Quando l’eutanasia diventa un affare (per lo Stato)
di Andrea Bartelloni
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IN CANADA SI PREFERISCE FAR MORIRE CHE AIUTARE CON SUSSIDI I DISABILI O LE PERSONE IN DIFFICOLTA’ ECONOMICHE
In Canada è più facile scegliere di morire che essere aiutati con sussidi per la disabilità o per difficoltà economiche. La deriva eutanasica prende strade impensate, ma ovvie, una volta che un principio viene sancito, non ci sono più limiti alla fantasia mortifera.
Les Landry, 65 anni, ha ricevuto il primo via libera per l’eutanasia anche se lui non vorrebbe morire, ma solo essere aiutato per la sua grave disabilità. Teme di diventare un senzatetto e questa paura è sufficiente per aver diritto all’eutanasia, almeno così ha deciso il primo medico che lo ha incontrato.
In Canada è necessario il via libera da parte di due medici e il secondo ancora, fortunatamente, non si trova. Landry usa una sedia a rotelle per spostarsi e ha altre disabilità, epilessia e diabete, che lo rendono idoneo al MAID, l’assistenza medica alla morte. Fino a poco tempo fa, Les landry poteva vivere comodamente, condividendo la sua modesta casa a Medicine Hat, Alberta, con il suo cane guida. Quando ha compiuto 65 anni i sussidi si sono ridotti e così anche il suo reddito e ora gli rimangono circa $ 120 al mese dopo aver pagato le spese mediche e le altre cose indispensabili. Se poi l’affitto di casa dovesse aumentare si troverebbe in mezzo ad una strada.
In una serie di interviste con DailyMail.com, ha descritto le sue crescenti difficoltà e la decisione di perseguire il “bizzarro” processo di richiesta MAID che ha reso il “suicidio autorizzato dallo stato” una soluzione praticabile alle sue lotte. Speriamo che questo suo gesto aiuti a capire che “quando il dolore di vivere è più della paura della morte”, come ha detto Landry, siamo arrivati a livelli estremi di disperazione e qualcuno lo aiuti a continuare a vivere dignitosamente.
Ma Landry dimostra che si può chiedere di morire ed essere esauditi anche se non si è malati gravi: è questa la deriva eutanasica che ha fatto sì che più di 10mila canadesi siano stati soppressi nello scorso anno, dieci volte di più da quando la legge è entrata in vigore nel 2016.