Arriva “La storia scellerata” di don Lollò “il Crasto”
di Matteo Orlando
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L’ULTIMO LIBRO DEL PROFESSORE E SCRITTORE SICILIANO FRANCESCO BELLANTI
È uscita in questi giorni la “Storia scellerata” (di don Lollò il Crasto, che fece il vastaso per diventare l’ultimo Gattopardo, attore, nobile, mafioso e deputato), l’ultimo romanzo di Francesco Bellanti (296 pagine, Carello Edizioni, Novembre 2022, Catanzaro, euro 19).
Bellanti, scrittore, poeta e saggista siciliano di talento, collaboratore del nostro giornale, sempre per i tipi dell’editore Carello di Catanzaro, casa editrice con la quale lo scrittore palmese ha pubblicato con successo “Isabella Tomasi di Lampedusa – La più grande dei Gattopardi”, biografia romanzata di Suor Maria Crocifissa della Concezione, che è stata bene accolta presso gli eredi dei Tomasi e ambienti ecclesiastici e intellettuali, salutata con entusiasmo dal pubblico siciliano e palmese in particolare.
La prima stesura di questo romanzo “Storia scellerata”, terminato l’anno scorso, risale a dieci anni fa. Con questo romanzo, l’ex professore del Liceo G.B. Odierna di Palma di Montechiaro, che da mesi lavora a un romanzo storico sull’Ottocento ambientato in Sicilia, conferma i suoi interessi per una letteratura visionaria e fantastica, ma fortemente ancorata alla realtà, secondo un’estetica molto vicina a quella del realismo magico.
Così viene fuori in questo romanzo di circa trecento pagine una Sicilia multietnica, multirazziale, internazionale, interculturale, allucinante ed effervescente, aberrante e pazzesca, metafisica ma vera, luogo fatale d’incontri, d’incroci di razze, genti, popoli, culture e lingue, ambientato in un paese immaginario che continua a chiamarsi Almeda, già presente ne “Il Cardinale e il labirinto di Dedalo” (2020), che ha molti punti in comune con il paese dove è nato e vive l’autore de “Dialogo con il Führer – Giorni d’estate a Berchtesgaden”, uscito nel 2019.
È la storia straordinaria di un grande proprietario terriero, Don Calogero Pappalardo, detto don Lollò il Crasto, un ex mafioso che vuole diventare il più grande dei mafiosi, deputato, l’ultimo dei Gattopardi. Un uomo che all’improvviso impazzisce, vuole rappresentare un Mortorio sacrilego che getta nel panico il paese. Dice di essere il Diavolo e terrorizza tutti facendo diffondere di sé una cattiva fama d’indemoniato, puttaniere e assatanato di sesso. Segue un’indagine imbarazzante prima di poliziotti e poi di carabinieri fra spie e mafiosi, politici e amministratori corrotti, fra sette religiose e monasteri, fra esorcismi e occultisti, in un’atmosfera da fine del mondo.
In questa vicenda ben presto si dipana il mistero di un grande teologo che vive appartato in un Monastero benedettino di cui è rettore, che ha il suo coronamento in una straordinaria storia d’amore attraversata da quarant’anni di follia, di solitudine e di desiderio.
L’inchiesta di un maresciallo dei carabinieri attraversa un caleidoscopio straordinario di personaggi tragicomici, bizzarri, stravaganti, eccentrici, paradossali ma veri, uomini, non solo maschere di un tourbillon di storie, dialoghi, incroci culturali e linguistici originali,
L’autore palmese, che ha al suo attivo una dozzina di pubblicazioni, ha già ricevuto tanti riconoscimenti – tra queste “Il Cardinale e il labirinto di Dedalo” ha vinto prestigioso Premio Logos Cultura nel contesto del Premio Letterario Internazionale Pegasus Città di Cattolica (RM) e il “Dialogo con il Führer” una targa di merito – e apprezzamenti da scrittori e critici letterari. Interviste e recensioni sui suoi libri sono apparsi su giornali culturali e di informazione nazionali.
Questa Storia scellerata, che in terza pagina reca un sottotitolo ben più lungo (di don Lollò il Crasto, che fece il vastaso per diventare l’ultimo Gattopardo, attore, nobile, mafioso e deputato, e fra puttane e predicatori folli, fra mistici e visionari, e medium e maghi, e psicanalisti ed esorcisti, politici mafiosi e poliziotti sognatori, fra intellettuali stralunati e bizzarri, e altri fatti sacrileghi e stravaganti, per un incredibile, straordinario amore, fu fatto becco dal Diavolo), è il punto più alto dell’estetica dello scrittore siciliano, fondata su una scrittura vulcanica, fatta di dialoghi veloci, pieni d’ironia e umorismo, nella quale echi di tutti i dialetti italiani si mescolano a lingue moderne europee e antiche come il latino e l’italiano del Sei-Settecento, talvolta a lingue e a un lessico inventati, una scrittura travolgente, esplosiva, dove il linguaggio crudo e popolaresco non è mai volgare e osceno, un pastiche linguistico e soluzioni narrative nuove e rivoluzionarie, espressione di una comicità irresistibile e trascinante, della eterogenea umanità della moltitudine di personaggi che affollano una vicenda fuori del comune.
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