Il ruolo belligerante che l’Immacolata esercita contro il serpente e la sua stirpe

Il ruolo belligerante che l’Immacolata esercita contro il serpente e la sua stirpe

di Diego Torre

QUAL È LA VERA DEVOZIONE A MARIA?

La devozione alla Madonna è sempre stata presente nella Chiesa, come si dimostra a partire dall’antica invocazione, attestata tra i cristiani sin dal III secolo, che è il più antico tropàrion dedicato alla Madre di Dio. “Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio: non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova,ma liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta”.

Anche in questo caso la traduzione è traditrice. Presidium, ovvero luogo difeso da presenza di militari, è la parola che troviamo nel testo latino, non protezione. E questo ci richiama al significato di militia che ha la vita dell’uomo sulla terra (cf .Gb, 7,1) e quella del cristiano in particolare, nonché al ruolo belligerante che l’Immacolata esercita contro il serpente e la sua stirpe (cf. Gn. 3,15).

Concetti scomodi in tempo di irenismo, poiché riaffermano la centralità della Madonna nella storia umana in opposizione alle forze infernali. Concetti indigesti per tanti che vorrebbero vegetare tranquilli senza urtare lo spirito dl mondo e che sottovalutano volentieri il ruolo dell’Immacolata, criticando chi fa il contrario. Ma alle stolide accuse di “marianocentrismo”, così definito polemicamente in opposizione al “cristocentrismo”, risponde San Massimiliano Kolbe: “non abbiano affatto paura di amare troppo l’Immacolata, dato che non l’ameremo mai nel modo come l’ha amata Gesù. Ebbene tutta la nostra santità consiste nell’imitare Gesù. Chi si avvicina a Lei, per ciò stesso si avvicina a Dio, solo che lo fa percorrendo una strada più breve, più sicura, più facile” (Scritti Kolbiani, n. 542).

Per la festa dell’Immacolata Concezione l’amore per la Madonna esplode, in molte zone d’Italia e del mondo, in modo particolare e i cuori di tanti sanno che non è mai abbastanza! Ciò spesso avviene in modo plateale, “urlato”, coreografico e sarebbe un buon punto di partenza per un serio approfondimento mariologico. Infatti la vera devozione è quella che attraverso Maria ci porta a Gesù. Attraverso la contemplazione dei Suoi privilegi, la meditazione della Sua eroica santità, l’imitazione delle Sue virtù, possiamo diventare quegli “altri cristi” che devono essere i cristiani.

Ciò è reso più facile dalla consacrazione a Lei, che opera nel cuore dei Suoi cavalieri, affinchè divengano “in certo qual modo Lei stessa, affinché Ella prenda sempre più possesso della nostra anima, si impadronisca totalmente di essa, e in essa e per mezzo di essa Ella pensi, parli, ami Dio e il prossimo ed agisca” (Scritti Kolbiani, n. 1211).

La devozione, quindi, non deve essere sentimentale e superficiale ma un mezzo che ci faccia strumenti della evangelizzazione del mondo intero e del trionfo del Suo Cuore Immacolato. Infatti “l’essenza dell’amore verso l’Immacolata è un atto della volontà; perciò tanto più l’amore è perfetto quanto più è perfetta l’unificazione della nostra volontà con la volontà di Lei. Questo è sufficiente. Tutto il resto è soltanto mezzo o effetto” (Scritti Kolbiani, n. 1534).

In questo tempo di stile ed azione sinodale dobbiamo ascoltare le mozioni dello Spirito Santo, che, chiaramente, da secoli ci parla per bocca della Sua Santissima Sposa e lavorare con Lei perché si realizzi il regno del Cuore Sacratissimo di Gesù.

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