Il Ministro Sangiuliano: “con me la cultura torna ad essere anche cultura religiosa”
di Mariella Lentini
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IL MINISTRO DELLA CULTURA SANGIULIANO: “VOGLIAMO INCENTIVARE I COMUNI, E GLI ALTRI SOGGETTI PUBBLICI, AD AFFITTARE, A CANONI SIMBOLICI, LOCALI DI LORO PROPRIETÀ PER REALIZZARE LIBRERIE”
Sicurezza del patrimonio culturale, ricostruzione post-terremoto, progettazione e realizzazione dei depositi di salvaguardia dell’arte in caso di calamità naturali, restauri, tecniche di costruzione innovative per la prevenzione del rischio, riduzione consumo di suolo.
Sono stati questi i temi al centro della prima giornata di studi dedicata alla sicurezza e conservazione dei beni culturali dal titolo: “La complessità della ricostruzione post-sismica: sicurezza, sviluppo e tutela”, che si è tenuta a Roma ieri, lunedì 5 dicembre 2022, presso la sala conferenze dell’Auditorium della Biblioteca Nazionale Centrale.
L’iniziativa è a cura del Ministero della Cultura, Direzione generale Sicurezza del Patrimonio culturale, in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria e il Dipartimento di Economia dell’Università degli Studi di Perugia, in accordo con la Direzione generale Educazione, Ricerca ed Istituti culturali del MiC.
I lavori sono stati aperti dal Ministro della Cultura, il giornalista Gennaro Sangiuliano che ha introdotto i 20 esperti e accademici che hanno animato le tavole rotonde che hanno riflettuto su vari aspetti legati alla sicurezza e alla salvaguardia dei beni culturali.
Nei giorni scorsi il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, intervenendo a Subiaco alla cerimonia di donazione della Rocca Abbaziale da parte dei monaci benedettini alla città, a cui sono intervenuti, tra gli altri, anche i Ministri Francesco Lollobrigida e Daniela Santanchè, ha spiegato che «l’identità culturale e comunitaria italiana è soprattutto un’identità cristiana. Sono state le abbazie a salvaguardare il pensiero greco-romano, trasmettendolo poi a noi contemporanei. La nostra identità nazionale è impregnata di quella cristiana. Lo fanno ben comprendere Leopardi, Manzoni e soprattutto Benedetto Croce nel suo celebre saggio ‘Perché non possiamo non dirci cristiani’. Pertanto, abbiamo il dovere di tutelare questi luoghi e di renderli fruibili: Subiaco e la Rocca Abbaziale devono diventare un polo culturale oltre che spirituale. Con il mio mandato, la cultura, sempre nel rispetto delle prerogative dello Stato e della Costituzione, torna ad essere anche cultura religiosa».
Illustrando davanti alle commissioni Cultura di Camera e Senato le linee guida che terrà il suo ministero, dalle affermazioni del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano emerge la volontà di valorizzare non solo il patrimonio italiano, esponendo le tante opere ancora nei depositi (il 60% dei siti è di fatto rilevato, spesso in maniera solo analogica, e il 90% delle opere o dei reperti giace nei depositi, ben 5 milioni di pezzi contro i 480 mila esposti), aprendo i siti chiusi e ampliando gli spazi dei grandi musei, ma anche le produzioni artistiche nazionali, attraverso incentivi fiscali e la riforma del Fondo per lo spettacolo.
“L’Italia è una superpotenza culturale globale, che necessita non solo di investimenti, ma anche di interventi per la tutela dei beni e del paesaggio. L’assoluta priorità consiste, però, nell’attuazione del Pnrr (il controllo della realizzazione degli interventi del Pnrr dovrebbe essere affidato all’unità, guidata dal generale dei Carabinieri Giovanni Di Blasio, che ha curato il Grande progetto Pompei, ndr.). Si tratta di un piano con alcuni contenuti che mi sento di sottoscrivere ed altri che invece destano alcune perplessità. Solo se, in un concerto istituzionale, e d’intesa con gli organismi comunitari sarà possibile cambiare qualcosa, lo faremo”, ha spiegato Sangiuliano.
Secondo il ministro della cultura ci sarebbero delle criticità circa i progetti per la valorizzazione dei borghi, a causa dell’assenza di figure tecniche nei piccoli comuni, e difficoltà per Cinecittà, per il mancato conferimento del terreno da parte di Cassa depositi e prestiti. Sangiuliano vuole anche riforma il Fus (Fondo unico per lo spettacolo), che cambierà non solo il nome, ma anche gli scopi, per premiare chi è in grado di reperire fondi diversi da quelli pubblici e per valorizzare il tessuto artistico nazionale.
Il ministro vuole introdurre “un meccanismo di detrazione delle spese per l’acquisto di beni e servizi culturali assieme all’abbassamento dell’Iva su alcuni di questi prodotti”. Sangiuliano ha anche assicurato “attenzione massima” alle sale cinematografiche, affrontando il tema delle finestre di programmazione e mettendo a regime il nuovo sistema di crediti d’imposta.
Il responsabile della cultura del governo Meloni ha ricordato che solo cinque siti superano il milione di ingressi e per questo vuole “attuare politiche che portino le persone a frequentare i musei e le aree archeologiche meno frequentati” mentre “una strategia di lungo periodo potrebbe portare, inoltre, alcuni grandi musei a generare nuovi spazi espositivi”.
Quanto alle candidature per la Lista Unesco, il ministero promuoverà la “Via Appia. Regina Viarum” e, per quanto riguarda i beni immateriali, dopo l’inserimento del Tocatì, tradizionale gioco di strada veronese, l’obiettivo è l’iscrizione dell'”Arte del Canto Lirico Italiano”.
Infine gli interventi sul settore librario e sulle biblioteche verranno messi a sistema attraverso il disegno di legge sul libro, già in discussione nella scorsa legislatura. “Il testo sarà arricchito con norme di incentivazione affinché i Comuni ed altri soggetti pubblici possano affittare, a canoni simbolici, locali di loro proprietà per realizzare librerie”.
Proprio sulle librerie vi proporremo domani su Informazione Cattolica un’intervista ad una libraia di Asti che ha avuto il coraggio di aprire, nei delicati momenti economici che viviamo, una libreria indipendente.