Il cardinal Sarah: “Anche in Occidente la libertà religiosa è minacciata”
di Angelica La Rosa
–
IL CARDINALE ROBERT SARAH HA CRITICATO L’AMPIA ACCETTAZIONE DELLE “RESTRIZIONI DRACONIANE” SULLA PARTECIPAZIONE ALLA MESSA DURANTE LA PANDEMIA. “LA DEMOCRAZIA LIBERALE NON DEVE DIMENTICARE DIO”
“I cristiani in Occidente non dovrebbero dare per scontate la libertà religiosa e la libertà di culto”. Così ha affermato il cardinale Robert Sarah in una recente intervista concessa a EWTN News, andata in onda nel programma “Vaticano” dell’emittente statunitense lo scorso 27 novembre 2022.
“Le minacce alla libertà religiosa assumono molte forme. Innumerevoli martiri continuano a morire per la fede in tutto il mondo”, ha spiegato il settantasettenne cardinale. “La libertà religiosa è minacciata anche in Occidente”.
Secondo il cardinale africano spesso in occidente la cristianofobia “non è una minaccia palese, o un odio per la fede” ma un “pregiudizio implicito contro il cristianesimo”.
Prendendo spunto dal Libro dell’Esodo, che racconta le 10 piaghe, la partenza degli ebrei e la distruzione dell’Egitto, il cardinale guineano ha spiegato che quegli eventi ebbero luogo “affinché il popolo di Dio potesse avere la libertà di adorarlo in modo appropriato”. Ed oggi “la libertà religiosa non deve essere data per scontata, non dovrebbe essere compromessa o trascurata”.
Il cardinale Sarah ha criticato quella che ha definito l’ampia accettazione di “restrizioni draconiane” sulla partecipazione alla messa durante la pandemia di COVID-19. “Non possiamo dimenticarlo: l’Eucaristia è la fonte e il culmine di una vita cristiana”, ha sottolineato. “Affronteremo più pandemie e altre emergenze, e ci sarà un dibattito su come affrontare al meglio questo problema in relazione alla celebrazione dell’Eucaristia. Questo è buono. La democrazia liberale richiede il dibattito, ma l’importanza della nostra adorazione di Dio non può mai essere dimenticata o trascurata nel corso del dibattito. La democrazia liberale non deve dimenticare Dio”.
Il cardinale Sarah ha affermato che “una vita cristiana”, ha detto, “deve essere costruita su tre pilastri: crux, hostia e virgo. La croce, l’Ostia e la Vergine Maria. Questi sono i tre pilastri su cui bisogna costruire una vita cristiana”. Il cardinale ha detto che essere l’essere stato Prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti (dal novembre 2014 al febbraio 2021) gli ha davvero fatto capire l’importanza della liturgia come un momento grande e unico “per incontrare Dio faccia a faccia e per essere trasformato da lui come figlio di Dio e come vero adoratore di Dio”. “La liturgia deve essere bella, deve essere sacra e deve essere silenziosa”.
Il porporato ha messo in guardia dal trasformare la Messa in uno “spettacolo” o solo in un raduno di amici, distogliendo l’attenzione dall’adorazione di Dio. “La liturgia deve diventare sempre più sacra, santa, silenziosa, perché Dio tace, e noi incontriamo Dio nel silenzio, nell’adorazione”.
Il cardinale pensa che la formazione del popolo di Dio alla liturgia “sia molto importante. Possiamo mostrare alla gente la bellezza, essere riverenti e tacere nella liturgia, in cui si approfondisce il nostro incontro con Cristo”. Il cardinale Sarah ha anche elogiato l’adorazione eucaristica silenziosa come un’opportunità per incontrare Cristo in un modo che può “cambiare davvero la nostra vita”.
Riflettendo sulla società moderna, il porporato ha detto si è dimenticata di Dio. “Viviamo tutti come se Dio non esistesse. La confusione regna ovunque. Troppi ridurrebbero le nostre vite, il significato stesso delle nostre vite, all’individualismo assoluto e alla ricerca del piacere fugace. I cristiani dovrebbero rispondere ritornando alle basi della fede. Abbiamo bisogno di un ritiro dal mondo, un ritiro nel deserto, dove possiamo reimparare i fondamenti, le basi: il monoteismo, la rivelazione di Gesù Cristo, noi e Dio, la sua parola, il nostro peccato, la nostra dipendenza e bisogno della sua misericordia”.
Il cardinale Sarah ha detto che Dio, attraverso la sua Chiesa e i sacramenti, “ci guida ad un rapporto sempre più profondo con lui. E tutti abbiamo bisogno di riappropriarci del suo dono profondo, che è il suo amore”. La fede nella presenza reale di Cristo nell’Eucaristia, ha affermato il porporato, “è una delle convinzioni fondamentali della Chiesa, senza la quale essa perde il senso della sua esistenza. La Chiesa non è un’organizzazione sociale creata per affrontare i problemi della migrazione o della povertà. La Chiesa ha uno scopo divino: salvare il mondo. Se Cristo non abita nella Chiesa, tangibilmente, visibilmente, sacramentalmente, allora quale buona novella abbiamo da offrire al mondo? Qual è il senso dell’evangelizzazione? Quando i cristiani dimenticano perché sono cristiani, la comunità cade in declino. Dimenticano il Vangelo e perdono di vista il loro scopo”.
Il cardinale Sarah ha affermato che la guerra spirituale è più o meno la stessa di sempre, anche se molti vescovi e sacerdoti hanno smesso di ricordare ai cattolici la realtà. La nostra arma in questa guerra, ha spiegato, è la parola di Dio. C’è bisogno di “rivolgersi a Dio ogni giorno, non solo per consolarsi nelle avversità mondane, ma perché dipendiamo interamente da Lui nella lotta cosmica. Siamo tutti in guerra, che lo riconosciamo o no. È bene che tutti noi diventiamo consapevoli di questo fatto e ci assicuriamo ogni giorno di combattere dalla parte di Dio”.
“Ciascuno di noi deve sforzarsi, continuamente, di avvicinarsi a Gesù Cristo, di ritornare alla sua parola, alla semplicità della fede nella sua auto-rivelazione. È la semplicità del deserto, del riconoscimento della nostra dipendenza da Dio e dell’incontro con lui e il dono del suo amore e della sua grazia, con cui ci ha configurati a sé”, ha concluso il Cardinale.