Il vescovo Mansi: “Sprecare cibo e pane grida vendetta davanti a Dio”
di Bruno Volpe
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IL VESCOVO DI ANDRIA: “IL CIBO È UN BENE COMUNE E VA CONDIVISO, NON SPRECATO E DOBBIAMO TUTTI RECUPERARE UNA DIMENSIONE SIA SOLIDALE CHE DI SOBRIETÀ”
Il prossimo 16 Ottobre è la giornata mondiale del pane. Una data significativa specialmente in un tempo nel quale su tante tavole il pane sembra persino scarseggiare.
Monsignor Luigi Mansi, vescovo di Andria, che cosa è per lei il pane?
“Da un punto di vista pratico è l’elemento basico della nostra alimentazione ed anche in senso metaforico il pane è diventato sinonimo di cibo e di sostentamento. E’ l’alimento che serve al corpo per potersi reggere in piedi e andare avanti. E’ dunque evidente, senza con questo accedere ad una visione meramente materialista, che l’uomo ha diritto alla sua razione quotidiana di pane”.
Del resto nel Padre Nostro, la sola preghiera che Gesù ci ha lasciato, si parla di pane quotidiano. A quale pane si riferiva?
“Nel Padre Nostro vi è una duplice invocazione. Il Signore si riferisce certamente al pane alimento, ovvero chiede che ciascun individuo possa anzi debba avere la sua razione di cibo quotidiano. Tuttavia, è lecito vedere un secondo aspetto, quello spirituale. Il Signore fa dunque riferimento anche al pane eucaristico e alla Parola che per noi credenti è pane di vita quotidiano”.
Nel Vangelo si parla spesso di pane…
“Vi si fa riferimento in alcuni episodi molto importanti e direi persino centrali che richiamano l’Eucarestia. Penso alla moltiplicazione dei pani e dei pesce, ma anche all’ultima cena nella quale appunto viene istituito il sacramento della Eucarestia con lo spezzare e benedire il pane”.
Viviamo il tempo del consumismo nel quale spesso il pane persino si getta..
“Sprecare cibo e pane grida vendetta davanti a Dio. Il cibo è un bene comune e va condiviso, non sprecato e dobbiamo tutti recuperare una dimensione sia solidale che di sobrietà. Non ha senso alcuno comprare più del necessario e poi lasciare deperire gli alimenti. E’ uno scandalo nei confronti di chi non ha di che sfamarsi”.
Lei parla di solidarietà e sobrietà, perché?
“MI sembra evidente. In quanto alla solidarietà la dottrina sociale ci dice che il pane e comunque l’accesso ai beni delle terra, è aperto a tutti, perché Dio li ha donati a tutti e non a pochi fortunati. In quanto alla sobrietà, non ha alcun senso riempire gli armadi e i frigoriferi di cose spesso inutili che neppure vengono aperte e finiscono nella spazzatura. Mi sembra uno scandalo nei confronti dei poveri e dei non abbienti”.
Il pane è diventato motivo di migrazioni…
“Infatti. Oggi assistiamo a situazioni assurde di Paesi che vivono nell’ opulenza e direi nel benessere ed aree della terra che al contrario sono in miseria e non hanno per la loro gente il pane necessario. Ovvio che questo squilibrio porti al fenomeno delle migrazioni dal sud del mondo verso il nord. Ma non bisogna andare troppo lontano, perché tali squilibri sono presenti tra di noi. Aggiungo che trovo assolutamente diseducativo un altro fenomeno”.
Quale?
“Con le nuove tecnologie e le tv satellitari tante persone del mondo in difficoltà vedono i nostri programmi televisivi nei quali, penso ai quiz, si donano e regalano fior di milioni di euro. Questi spettacoli sono diseducativi da un lato, ma danno la sensazione a tanti fratelli sfortunati che il nostro sia il Paese di Bengodi nel quale i milioni vanno e vengono come nulla fosse. Mi sembra logico ed anche normale che davanti a questa sorta di istigazione, tanti prendano il mare cercando una nuova vita che noi ovviamente non siamo in grado di offrire”.
Un ultimo suo messaggio sul pane?
“Come dicevo prima è la base della nostra vita e della nostra alimentazione. Come tale è assolutamente necessario che sia condiviso e diviso con chi è nel bisogno. Esiste e lo dice la dottrina sociale, un diritto al pane, un diritto a godere dei beni comuni e ritengo scandaloso che tanti fratelli specie in questo momento di assoluta difficoltà, non riescano ad arrivare alla fine del mese. Alla luce del valore anche biblico del pane è urgente e necessario recuperare una dimensione solidale del cibo che possa davvero farci sentire tutti partecipi della crescita degli altri. Chi ha dia a chi non ha con generosità, sul comandamento dell’amore e sulle Beatitudini saremo giudicati, non solo sulle devozioni, che pur sono importanti. Al momento finale il Signore ci chiederà: hai amato? Hai donato? Sei stato generoso con chi è nel bisogno? Hai fatto del bene in modo disinteressato?”.