Il governo è partito, ma dove arriverà? Quante belve feroci sono già in agguato!
di Diego Torre
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LA MELONI DOVRÀ FARE LO SLALOM FRA FIERE DI VARIA GRANDEZZA E PERICOLOSITÀ, SCENDERE A COMPROMESSI MOMENTANEI, NON ESPRIMERE TROPPO IL SUO PENSIERO, AFFRONTARE SUBITO I PROBLEMI PIÙ URGENTI, TRASCURANDONE NECESSARIAMENTE ALTRI. DOVRÀ ALTERNARE PRUDENTEMENTE AVANZATE E RITIRATE
Dopo il voto di fiducia dei due rami del Parlamento è partito il governo Meloni e gli uomini schierati in prima linea fanno ben sperare. Dallo stesso presidente a Mantovano, da Valditara a Sangiuliano, da Nordio alla Roccella, sono tutti personaggi la cui formazione culturale depone a favore di una difesa dei principi non negoziabili, dell’ordine naturale e della civiltà italiana e cristiana. Il governo è partito, ma dove arriverà? Quante belve feroci sono già in agguato nel bosco maledetto del debito pubblico, della recessione e della crisi energetica!
Innanzitutto c’è il sistema atlantico-globalizzatore, all’interno del quale bisogna pur stare, pena la gogna, lo strangolamento economico e la successiva eliminazione. C’è poi la sua appendice europea. Come dimenticare l’avvertimento della serafica sig.ra Von Der Leyen? “Vedremo il risultato del voto in Italia, ci sono state anche le elezioni in Svezia. Se le cose andranno in una direzione difficile, abbiamo degli strumenti, come nel caso di Polonia e Ungheria”. Ora però manda a dire: “Sono pronta e sono lieta di lavorare insieme al nuovo Governo”. Ai suoi ordini evidentemente.
Segue l’apparato burocratico radicato nelle istituzioni italiane, dove la sinistra ha piazzato i suoi uomini da tempo e sulla cui fedeltà al nuovo governo non si può certo contare. E come non mettere in conto qualche improvviso siluro giudiziario? Non sembrano invece molto pericolosi influencer e cani arrabbiati, attricette e attricetti, grande stampa (che perora dà ipocritamente alcuni segnali di allineamento o almeno di tregua); e nemmeno l’opposizione dei partiti presenti in parlamento. Il PD è in crisi di identità. Il movimento 5Stelle è impegnato a prosciugarne il bacino elettorale. Entrambi hanno però sottolineato con forza che sono pronti alla battaglia per i “diritti civili”. Aborto, matrimonio omosessuale, eutanasia, fecondazione artificiale: su questi temi la sinistra ritrova compattezza ed unità. Ma i richiami di questa “fauna minore” non sembrano suscitare grandi echi nel cuore degli italiani; almeno perora.
La Meloni dovrà fare lo slalom fra queste fiere di varia grandezza e pericolosità, scendere a compromessi momentanei, non esprimere troppo il suo pensiero, affrontare subito i problemi più urgenti, trascurandone necessariamente altri. Dovrà alternare prudentemente avanzate e ritirate. Speriamo che ciò non comporti cedimenti al politicamente corretto, alla cancel culture ed al relativismo etico in misura maggiore di quanto non sia già avvenuto nella cultura corrente.
Non sarà facile per lei, come non lo sarebbe per chiunque altro. L’impresa è veramente improba, affrontabile soltanto con un particolare aiuto della Provvidenza. Perché allora non chiederlo? Non tanto per amore del governo ma di questa nostra Patria che se dovesse andare incontro ad altre disavventure politiche, se dovesse ritornare ad alchimie governative volute dall’alto e da fuori, sarebbe arrivata al capolinea della storia.
Noi speriamo e vogliamo invece che ritorni in essa il benessere economico, si purifichino i costumi, si rinsaldino le famiglie, fiorisca una nuova primavera demografica. Speriamo e vogliamo che l’Italia contribuisca ad un rilancio della civiltà cristiana in un mondo dove regnino insieme giustizia e pace. E’ già avvenuto in passato e può avvenire in futuro, ma non è affatto facile che avvenga nelle attuali condizioni spirituali, culturali, economiche, demografiche. È per questo che dobbiamo sollecitare con forza e costanza quella divina provvidenza per la quale nulla è impossibile!