa in minoranza, in una situazione di esilio nella quale la Chiesa deve essere lievito e fermento del mondo. Oggi più che mai dobbiamo riscoprire il valore e il primato di Dio e dell’amore”.

Perché secondo lei è stato attaccato?

“Perché spiacevolmente lo si è interpretato nella solita e stucchevole polemica tra conservatori e progressisti”.

Probabilmente ha anche pagato lo scotto di essere successore del mediatico Giovanni Paolo II…

“Probabilmente vi è anche questa componente. È venuto dopo un Papa mediatico come Giovanni Paolo II, pontefice che ha retto per tanto tempo la barca di Pietro. Inoltre Giovanni Paolo II è stato eletto papa molto più giovane in età rispetto a Ratzinger. Va aggiunto che comunque i paragoni vanno sempre evitati perché ogni papa fa storia a sé ed è un unicum anche nello stile. In ogni caso va riconosciuto che è stato un grande papa ed un grande teologo”.

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