Si moltiplicano gli spot di organizzazioni benefiche a caccia di oboli. State attenti!
di Pietro Licciardi
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A NATALE TUTTI PIÙ BUONI, MA CUM GRANO SALIS: UN SUGGERIMENTO PER DONARE CON CRITERIO
Il Natale si avvicina e con esso aumenta la retorica buonista che spesso accompagna questa festa diventata sempre più laica e sempre meno cristiana. Per sfruttare quel po’ di sentimentalismo che il Natale ancora suscita, in questo periodo si fanno avanti una miriade di associazioni, enti, Ong con i loro spot milionari trasmessi in Tv, pubblicati dai giornali o inviati sui canali social che chiedono oboli per ogni sorta di causa “benefica”: dalla ricerca sul cancro, agli ospedali in zone di guerra, ai bambini affamati nel mondo etc.
Tutti intenti nobilissimi, ci mancherebbe, anche se la filantropia senza carità – cristianamente intesa – spesso e volentieri rischia di perdere di vista l’obiettivo che si prefigge istradandosi su ben altri binari. Come testata abbiamo cercato di mettere in guardia sulle donazioni all’Unicef, che sicuramente non è l’unica organizzazione internazionale ad impiegare in modo non sempre trasparente ciò che riceve dai suoi benefattori.
Con un articolo del Gennaio 2022 ad esempio la rivista online Ricognizioni ha riportato che Emergency e Banca Etica sono stati tra i finanziatori di una Ong dedita al “salvataggio” di clandestini al largo delle coste libiche, attività che come è stato ormai rivelato viene svolta più per lucro che per filantropia.
Molto meglio allora destinare i propri soldi a coloro che ne hanno veramente bisogno, affidandoli a chi senza ombra di dubbio li farà arrivare per intero ai destinatari. Per dormire sonno tranquilli, certi di aver “fatto del bene”, la cosa più giusta da fare è fidarsi dei missionari cattolici che in mezzo alle guerre e alla miseria ci vivono sul serio; non come gli emissari lautamente retribuiti di certe associazioni benefiche, che un certi posti vi soggiornano per un periodo più o meno lungo comodamente alloggiati in hotel o compound.
Per questo Natale vogliamo suggerire di dare le vostre offerte a Oui pour la vie, che opera in Libano, dove gestisce una cucina, una scuola e un ambulatorio medico, portando aiuto materiale e soprattutto conforto ad una popolazione martoriata dalla miseria in una nazione la cui esistenza è resa precaria dall’indifferenza internazionale e dal fatto che sta ospitando milioni di profughi siriani e iracheni. Aiutare il Libano significa non solo salvare da fame e malattie donne e bambini ma soprattutto aiutare i cristiani di quel paese a resistere in uno degli ultimi lembi di medio Oriente in cui è ancora concesso loro di vivere.
Per testimonianze in Italia scrivere una mail all’indirizzo pdamianolibano@gmail.com. Per inviare offerte scrivere a info@ouipourlavielb.com. Grazie!
Imperversano con spot strappalacrime, a volte vergognosi, gli amici di “Save the Children”.
Attenzione, sono abortisti!!! (Kill the CHildren!)
Tobia