Papa Francesco da domenica è cittadino onorario di Asti
a cura di Mariella Lentini
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PAPA FRANCESCO AD ASTI: UNA GIORNATA INDIMENTICABILE, RICCA DI EMOZIONI DEL CUORE E DELL’ANIMA PER IL POPOLO
La visita privata compiuta nei giorni scorsi ad Asti da Papa Francesco sarà ricordata come una giornata bellissima, indimenticabile, ricca di emozioni del cuore e dell’anima per il popolo astigiano.
Il Santo Padre da domenica scorsa è cittadino onorario di Asti. Il mercoledì precedente, infatti, il Consiglio Comunale ha votato all’unanimità il conferimento della cittadinanza onoraria che poi gli è stata conferita ufficialmente nel corso di una riservatissima cerimonia che si è tenuta in Vescovado prima che il Santo Padre compisse il giro urbano a bordo della Papamobile.
Sono state due le motivazioni alla base della decisione di conferirgli la cittadinanza: il legame indissolubile che papa Francesco ha dimostrato di avere con la terra astigiana e il suo territorio e per la sua statura di uomo di pace, che richiama costantemente valori importanti, “valori che sono contenuti anche nel nostro statuto comunale”, come ha precisato il sindaco Maurizio Rasero.
La motivazione ufficiale della cittadinanza onorario recita: – per il forte impegno per la pace nel mondo ed i quotidiani messaggi di solidarietà e fraternità contro ogni forma di discriminazione, valori contemplati anche dallo Statuto della Città di Asti; – per il forte legame col territorio astigiano e piemontese testimoniato dalla continuità dei contatti con la famiglia e le istituzioni e simbolicamente rappresentato dal sacchettino di terra astigiana prelevata a Bricco Marmorito.
Lo Statuto del Comune di Asti prevede, infatti, all’art.1, tra i principi informatori cui ispira la propria azione, anche quelli della tolleranza, della solidarietà, dell’assenza di discriminazioni e della fraternità, richiedendo che l’agire politico anteponga il bene della comunità agli interessi di parte, sia personali, che di gruppo e di partito. simbolo di tali valori, può considerarsi la figura del Santo Padre, da sempre attento a richiamare i politici di tutto il mondo a far si che la responsabilità politica sia vissuta a tutti i livelli come forma alta di carità.
Le radici astigiane ed il legame con la Città di Asti di Papa Francesco partono dalla nascita il 13 agosto 1884 nella cascina Marmorito di località Valleversa 25, ora Portacomaro Stazione, del nonno Giovanni Angelo Bergoglio. Trasferitosi a Torino nel 1906, Giovanni Angelo Bergoglio si sposa il 20 agosto 1907 con Rosa Vassallo e da alla luce, il 2 aprile 1908, sempre a Torino, il papà del Pontefice, Mario Bergoglio. La famiglia Bergoglio ritorna ad Asti l’8 luglio 1918, non più alla Cascina di Marmorito, ma in città, prima in via Massimo D’Azeglio n.6 e poi in via Antica Zecca n. 6 e poi in Corso Alessandria dal 1924. Qui il Padre del Pontefice studia presso la Scuola tecnica di primo livello Brofferio, poi alla Scuola Tecnica Leonardo Da Vinci per il “Corso superiore” ove si diploma ragioniere nel 1926. Il 1° febbraio del 1929 la famiglia Bergoglio decide di emigrare in Argentina, dove Papa Francesco nasce a Buenos Aires il 17 dicembre 1936.
Diplomatosi come tecnico chimico, Jorge Mario Bergoglio sceglie la strada del sacerdozio entrando in seminario l’11 marzo 1958 ed è ordinato sacerdote il 13 dicembre 1969. Creato Cardinale nel Concistoro del 21 febbraio 2001 da Giovanni Paolo II, mantiene sempre stretto il legame con le sue origini.
Nel 2002 a Buenos Aires il Cardinale Bergoglio ha ricevuto una delegazione della Regione Piemonte guidata dall’assessore alle politiche sociali e migrazioni (astigiana) Mariangela Cotto unitamente al Cardinale di Torino, Severino Poletto, già vescovo di Asti. L’anno successivo è stato insignito del premio internazionale “Piemontesi nel mondo” ed ha ricevuto nuovamente la delegazione della Regione Piemonte. E’ poi ritornato in terra astigiana nel 2001 e poi nel 2005, da cui, visitando Bricco Marmorito, portò in Argentina un sacchetto di terra per non dimenticare mai le sue radici.
Dopo l’elezione a Sommo Pontefice, avvenuta il 13 marzo 2013, nello stesso anno, grazie ai buoni uffici del cardinale Angelo Sodano, segretario di Stato Emerito, Asti inviò una prima delegazione in visita a Sua Santità guidata dal sindaco Fabrizio Brignolo e dal vescovo Francesco Ravinale. Nel 2020 il Santo Padre ha poi incontrato nuovamente una rappresentanza astigiana guidata dal sindaco Maurizio Rasero e dal vescovo Marco Prastaro.
Secondo l’Ufficio Comunicazioni Sociali della Diocesi di Asti i numeri della visita astigiana del Santo Padre sono stati notevoli. Le cifre parlano di un significativo sforzo organizzativo ma anche dell’attesa di una risposta di presenze molto consistente. Sono state oltre 25 mila le persone presenti ad Asti per la visita di Papa Francesco mentre sono state circa 1200 le persone che hanno assistito alla celebrazione eucaristica dentro la Cattedrale e 4000 circa le persone che sono scese in piazza Cattedrale per assistere alle celebrazioni all’aperto su due maxischermo. Circa 1340 sono stati i bambini che hanno salutato Papa Bergoglio allo stadio “Censin Bosia” nel pomeriggio di domenica prima della sua partenza (due di loro hanno portato a papa Francesco anche un mazzolino di fiori e alcuni disegni come commiato da Asti), mentre sono stati 1700 i metri dell’anello che il Santo Padre ha percorso a bordo della Papamobile e 180 (una ogni dieci metri) le forze di polizia presenti lungo l’anello urbano percorso dal Santo Padre.
Circa lo sforzo organizzativo, sono stati 300 i volontari della Protezione Civile presenti per aiutare nella gestione dell’evento, 100 i volontari della diocesi che hanno lavorato all’evento (35 all’interno della Cattedrale, di cui 15 attivi per la distribuzione della Comunione e 65 all’esterno), sono state 47 le testate giornalistiche, tra carta stampata, agenzie, televisioni pubbliche e private presenti mentre sono stati 49 i sacerdoti che hanno concelebrato la messa. La messa presieduta dal Santo Padre ha riunito insieme diverse sensibilità religiose. Alla celebrazione ha partecipato, infatti, padre Ilantony Kozman, accompagnato da Maged Nawaar Said Samaan per la comunità dei copti, Houcine Nsiri, Imam di San Damiano, Abdessamad Laftaoui, Imam dei Giuseppini, Princess Inyang Effiong Okokon, pastore nigeriana in rappresentanza di tutta la sua comunità. Non hanno partecipato alla celebrazione, invece, Mohamed Ait Youssef, Imam moschea via Balbo, Adino Genta della comunità evangelica di Asti, il pastore avventista Alessandro Calà e Lucian Marius Trifina, pope della Chiesa Ortodossa Rumena di Asti, padre Catalin Mandic pope della Chiesa Ortodossa Rumena di San Damiano che, comunque, hanno ringraziato calorosamente per l’invito ma erano impegnati nel loro servizio pastorale.
Il vescovo di Asti Marco Prastaro, nel suo messaggio di accoglienza del Pontefice ha scritto che avere in Diocesi il Papa è stato “un momento importante nel cammino della nostra fede” perché “ci ha confermato nella fede, quella fede che ci fa sentire amati da Dio e ci rende fratelli con tutte le persone. Una fede che ci spinge a portare la gioia del Vangelo a tutti e che ci sollecita a costruire con impegno un mondo di pace e di giustizia”. Il vescovo ha auspicato che la presenza del Pontefice sia una spinta a “ritornare al fondamento della nostra fede, che altro non è se non Gesù Cristo l’unico salvatore del mondo. La fede, infatti, non è primariamente un insieme di idee, né tantomeno un insieme di precetti morali, ma è anzitutto una relazione d’amore con la persona di Cristo risorto e vivo in mezzo a noi. E noi possiamo continuamente tornare al fondamento della nostra fede perché abbiamo la Parola di Dio, perché celebriamo l’Eucarestia, perché il Ministero Petrino ci tiene uniti alla Tradizione Apostolica, perché la fraternità che viviamo nelle nostre comunità è il segno che Gesù è presente fra noi, perché i poveri, che sono ‘la carne di Cristo’, sono parte importante delle nostre comunità. La conferma poi della nostra fede non può che renderci ancora più coraggiosi nell’impegno di annuncio del Vangelo, nell’essere missionari nel mondo, nel farci vicini ad ogni persona che incontriamo soprattutto con chi è nel bisogno”. Ricordando questo questo tempo così complesso e faticoso per la Chiesa e per il mondo intero, la presenza del Pontefice, per il vescovo di Asti è stata “un’iniezione di coraggio e positività: siamo sempre più convinti che con Gesù la vita è tutta un’altra cosa, perché con Lui ‘sempre nasce e rinasce la gioia’”.
“È stata un’esperienza di grande gioia e grande calore umano che ci ha fatto sentire parte di una cosa bella“, ha sottolineato il vescovo di Asti Marco Prastaro. “Il mondo inizia dall’essere insieme, nel condividere un’idea. E questo ad Asti è successo. Gli astigiani hanno fatto un passo in avanti e il Santo Padre si è buttato nelle nostre braccia. Non si è tirato indietro. Nel giro a bordo della papamobile prima della messa in Cattedrale io l’ho fatto fermare a salutare tutti dato il mio carattere, ma lui ha accettato di buon grado. Il Santo Padre non si è tirato indietro appunto“, ha commentato monsignor Prastaro.
Nel corso della celebrazione eucaristica di domenica 20 novembre, a Stefano Accornero, l’unico seminarista astigiano, è stato conferito l’accolitato. Refrancorese, 24 anni, con un diploma di liceo classico alle spalle, Accornero frequenta il Seminario di Torino in compagnia di altri 22 piemontesi impegnati nel percorso verso il sacerdozio.
“Monsignor Prastaro mi ha chiamato avvertendomi che domenica 20, giorno in cui era fissata la cerimonia del mio Accolitato, sarebbe venuto ad Asti il Pontefice”, ha raccontato Accornero. “Ho pensato che quindi sarebbe slittato tutto, invece no. Si è tratto di un dono inatteso che ho accolto con stupore ma soprattutto con gratitudine. Gratitudine perché per me è stato un segno della grande vicinanza di Dio che mi si è fatta presente in questo modo. Mi ha svelato il mistero di una Chiesa universale che ha un volto umano e che si fa vicina”. E per Accornero il fatto che sia stato proprio il Santo Padre a conferirgli l’Accolitato lo aiuterà a capire anche il significato di questo ministero. “Le parole della liturgia invitano a vedere nel servizio che l’accolito fa al Corpo di Cristo sull’altare il trampolino di lancio per amare il Corpo di Cristo che è la Chiesa. Mi fa avvertire un Mistero che si fa vicino”.
Sono stati tantissimi i doni arrivati in Vescovado ad Asti per il Santo Padre. Tanti prodotti tipici del territorio da cui proviene il Santo Padre, come miele, vino, soprattutto Grignolino, tanto amato da Papa Francesco, comprese 12 bottiglie di “Laudato”, il Grignolino che arriva dalla Vigna del Papa di Portacomaro curata dalla comunità Laudato Sì’. Ci sono state anche confetture, cestiti confezionati, i biscotti delle monache di clausura benedettine Regina Pacis, verdure tipiche come il Cardo Gobbo, ma anche molti quadri, tra cui un ritratto del Pontefice sorridente, con una colomba bianca e sullo sfondo un cielo terso e San Pietro. C’è anche un barattolo pieno di terra del Monferrato e semi di grano e Grignolino che decine di soci della Cia (Confederazione Italiana degli Agricoltori) hanno raccolto, come simbolo di vicinanza degli agricoltori alla sua missione di fede e fratellanza. Ci sono stati, poi, tanti disegni fatti dai più piccoli ma anche da alcuni studenti del liceo artistico Benedetto Alfieri. Ed ancora, tanti libri (tra i quali “Santi compagni guida per tutti i giorni”, dell’editore Espansione Grafica dove Papa Francesco è nominato cinque volte), oggetti d’artigianato – alcuni dei quali provenienti dall’Argentina, terra del Santo Padre -, sciarpe, ma soprattutto tantissime lettere e biglietti. Scritti in cui gli astigiani hanno voluto salutare Papa Francesco, affidandogli anche i propri problemi e le proprie preghiere.
Anche l’associazione Oro Incenso Mirra – Presepi nel Monferrato ha voluto donare un presepe al Santo Padre: “Un dono che arriva dal cuore”, hanno spiegato. Si tratta di un cestino con un Bambin Gesù che giace tra i grappoli di Malvasia appassita, fiori, foglie di vite e spighe di grano che arriva da Schierano, paese del trisnonno del Papa e che è stato creato da Daniela Richetta. Poi c’è stata anche una delle creazioni di Dudù, maestro presepista di Santa Chiara, oggi detenuto nella casa di reclusione di Asti, dove continua a lavorare con passione alla sua arte, grazie all’aiuto dei volontari di Effatà.
Da Portacomaro, paese dove risiede la cugina Carla Rabezzana per il cui novantesimo compleanno il Santo Padre ha voluto renderle visita, sono stati donati quattro “pulcini”, librini composti e stampati a mano, in tiratura limitatissima, nella tipografia dell’editrice “Pulcinoelefante” di Osnago e la “polvere del Ricetto”, una bustina con tracce di antichi mattoni della casa più antica del paese e alcuni aforismi del poeta brianzolo dedicati a Francesco. E ci sono stati anche un acquerello di Giovanni Tamburelli, una fotografia di Franco Bello e una composizione in tessuto vintage di Viscè, accompagnati da alcuni testi di Carlo Cerrato. Il sindaco di Tigliole, invece, ha donato al Santo Padre un libro, “Era tutta vigna” di Giuseppe “Pino” Goria sulla storia e le persone del paese, un lavoretto creato dai bambini dell’asilo Regina Chiappello di Pratomorone e un cesto di prodotti tipici.
Infine una curiosità. Insieme alla chef Monica Pio, è stata Success, 24 anni, nigeriana, a preparare il pranzo per Papa Francesco di domenica 20 novembre al Vescovado di Asti. Success è arrivata in Italia con un barcone il 27 gennaio 2018, sopravvissuta a un naufragio in cui ha visto morire 64 persone, è stata portata in Francia con l’inganno e costretta con la violenza a prostituirsi. Poi la fuga in Germania, il ritorno in Italia e l’approdo in Piemonte. Qui ha cresciuto il suo bambino, Godstime, che oggi ha 3 anni. Qui ha studiato, si è formata, e oggi lavora proprio come cuoca, insieme alla chef Monica Pio, nella Trattoria Villa Quaglina gestita da cooperativa ARGO.
Nel video che segue l’Omelia in Cattedrale del Santo Padre Francesco.