In India la Chiesa combatte, e lo fa in mezzo al popolo e per il popolo
di Gian Piero Bonfanti
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VIZHINJAM, UN PORTO CHE VUOLE ACCAPARRARSI IL TRAFFICO COMMERCIALE DELLA ROTTA MARITTIMA EST-OVEST
Mentre nel mondo occidentale troviamo una Chiesa tiepida e compromessista, pronta a piegarsi a derive non propriamente cattoliche (visto anche l’andamento del sinodo tedesco), in altre parti del mondo sopravvive una Chiesa fervente che per noi è quasi un lontano ricordo.
Altro che mascherine, gel e Comunione coi guanti! In India la Chiesa combatte, e lo fa in mezzo al popolo e per il popolo. I sacerdoti cattolici nel Kerala non hanno timore di scendere al porto guidando la rivolta dei pescatori per difendere la loro sopravvivenza. Succede tutto sotto il silenzio assordante della stampa internazionale, ma la rivolta è in atto da oltre 4 mesi ed in questi giorni gli scontri hanno causato un centinaio di feriti.
“Il Kerala porterà a termine il progetto, a qualunque costo”, ha dichiarato alla Reuters un ministro del governo. Il mega-progetto da circa 900 milioni di euro, voluto con forza dal governo statale, prevede la costruzione di un porto affidato al gigante dell’imprenditoria Adani Group, guidato da Gautam Adani (l’uomo più ricco dell’Asia).
Al centro della controversia troviamo i vertici della Chiesa cattolica locale ed il vescovo di Thiruvananthapuram (capoluogo del Kerala), accusato coi suoi sacerdoti di fomentare proteste sfociate in violenze. I manifestanti affermano che l’enorme progetto provocherebbe l’erosione costiera mettendo a rischio i loro mezzi di sussistenza. Una lotta per la sopravvivenza alla quale il ministro dei porti di questo stato dell’India meridionale, Ahammed Devarkovil, ha risposto con fermezza affermando di voler portare a termine il progetto entro la fine dell’anno prossimo.
In realtà ci sono in gioco degli enormi interessi economici, considerando che Vizhinjam, il porto in questione, viene descritto come “un luogo senza pari” sulla rotta marittima est-ovest. Lo stesso Dervarkovil ha affermato: “Saremo pronti ad accaparrarci affari dal porto dello Sri-Lanka”. Interpellato da AsiaNews padre James Culas, dell’arcidiocesi di Trivandrum, sottolinea che quanto sta accadendo a Vizhinjam è una “atrocità della polizia”.
La situazione è degenerata dopo che alcuni lavoratori legati al Bjp (Bharatiya Janata Party, partito nazionalista induista) e ad alcuni movimenti legati ad Adani e alla costruzione del porto “hanno lanciato pietre” in direzione dei manifestanti che avevano bloccato la strada, portando ad una escalation. “Dato il sostegno della polizia ai provocatori, era chiaro che la mossa aveva lo scopo di provocare deliberatamente i pescatori e il clero – conclude il sacerdote – che avevano condotto la loro agitazione pacificamente per 130 giorni”.
Un grande problema per questo piccolo strategico stato dell’India meridionale che conta circa 35 milioni di abitanti. Ma la Chiesa è ben presente ed opera con molto coraggio perseguendo la sua missione. Un vero e proprio esempio da ricordare in un tempo dove alcune volte troviamo la Chiesa piegata alle logiche del mondo ed ai suoi interessi.