Né con Vladimir Putin né con Joe Biden
di Pietro Licciardi
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L’ATTUALE CONFLITTO HA RIPROPOSTO L’ANTICA CONTRAPPOSIZIONE TRA “BUONI” E “CATTIVI”, PUR CON QUALCHE SIGNIFICATIVA NOVITA’. MA A SALVARE L’OCCIDENTE NON SARANNO NE’ LE DEMOCRAZIE, NE’ IL PUTINISMO.
L’attuale conflitto tra Russia e Ucraina sembra aver riproposto le stesse contrapposizioni della Guerra fredda, quando l’Europa era divisa dalla Cortina di ferro e il mondo spartito tra Stati Uniti e Unione Sovietica. Allora i due campi erano ben delineati: da una parte gli amanti della libertà, i sostenitori dei sistemi democratici e dello stile di vita “all’occidentale” in cui era prevalente la ricerca del benessere materiale e spirituale. Dall’altra i sostenitori e i simpatizzanti del socialcomunismo, sistema totalitario, illiberale, guerrafondaio – innumerevoli i conflitti causati in ogni angolo del mondo dai sedicenti movimenti polari di liberazione armati e addestrati dai sovietici – e causa di miseria spirituale e materiale.
Qualcosa del genere sta avvenendo anche oggi: da una parte quelli schierati a favore del mondo libero, sotto l’ombrello protettivo della Nato, che condannano l’invasione, Putin, il suo regime dittatoriale e la politica imperiale che ha imposto al suo paese. Dall’altra chi simpatizza per la Russia e il suo Zar e diffida di Stati Uniti e Nato, che armando e sostenendo l’Ucraina stanno portando il mondo sull’orlo di una guerra nucleare. Del resto sono stati gli stessi leader occidentali e lo stesso Putin a far capire che la guerra in Ucraina non riguarda solo l’Ucraina ma è una lotta tra due sistemi politici e due ideologie inconciliabili.
Paradossalmente però a livello ideologico la divisione non è più così netta come era fino a prima della caduta del Muro di Berlino. Mentre infatti in Occidente vi è un sostegno maggioritario per gli ucraini, molti a destra e a sinistra hanno preso le parti della Russia.
Già nel suo viaggio in Europa nel Giugno 2021 Joe Biden affermò che avrebbe «radunato le democrazie del mondo» difronte alla minaccia delle autocrazie, in particolare di Russia e Cina, ritenendola «una questione determinante del nostro tempo». E che questa sia fatta passare per una nuova guerra in difesa della democrazia liberale è un concetto ribadito un po’ da tutti i leader europei. Tuttavia sono parecchie le persone, in Europa e negli Stati Uniti, deluse proprio dalla democrazia, che tanto liberale non appare più se si pensa che in America la sinistra vede il libero voto un ostacolo all’imposizione dell’agenda progressista e woke mentre a destra è considerata un fattore di disfunzione sociale dei nostri tempi. E’ in nome della democrazia che l’Occidente ha visto risorgere l’odio raziale sotto forma dei Black Lives Matter, abbattere monumenti, l’invasione di orde di clandestini o reputazioni distrutte dalle false accuse delle femministe di Me Too, per non parlare dei bambini assassinati nel grembo materno o del tentativo di sdoganare la pedofilia come tenta l’ideologia Lgbt.
Del resto sia la Brexit che l’elezione di Donald Trump, il presidente che si è schierato al fianco dei pro life americani, sono avvenute in parte proprio come rifiuto della traiettoria suicida della democrazia liberale.
Resta da vedere però se il putinismo, ideologia eclettica che mescola nazionalismo russo, statalismo, dittatura, nostalgia di aspetti del comunismo, misticismo russo ortodosso e odio per l’Occidente – esposta in parte dallo stesso Putin nel suo discorso fatto il giorno della firma dei trattati di annessione delle regioni ucraine in cui si sono svolti i referendum – sia una alternativa credibile.
Il putinismo ha portato la Russia ad uno stato di polizia in cui vi sono poche reali libertà, ad una economia in declino a causa dell’impiego della maggior parte delle risorse per armare l’esercito e sostenere le numerose guerre intraprese, isolamento internazionale e anche molta corruzione, con il dilagante clientelismo governato da una oligarchia di ex funzionari di partito o delinquenti arricchiti.
Tuttavia per molte persone a destra, e anche per qualche cattolico, Putin potrebbe essere un alleato nella lotta contro quello che considerano il vero nemico: il liberalismo occidentale virato a sinistra e incamminato verso l’autodistruzione dello stesso Occidente mentre spesso e volentieri si citano le sue prese di posizione contro le perversioni sessuali come l’ideologia gender o il “matrimonio” omosessuale. Ma i fatti dimostrano che la Russia è uno dei paesi più corrotti al mondo, con un alto tasso di aborto, di Aids e suicidi. Anche la partecipazione religiosa è significativamente inferiore rispetto ai paesi occidentali.
Quindi lo scontro tra putinismo e liberalismo è probabilmente un falso dilemma, nel senso che nessuna delle due può risolvere la crisi dell’Occidente, perché entrambe sono in guerra con l’Occidente, ovvero con quella civiltà che è ancora fiore all’occhiello della Chiesa cattolica, i cui resti sono il vero e unico baluardo contro il caos che sta inghiottendo il mondo.
Non saranno Biden e le “democrazie” a salvare la nostra civiltà e non sarà Putin ma il ritorno agli insegnamenti morali e sociali della Chiesa, come scrisse San Pio X nella sua enciclica Notre Charge Apostolique del 1910.