L’importanza dello stare attenti alle insidie e alle trappole tese dai furbi di turno
di Nicola Sajeva
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NELLA NOTTE DI NATALE I PASTORI VEGLIAVANO…
I pastori vegliavano: una delle scene che San Luca evoca per farci rivivere l’evento di quella notte santa. Era una delle mille notti che i pastori trascorrevano all’aperto. Riposavano e vegliavano attenti a scoprire qualche rumore sospetto rivelatore della presenza minacciosa di chi aspetta il buio per agire.
Desidero soffermarmi su questo atteggiamento di prudenza perché in esso noto qualche coordinata importante capace di correggere molti nostri comportamenti. Un’agenda stracolma di impegni non ci permette di fermarci per riflettere, per rivedere qualche posizione, per correggere, per ritoccare qualche punto di vista che non ha usufruito, nel suo concepimento, del necessario periodo di gestazione.
Corriamo, ci rincorriamo, uno snervante dinamismo stressa la nostra quotidianità, la logora, la sfianca, la debilita. Tutto è in movimento e travolge ogni nostro timido tentativo di resistenza. Non ci si ferma più. Anche il presepe cede a questa regola e si anima con una serie di movimenti noiosamente ripetitivi che vorrebbero ricreare con più naturalezza la scena che la tradizione ci ha tramandato.
“E’ tutto da rifare” soleva ripetere il grande campione del ciclismo italiano Gino Bartali (1914-2000) quando si accorgeva che le cose, nel mondo dello sport, non andavano per il verso giusto. I pastori vegliavano nel silenzio, nella pace, accarezzati dal lucore delle stelle. Il presepe è da contemplare nella sua estrema semplicità. La contemplazione della precarietà di quanto osserviamo ci deve portare ad una riflessione che riesca a potenziare, ad affinare la nostra sensibilità.
Il Natale, il grande evento che sconvolge tutte le nostre logiche, l’impossibile che diventa realtà stupenda, una stella che illumina di gioia la coscienza degli uomini di buona volontà. Tra queste cose grandi, che tutti purtroppo non riescono a condividere, trova posto la scena dei pastori che vegliavano… un messaggio importante per chi non è capace più di apprezzare la ricchezza del silenzio, l’importanza dello stare attenti alle insidie e alle trappole tese dai furbi di turno.
Rimaniamo spesso incastrati tra le spire soffocanti della pubblicità commerciale, ammaliati dalle sirene che ci invitano a comprare, ad avere sempre più, a dimostrare quanto siamo riusciti a conquistare.
Cerchiamo di andare avanti, superiamo la ricerca dell’atmosfera del Natale che agendo a livello molto epidermico non ci permette di crescere sia come cattolici sia come uomini.