Halloween, una festa apparentemente innocua che osanna le forze del male
di Teresa Ales
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HALLOWEEN: ANCHE A SCUOLA E’ NECESSARIA LA MASSIMA ATTENZIONE
“Dolcetto o scherzetto?”… La domanda che ogni anno, il 31 ottobre, sento regolarmente formulare dai miei alunni di prima media. E poiché insegno lingua francese, alla domanda segue la proposta di tradurlo, per l’appunto, in lingua. E le richieste non finiscono qui! La loro curiosità li spinge a chiedermi di apprendere il lessico relativo alla festa di Halloween. Richieste assurde e improponibili che, per me che sono cristiana, mi lasciano una profonda amarezza nel cuore. È vero che, un approccio ludico alla lingua straniera e l’avere un atteggiamento di apertura verso ciò che non si conosce, permette di imparare molte cose e di arricchire il proprio bagaglio culturale. Ma la curiosità, a tutto ciò che è nuovo, deve essere sana. E Halloween, sicuramente, non è argomento da trattare.
Con mio grande rammarico, mi rendo conto che ogni anno, devo fare i conti con una generazione sempre più impregnata di tradizioni che non appartengono alla nostra cultura. È importante far comprendere loro che Halloween non ha niente a che vedere con le nostre tradizioni. Non posso e non voglio tacere, come educatrice ed ho l’obbligo morale di metterli a conoscenza dei rischi e di ciò che realmente si nasconde dietro questa festa considerata innocente. Non posso insegnare loro qualcosa che conduca alla morte della loro anima. Halloween è una festa di origine irlandese. Quando molti irlandesi, a causa della povertà, decisero di emigrare in America, portarono con sé molte delle loro tradizioni tra cui quella del capodanno celtico (cioè Halloween). Dagli Stati Uniti, in cui perse ogni significato religioso, si è diffusa in tutto il mondo fino a riscuotere un grande successo anche in Italia. Nel corso della storia ha subito notevoli trasformazioni fino a divenire quello che è oggi: un’occasione per organizzare costosi e macabri festeggiamenti, scadendo nel consumismo dilagante.
Halloween è legato alla festa di Ognissanti, in quanto deriva dalla parola contratta “All hallows’ eve”, che in inglese antico significa proprio vigilia di tutti i Santi. I celti misuravano il tempo in base alle stagioni e ai cicli del raccolto. Alla fine della stagione estiva i pastori riportavano a valle il gregge per prepararsi all’arrivo dell’inverno e così all’inizio del nuovo anno. Per i celti, l’anno nuovo non iniziava il primo gennaio, ma il primo novembre quando terminata la stagione calda avrebbe lasciato spazio alla stagione invernale. Il passaggio dall’estate all’inverno e dal vecchio al nuovo veniva celebrato con lunghi festeggiamenti denominato “Samhain”, dal nome della divinità che nella notte tra il 31 ottobre e il 1° novembre consentiva il passaggio di spiriti malefici dal mondo dei morti a quello dei vivi. In tale occasione si compivano gesti propiziatori in cambio di offerte che se rifiutate, sarebbero stati ricambiati con maledizioni.
Per scacciare gli spiriti maligni, che venivano a far visita per portare via le anime, fuori dalle case venivano appese zucche e lampade. La festa di Halloween invita in modo giocoso, piacevole e superficiale ad esorcizzare la morte, ad eliminarla dall’orizzonte della vita. Nel calendario cristiano, alla solennità di tutti i Santi segue la commemorazione dei defunti. Ogni credente è chiamato ad affrontare con profonda fede il problema della morte, che non è qualcosa da scongiurare, ma trova senso solo alla luce del Mistero della Risurrezione di Cristo e della promessa che la nostra vita non finirà, che c’è un al di là che ci attende.
Halloween è da molti considerato una forma moderna di carnevale, un’occasione per divertirsi. È luogo comune tra i giovani e non solo, chiedersi cosa ci sia di male se i bambini si divertono a mascherarsi del loro mostro preferito (mummie, zombie, vampiri…) e se ne vanno in giro a bussare alle porte di casa nella notte della vigilia di Ognissanti, intimando a chi ha il coraggio di aprire la porta: “dolcetto o scherzetto?”. Apparentemente, potremmo dire nulla di male. Ma, ciò che è triste è non sapere, che dietro questa apparente festa innocua e gioiosa, si cela qualcosa di inquietante, spiriti malvagi e diavoli: in poche parole le forze del male.
Secondo quando afferma l’esorcista padre Gabriele Amorth (1925-2016) «la festa di Halloween è una sorta di seduta spiritica presentata sotto forma di gioco. L’astuzia del demonio sta proprio qui, tutto viene presentato sotto forma ludica e innocente». Festeggiare Halloween equivale a rendere omaggio al mondo delle tenebre e al suo dio, Satana. Halloween è un insieme di rituali satanici, è una pratica di stregoneria. Non ci si rende conto delle conseguenze nefaste che può avere sulla persona che lo invoca. Senza che ci si renda conto, si apre la porta al demonio. È importante vigilare ed essere prudenti su quanto si vuole rappresentare e soprattutto su quanto viene proposto con troppa leggerezza ai più piccoli. Non bisogna permettere che i bambini si abituino, o ancor peggio si educhino all’occulto. I bambini non hanno la percezione del male, è compito dell’adulto guidarli al discernimento. Le conseguenze del male che, inconsapevolmente, si pratica non sono immediate, ma si manifestano a distanza di anni.
È difficile e soprattutto inammissibile che Halloween, una festa pagana, possa sostituire la vera e unica festa cristiana del 1° novembre: la Solennità di tutti i Santi. È incredibile come si dia tanta importanza a spiriti e leggende, mentre non ci si preoccupa affatto di fare qualcosa per i nostri cari defunti o per i nostri Santi. Noi cristiani dobbiamo tenere alta la nostra fede. Quale eredità si vuole lasciare? Occorre che gli adulti educhino i propri figli ad apprezzare e vivere le tradizioni che appartengono al proprio paese. La festa di Ognissanti è importante festeggiarla perché è un’occasione per ricordare tutte quelle persone che hanno testimoniato la fede cattolica nonostante violenze e persecuzioni, che si sono resi martiri per difendere il proprio Credo. È necessario inculcare ai giovani fin da piccoli che i Santi sono gli amici di Gesù che ci accompagnano nel percorso della nostra vita e pregarli è un bene per la salvezza dell’anima.
Sono più che d’accordo con l’autrice.
Condivido pienamente. Grazie