L’Europa senza Natale sarà salvata dagli eroi e santi della Reconquista
di Matteo Castagna
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LE IDEOLOGIE POLITICHE SOVVERSIVE VOGLIONO LA MORTE DI DIO E DI OGNI APPROCCIO TRASCENDENTALE, LA FUSIONE DELLA PATRIA IN UN DISTOPICO INTERNAZIONALISMO E LA CORRUZIONE DELLA FAMIGLIA
La storia dell’umanità, dopo il peccato originale, è una lotta tra Bene e Male. Le forze delle tenebre tentano di sovvertire l’ordine naturale, perciò divino, di cui sono custodi, alle volte inconsapevoli, i figli della Luce. La ribellione personale a questo ordine morale è il peccato. A livello globale, questo “non serviam” assume una connotazione numerica considerevole.
Le ideologie politiche sovversive vogliono la morte di Dio e di ogni approccio trascendentale, la fusione della Patria in un distopico internazionalismo e la corruzione della Famiglia. Oggi, potremmo dire che la società fluida di stampo progressista è transumana, perché sconvolge ogni normalità, nella follia dell’egualitarismo assoluto, che ha radici lontane. In ambito religioso, è innegabile che la secolarizzazione abbia portato con sé conseguenze drammatiche per le anime.
Gilbert K. Chesterton fu davvero profetico, quando nel 1905 nel suo libro “Eretici” scrisse che “fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro” – e che – “spade verranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi d’estate”. L’assurdo, infatti, oggi vorrebbe essere accettato come componente del vero, come se le foglie d’estate potessero essere anche gialle e che la matematica potesse diventare un’opinione. Per il relativista, tutto è un’opinione, perché nega la verità oggettiva e l’evidenza, non gli piace perché non è inclusiva. E’ pietra angolare con la falsità.
E’ tempo di dimostrare che i figli della Luce sanno essere scaltri come e meglio di quelli del serpente, trasmettendo il coraggio e la consapevolezza di una weltanschauung eroica, verticale e solare.
Natale rinasce in noi ogni anno coi ricordi della nostra infanzia, o nel guardare gli occhi pieni di meraviglia dei nostri bambini o di quelli dei nostri amici, che non danno nulla per scontato né sono assuefatti davanti alla play station, come vorrebbero le forze delle tenebre. Ricordo che nel corso della mia infanzia, papà e mamma mi parlavano di Gesù Bambino, così come la maestra a scuola. era normale emozionarsi quando la scuola poteva stupirsi di fronte al Presepe che costruivamo ogni anno con tanta cura ed un particolare diverso. Nessuno si offendeva per questo. Anzi, tutti partecipavano, anche i pochi africani, che uscivano durante l’ora di religione, ma avevano i genitori sorridenti alla festa natalizia davanti al presepio che avevano contribuito ad allestire.
Era, poi, nelle comunità dei quartieri che le famiglie, spesso numerose e allargate a nonni e pure ai bisnonni, quando la salute lo permetteva, vivevano la Natività in un clima sereno. I sacerdoti ci preparavano con catechesi e ritiri spirituali, perché la questione primaria, compatibilmente con la tenera età, era comprendere il mistero dell’Incarnazione del Dio che si fa uomo per la nostra salvezza. Le immagini sacre da colorare e gli addobbi per il centro giovanile ci aiutavano a capire ed a vedere, lavorando con innocente fantasia, cosa poteva esser accaduto quella santa notte di duemila anni fa.
Solo dopo la funzione di Mezzanotte aveva luogo la festa profana. Non come oggi, che si inizia con liturgie consumistiche fin dai primi di Novembre. Le signore avevano preparato la cioccolata bollente. Si sentiva ancora l’odore dell’incenso sui giubbotti pesanti. Si cantava qualche canto per l’occasione, non sempre riuscitissimo, tanto che, alle volte, il prete ammoniva ironicamente dicendo che sarebbe opportuno non far cadere gli angeli dal cielo… Era un’occasione di stare assieme nel sacro e nel profano, che portava sempre a conoscere qualche persona nuova. Non lo sapevamo, ma stavamo lì perché, come direbbe Hilaire Belloc (1870-1953) eravamo una comunità di destino, unita dalla fede.
Tornando a casa, ricordo che si dava un saluto al grande Presepe allestito dalla parrocchia. Tutti ci soffermavamo sugli occhi azzurri della Madonna. Noi ragazzini avevamo le mamme più belle del mondo, ma in quegli occhi puri della Madre di Gesù vedevamo qualcosa di mistico. come volesse mostrarci qualcosa che gli uomini adulti non vedono. A casa, il papà accendeva le luci del nostro presepio, mentre la mamma mi guardava con tenerezza perché – dicono – il Paradiso si manifesta nel cuore dei bambini quando la mamma lo palesa ai loro occhi…
Era in quel momento, umile e struggente, che la mamma sapeva con certezza che la mia piccola anima aveva ricevuto un’impronta indelebile, destinata a durare per sempre e che si era accesa una fiaccola nel mio cuore, che non si sarebbe mai spenta. Credo che quella fiaccola, nel tempo, abbia passato diverse fasi, più o meno luminose, ma non si sia davvero mai spenta e che sia quella che mi aiuta a vedere il mondo col realismo tomista che devo sempre alla mia educazione familiare. L’Europa diviene pazza. Pazza di scandali. Pazza d’egoismo. pazza della sua rivolta contro il Cielo. Pazza di sangue, orrori, peccati.
Tuttora continuiamo a vedere il delirio dell’orgoglio, dei sensi, delle droghe, della volontà di decidere sulla vita e sulla morte, sulla sofferenza e sullo scarto, della cultura dello sballo, della trasgressione sfrenata, del ritorno al paganesimo, dell’ipocrisia radical chic, del buonismo che nasconde tanti Vitelli d’Oro, della tirannia del denaro a debito, della depravazione, di una ricchezza fuori controllo, fino a divenire schiavitù economica, bancaria, post-industriale. La follia degli uomini giungerà al suo apice finché li folgorerà e crollerà il castello di carta dei liberali e dei progressisti.
Noi siamo le forze della Luce che si oppongono agli ultimi annichilimenti. Assistiamo ai duelli sociali, economici e di potere internazionali. Marcia nella morale, umiliata nella fede, ebbra d’individualismo, di manicheismo, di fanatismo e di superbia, coccolata dal Pensiero debole ossia il Pensiero Unico, avendo perso ogni vera carità,avendo messo l’amore per Dio nel cassetto, l’Europa di san Benedetto da Norcia o di santa Caterina da Siena aspetta l’ultimo urto, gli ultimi soprassalti, gli ultimi cadaveri. Arriverà l’ora in cui si sconterà tutto. Giungerà l’ora in cui per salvare il mondo occorrerà il pugno di ferro degli eroi e dei santi che animarono la Riconquista…