di Jacopo Coghe*

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BAMBINI TRANS? È DIABOLICO!

Il fenomeno della “carriera alias” (un profilo alternativo e temporaneo, riservato agli studenti, e in alcuni casi pure ai docenti e al personale, che non si riconoscono nel loro sesso biologico e vogliono riconosciuto un altro genere, quello percepito) sta letteralmente esplodendo in Italia, nell’indifferenza generale.

È chiaro che la missione di risvegliare le coscienze su questo abuso giuridico e ideologico non è più derogabile. Le associazioni LGBTQIA* stanno convincendo sempre più scuole ad approvare la “carriera alias” per trattare alunni e studenti non come maschi o femmine ma in base a come loro dicono di “percepirsi”. Di conseguenza, vengono inaugurati appositi “bagni neutri” dove non conta il sesso degli alunni. Anche l’accesso agli spogliatoi diventa “libero”, a prescindere dal sesso.

È di pochi giorni fa la sconvolgente notizia della prima scuola ELEMENTARE ad aver introdotto la carriera alias (a Manfredonia, in Puglia). Stiamo parlando di bambini tra 6 e 12 anni spinti verso la transessualità. È diabolico, non so come altro definirlo.

Per denunciare la deriva della carriera alias e i progetti gender nelle scuole sono state organizzate manifestazioni e flash-mob, conferenze stampa, sondaggi, manifesti e camion-vela, diramato comunicati stampa e costretto i media a parlare della carriera alias… Naturalmente tutto questo ha attirato l’odio viscerale delle associazioni LGBTQI* e dei comuni amministrati dalla sinistra. Le affissioni di Pro Vita & Famiglia sono state vandalizzate e censurate, mentre sui nostri profili social siamo ricoperti di insulti, offese, bestemmie e minacce. Battersi per la verità e per il bene dei nostri figli e nipoti esige un prezzo. Questa sfida epocale si potrà vincere solo con perseveranza, determinazione e, soprattutto, unità.

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* portavoce dell’associazione Pro Vita & Famiglia