La crisi britannica sulle spalle di Rishi Sunak, ex Goldman Sachs
di Gian Piero Bonfanti
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MOLTE NAZIONI STANNO CONSIDERANDO L’IDEA DI ABBANDONARE IL COMMONWEALTH MENTRE NEL REGNO UNITO LA CRISI ECONOMICO-POLITICA SI FA SENTIRE…
Il Regno Unito continua a far parlare di sé. In questi giorni abbiamo assistito alle dimissioni del primo ministro Liz Truss, la quale ha di fatto messo in mostra la fragilità politico-economica che il Regno Unito sta scontando in questo periodo.
L’esponente conservatrice potrà vantare il mandato più breve di tutta la storia del Regno Unito, durato solamente 45 giorni e caratterizzato da una serie di problematiche legate anche alla recessione avvertita a livello nazionale.
Sicuramente, al contrario della sua ispiratrice, the Iron Lady Margaret Thatcher (1925-2013), che è stata Primo ministro del Regno Unito dal 1979 al 1990, la Truss si è trovata a governare il Paese in un periodo molto complesso. Oltre alla Brexit, che ricordiamo essere gravosa per il paese uscente, la guerra in Ucraina ha sicuramente inciso sulle tasche dei cittadini inglesi, i quali hanno subito la crisi energetica.
L’errore fatale della Truss è legato alla manovra economica varata dopo poco più di due settimane dal suo insediamento. Questa prevedeva un cospicuo taglio delle tasse per le classi più benestanti, prevedendo un taglio generalizzato delle aliquote sul reddito dall’aprile 2023, a cominciare da quella del 45% per chi supera le 150 mila sterline all’anno, che sarebbero passate al 40%, prevedendo un contentino dell’1% in meno per la fascia più bassa.
Secondo la manovra della Truss si sarebbe dovuto ovviare alla perdita delle entrate aumentando il debito pubblico: una vera e propria manovra iperliberista.
Questa operazione avrebbe fatto schizzare i tassi di interesse ed avrebbe messo a rischio la copertura dei fondi pensione, che sono retti dai titoli di stato inglesi.
Dopo le contestazioni la Truss ha dovuto necessariamente fare un brusco cambio di direzione, ma le sue dimissioni erano comunque scontate in seguito a questa manovra azzardata.
A tutto ciò si aggiunga quello che sta accadendo nel resto del Commonwealth, soprattutto dopo la morte della regina. I successori di Elisabetta II sembra infatti non garantiscano quella stabilità tipica di questo potente Regno colonialista e le conseguenze non sono tardate ad arrivare.
Nelle isole caraibiche Antigua e Barbuda il presidente Browne ha già affermato che il referendum per l’indipendenza potrebbe avere luogo entro tre anni. Ha affermato infatti: “Slegarsi dalla monarchia e diventare una repubblica segnerebbe il passo finale per completare il cerchio dell’indipendenza per diventare una nazione veramente sovrana”.
Ma anche altri paesi stanno considerando l’idea di abbandonare il Commonwealth, come le isole Barbados, il Belize e la Giamaica.
Una situazione chiaramente non accettabile dai Tories, i quali hanno messo alle strette Liz Truss, tanto che la stessa ha dovuto rassegnare le dimissioni dalla sua carica di leader del Partito Conservatore e, di conseguenza, da Primo Ministro (come vuole la tradizione britannica).
Rimarrò Premier solo fin quando non verrà scelto un successore – ha dichiarato in un breve messaggio a Downing Street – e riconosco che, data la situazione, non posso portare a termine il mandato per il quale sono stata eletta dal partito conservatore, in un momento di grande instabilità economica e internazionale”.
La Truss ha inoltre aggiunto: “il Governo ha ottenuto risultati sulle bollette energetiche e delineato una visione per un’economia a bassa tassazione e alta crescita che sfrutterebbe le libertà della Brexit“.
Adesso la gatta da pelare all’ex ministro dell’Economia britannico, Rishi Sunak, 42 anni, che ieri è stato scelto come il nuovo leader del Partito Conservatore e il prossimo primo ministro del Regno Unito. ll passaggio di consegna tra Liz Truss e Sunak dovrebbe avvenire oggi.
Lo ha annunciato Graham Brady, leader del Comitato 1922, il gruppo parlamentare dei Tory alla Camera dei Comuni.
Sunak eredita una delle situazioni più difficili in cui si è mai trovato il Regno Unito. Da una parte le conseguenze reali della Brexit, dall’altra l’inflazione alle stelle, la crescita del Paese in stallo, l’aumento di mutui e bollette e il valore della sterlina ai minimi storici rispetto al dollaro.
Il Regno Unito è sempre stato l’ago della bilancia di tutto quello che è sempre accaduto nel vecchio mondo. Oggi questo paese ha perso questo importante ruolo. Osserveremo come si evolveranno le politiche del paese, sperando che la sovranità della Gran Bretagna non perda pezzi a favore di altre superpotenze che potrebbero giovarne.