“Famiglie” omogenitoriali e utero in affitto: le preoccupanti parole della Commissaria UE Helena Dalli
di Angelica La Rosa
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L’ONOREVOLE SIMONA BALDASSARRE, EURODEPUTATA DELLA LEGA. “DOVREMO RICONOSCERE IN ITALIA ‘GENITORI’ CHE SONO DIVENTATI TALI RICORRENDO ALLA MATERNITÀ SURROGATA IN PAESI COME IL PORTOGALLO? SE UN ALTRO STATO MEMBRO RICONOSCESSE IL CERTIFICATO DI GENITORIALITÀ UCRAINO DOPO CHE DUE COMMITTENTI HANNO ACQUISTATO UN BIMBO, DOVREMMO RICONOSCERE ANCHE NOI QUEI ‘GENITORI?”
“Gli Stati membri dell’Ue devono garantire che i diritti delle famiglie Lgbt alla libertà di movimento siano rispettati. Stiamo dialogando e monitorando da vicino l’attuazione da parte degli Stati membri delle norme dell’Ue sulla libera circolazione per garantire la conformità”.
Così si è espressa la commissaria europea per l’Eguaglianza, Helena Dalli, durante il dibattito parlamentare in aula a Strasburgo.
“Le affermazioni del Commissario europeo per l’Uguaglianza, Helena Dalli, sulla libertà di movimento per le ‘famiglie Lgbt’ sono ambigue e molto gravi. La libera circolazione dei cittadini nell’Unione Europea è già garantita. Perché allora fare un distinguo per le ‘famiglie Lgbt’? Le parole della Dalli fanno seguito alle altrettanto gravi affermazioni del presidente Ursula von der Leyen nel suo discorso sullo Stato dell’Unione 2020 quando, riferendosi alla necessità di un riconoscimento reciproco del diritto di famiglia nell’UE, disse: ‘se sei genitore in un paese, sei genitore in ogni paese’. In pratica, se un qualsiasi Stato membro riconoscesse una coppia di omosessuali come ‘genitori’ di un bambino ottenuto tramite utero affitto o fecondazione eterologa, l’Italia sarebbe costretta a fare lo stesso”, ha spiegato Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia Onlus.
“La conseguenza diretta di tutto ciò sarebbe la legittimazione dell’utero in affitto, giustamente illegale ad oggi in molti dei Paesi membri. L’Europa non ha il diritto di un’ingerenza simile ed è vergognoso che faccia pressioni politiche e ideologiche per obbligare gli Stati ad adattarsi e riconoscere il diritto di famiglia di altri Stati”, ha concluso Coghe.
“Il Commissario ha annunciato che proseguirà la cavalcata ideologica della Commissione europea a favore della genitorialità transfrontaliera, che seguo da tempo e sulla quale più volte mi sono espressa. Ben venga, nessun minore deve essere allontanato dalla mamma e dal papà mentre viaggia in Europa, peccato che l’incidenza giuridica di questi casi sia prossima allo zero. Quel che però il Commissario omette è che la proposta rappresenterà una ‘tana libera tutti’ per famiglie omogenitoriali e utero in affitto”, ha dichiarato l’onorevole Simona Baldassarre, eurodeputata della Lega. “Dovremo riconoscere in Italia ‘genitori’ che sono diventati tali ricorrendo alla maternità surrogata in paesi come il Portogallo? Se un altro Stato membro riconoscesse il certificato di genitorialità ucraino dopo che due committenti hanno acquistato un bimbo, dovremmo riconoscere anche noi quei ‘genitori?”.
Non ci si dovrebbe neppure porre il problema. Se si parla di omogenitorialita’, vuol dire che è un fenomeno emergente, che non dovrebbe essere normato, semmai dovrebbe essere scoraggiato ed, eventualmente, punito. I bambini ormai nati con quella pratica non hanno colpe, ma chi li ha messi al mondo si!.
Facciamo presto, prima che sia troppo tardi per fermare questo abominio.